Al Jarreau – We Got By


Al Jarreau – We Got By

Al Jarreau possiede uno stile vocale unico: è da considerare uno dei tesori più preziosi del jazz. Le sue innovative acrobazie musicali fanno di lui uno degli artisti più interessanti ed acclamati dalla critica e dal pubblico del nostro tempo. Cinque Grammy Awards, decine di premi musicali internazionali e riconoscimenti in tutto il mondo oltre ad una serie impressionante di successi discografici lo hanno reso assai popolare. Non è sorprendente che Al abbia via via perfezionato la sua tecnica fino a  raggiungere quello stato dell’arte che è per tutti un punto di riferimento inimitabile. Un uomo abituato a primeggiare in nostro Al: nella scuola, nello sport e poi nell’arte. L'album We Got By è l’essenza della vera anima di Jarreau. Qui c’è  l'artista, ci sono le sue canzoni e c’è, nuda e cruda, la sua magica voce. La sua voce, appunto: non ancora influenzata dal successo, non già limitata dalle pressioni delle etichette discografiche pop e r&b, per il momento nemmeno caricata di grandiosi arrangiamenti, un vero strumento tra gli strumenti. We Got By è infatti il meno strutturato, il più diretto, il più melodicamente vario e  quello mediamente più orientato al jazz tra tutti i suoi lavori E’ forse il suo album che preferisco (escludendo quell’autentico capolavoro che è Jarreau del 1983). Poichè nasce meno commerciale di altre proposte di Al, il suono di We Got By rientra in una dimensione quasi “senza tempo” rispetto agli album successivi. Questo è un disco che potrebbe essere stato registrato da poco tempo (ma è del 1975) e se così fosse, sarebbe stato ben accolto dalla critica come un ritorno alle radici jazz / blues / gospel. Autentico, sincero e pieno di sentimento. Se qualcuno pensa che Al Jarreau sia solo  una meravigliosa voce dietro a tanti successi oppure la ciliegina sulla torta per le produzioni urban jazz-pop del pur bravissimo Jay Graydon, We Got By è un buon punto di partenza per farsi una opinione diversa. Al ha scritto tutte le canzoni di questo album e presentato delle storie che raccontano genuinamente l'amore e la quotidianità della vita. I testi sono a volte struggenti, a volte divertenti e abbastanza spesso non dipendono solo dalla scelta delle parole, ma anche dalle stesse intonazioni vocali di Al. Ogni occasione viene sfruttata per mostrare le sue impressionanti doti di cantante: a tratti è tradizionale, in altre circostanze mostra il suo personale ed unico stile. “Spirit”, "You Don’t See Me", "Letter Perfect", il fantastico "Sweet Potato Pie" e "Raggedy Ann" sono la vetrina del perfetto lavoro svolto da Al in ambito jazz-funk: brani con potenti linee di basso, piano elettrico e fiati che potrebbero essere quelli di James Brown o Sly Stone. Il funk è solo una parte di questa eterogenea raccolta di canzoni, ma va detto che quello che di questo stile emerge qui è assolutamente degno di nota. Canzoni come “We Got By”, "Lock All The Gates", "Susan’s Song" e "Alladin’s Lamp" mostrano invece l’altra faccia della medaglia dell’artista di Milwaukee: quella di un Al Jarreau molto più intimista, sostenuto garbatamente dalle note di un pianoforte e con un tono inaspettatamente cupo e spirituale. Su tutto si staglia la sua incredibile voce, un sorprendente otto volante fatto di bassi profondi che in un attimo possono arrivare agli acuti estremi con grande naturalezza; a questo si unisce una espressività ed una intonazione di rara bellezza. Anche se in seguito la sua musica è diventata molto più morbida e sicuramente più commerciale, ciò che Al Jarreau ha registrato da questo punto fino a metà degli anni '80 è stato sicuramente di grande impatto ed ha lasciato un segno importante nella musica. Su We Got By tutto scorre meravigliosamente fluido e vitale e alla fine lascia un messaggio positivo utile per arricchire ed illuminare di ottimismo chiunque lo ascolti.  Di sicuro è un’imperdibile testimonianza del grande talento di quel fantastico personaggio che risponde al nome di Al Jarreau.