Larry Willis - Inner Crisis


Larry Willis - Inner Crisis

Lawrence Elliott "Larry" Willis è un pianista jazz e compositore afro americano. In carriera ha esplorato una vasta gamma di stili, tra cui la jazz fusion, il rock, il bebop e l’avanguardia. Willis è nato a New York City e dopo il suo primo anno di teoria alla Manhattan School of Music ha iniziato ad esibirsi regolarmente con il sassofonista Jackie McLean. Dopo essersi diplomato ha deciso di concentrarsi sul jazz a causa delle difficoltà che i musicisti di colore avevano nel trovare lavoro nel campo della musica classica. Nel corso della sua carriera ha suonato con un ampio ventaglio di artisti, compreso un periodo di sette anni come tastierista dei Blood, Sweat & Tears (a partire dal 1972). Ha inoltre trascorso diversi anni come pianista per la band di Nat Adderley, così come per quella di Roy Hargrove. Inner Crisis è il secondo album di Larry Willis che fu pubblicato nel 1974 ed è uno dei migliori esempi di jazz-funk elettrico della metà degli anni '70. Una vera delizia per tutti gli amanti del piano elettrico che qui viene copiosamente usato. Con al fianco alcuni eccellenti musicisti, tra i quali il chitarrista Roland Prince, il batterista Al Foster, il sax tenore Harold Vick, il trombonista Dave Bargeron e i bassisti Eddie Gomez (acustico) e Roderick Gaskin (elettrico), Willis registra una sessione profondamente concentrata sulle composizioni e ricchissima di groove. L’accento viene posto sulle cadenze blues e soul quali tratti distintivi di una musica che cammina in perfetto equilibrio su un’ideale linea di confine tra il ritmo pulsante del funk  e le radici del jazz. Larry dimostra anche una grande disponibilità come pianista nel suonare come parte di un insieme piuttosto che come unico solista. Tracce come "153rd Street Theme", offrono una prospettiva più profonda sul funk, con le melodie del sassofono in contrapposizione alle potenti e fantasiose linee di basso. La title track “Inner Crisis” mette in luce la scintillante complessità della scrittura modale di Willis ispirata da "In a Silent Way" di Miles Davis. "Journey's End" mostra un lirismo impregnato di soul, una cosa che fu spesso trascurata nel jazz elettrico di quel periodo. Il richiamo a Sonny Rollins è tutto nell’introduzione e nel finale del brano “Bahamian Street Dance”, mentre la sezione centrale ci offre la possibilità di ascoltare Larry Willis in un magnifico assolo di Rhodes. Come detto, il piano elettrico è il protagonista assoluto di questo album e ne scandisce tempi e ritmi sia che venga usato come accompagnamento per gli assoli di sax o di trombone, sia che si prenda tutta la scena sotto la mutevole forma degli ipnotici e lunghissimi interventi del leader. La sola eccezione è la bella ballata “For A Friend” dove Willis si propone al piano acustico. Tutte le tracce di Inner Crisis offrono una lettura molto ben concepita ed estremamente articolata del genere fusion. Il jazz è presente e non manca di far sentire il suo verbo musicale, concedendo alla contaminazione il solo uso degli strumenti elettrici in luogo dei più tradizionali acustici. L’album è stato tristemente trascurato dalla maggior parte della critica e merita senza dubbio un’attenta rilettura e una doverosa rivalutazione in virtù di una notevole carica espressiva, della modernità delle composizioni e, non ultima, di un’esecuzione assolutamente degna di nota.