Citrus Sun – Another Time Another Space


Citrus Sun – Another Time Another Space

Prendete una parte di musica fusion, una parte di solido funk e due parti di fluido acid jazz, mescolate in un immaginario frullatore e verrà fuori il buon cocktail aromatizzato di jazz di un gruppo chiamato Citrus Sun. Questo particolare insieme musicale è stato creato da Jean Paul Maunick, il padre degli Incognito, come un vero e proprio progetto parallelo (ad oggi sono due gli album pubblicati). Tra i suoi membri c’è anche Jim Mullen, ex componente della Average White Band, la cui chitarra gioca un ruolo importante nel caratterizzare questa registrazione. Anche se “smooth jazz” è il termine che i produttori dell'album hanno usato per classificare questa nuova proposta musicale, bisogna dire che il suono è più jazzato di quanto ci si aspetti. Another Time Another Space si differenzia da molti altri  prodotti di questo genere e lo fa sotto diversi aspetti importanti. La musica ha qui un carattere ed una sostanza inusuali. Non è solo un flusso indefinito di bei suoni senza dinamica e corpo, come invece capita di sentire in alcuni album di smooth jazz. Gli arrangiamenti danno molto più spazio ai fiati di quanto non sia comunemente in uso, fornendo un sound potente e dinamico, un pò come si faceva nella musica degli anni ‘70. C'è ritmo, c’è passione e di tanto in tanto l'ascoltatore si scopre anche a battere il tempo con il piede. Il lavoro non eccede in inutile raffinatezza, ma anzi risulta diretto e sincero. Jean Paul Maunick ha infatti scelto un approccio più “live” per le registrazioni dei Citrus Sun rispetto a quello molto elaborato degli Incognito o della stessa Maysa, lasciando inoltre ampio spazio ai singoli musicisti affinchè tutti potessero dare il loro personale contributo. Ascoltando l’album si scopre che "Where The Wind Blows" è un brano assolutamente jazzy con una melodica tromba suonata da Dominic Glover che dialoga con le trascinanti tastiere di Graham Harvey. "What It Is" ha un favoloso ritmo sostenuto dalla batteria precisa di Richard Bailey che cattura l’orecchio ed è la base propulsiva per un grande interplay tra fiati e tastiere. L'album non è del tutto privo di colori smooth jazz, li troviamo in "Budapest" uno strumentale dove è il sassofono soprano a prendere l'iniziativa. Il pezzo suona in vero stile Grover Washington, Jr. interpretato in modo sublime da Ed Jones. Non manca una traccia come "Mellowed" che mette in campo tutte gli ausili elettronici musicali possibili, ma nei suoi oltre otto minuti, lascia spazio ad un magnifico assolo di Rhodes di Graham Harvey. L’incipit di “Make Me Smile” ricorda subito gli Incognito, tuttavia in luogo della classica voce femminile o maschile, è la chitarra di Jim Mullen a dettare la melodia. Bellissima “Tanya’s Song” canzone in bilico tra acid e smooth jazz guidata ancora dalla morbida e dolce chitarra elettrica di Mullen. Resta da sottolineare il bellissimo lavoro di Julian Crampton al basso che per tutto l’album cesella delle linee estremamente varie e fantasiose. Allo stesso modo una menzione va fatta per il drumming di alto livello del grande Richard Bailey, il batterista di lungo corso degli Incognito, che è sempre una garanzia del miglior groove. La sezione fiati composta da Ed Jones (sax), Fayazz Virgi (trombone) e Dominic Glover (tromba) è quanto di meglio si possa trovare sulla piazza e davvero si può affermare che non sbagli un colpo. Bluey ha scritto personalmente sei delle undici tracce tutte strumentali dell’album, a riprova della sua fama di compositore instancabile e creativo. I Citrus Sun, hanno un sound generale più jazzato della media, e sono senza dubbio una proposta coraggiosa in un mercato dominato da generi musicali molto più commerciali. Non sarà certo una pietra miliare, tuttavia il materiale è sufficientemente interessante e convincente da farmi collocare  il debutto discografico di questo gruppo nella categoria dei consigliati. Per i fan degli Incognito (sono tra questi…) rappresenta un’uscita imperdibile, per tutti gli altri può essere una valida alternativa a tutto quello smooth jazz contemporaneo così piatto e standardizzato del quale il mercato è saturo da tempo.