Patrice Rushen – Prelusion / Before The Dawn


Patrice Rushen – Prelusion / Before The Dawn

Considerata una delle migliori pianiste jazz del mondo, Patrice Rushen ha suonato e prodotto musica per moltissimi artisti di fama mondiale come Stevie Wonder, Herbie Hancock, Prince, George Benson, Dianne Reeves solo per citarne alcuni. Ha partecipato ai più prestigiosi festival jazz in giro per il mondo ed ha inoltre organizzato e diretto eventi musicali di ogni tipo, oltre ad aver raccolto un’impressionante numero di riconoscimenti e premi. Patrice si è formata attraverso lo studio della musica classica, ma giovanissima è rimasta folgorata dal jazz che è diventato il suo vero riferimento e la sua grande passione per almeno parte (la prima) della sua lunga carriera. La Rushen ha debuttato discograficamente all'età di vent’anni per l’etichetta Prestige, lavorando con il  grande sassofonista Joe Henderson. Nonostante il primo amore fosse il jazz, analogamente ai suoi contemporanei George Duke e George Benson, Patrice Rushen ha compiuto però, ad un certo punto del suo cammino artistico, un importante passaggio dal serio e rispettato jazz ad un approccio diretto alla fusion prima, per poi addirittura abbracciare l’r&b e la disco. Ed ecco che, una tastierista incredibilmente talentuosa, con una voce un po’ limitata ma dolce e gradevole, nel giro di pochi anni, è riuscita a piazzare i suoi spensierati e sofisticati singoli di successo in cima a tutte le classifiche internazionali. Il più famoso di questi è stato “Forget Me Nots” che nel 1982 è diventato una delle hit più suonate dalle radio. Patrice Rushen ha continuato a pubblicare album r&b anche in seguito, in qualche caso con un maggiore tasso di impegno ed una maggiore vicinanza con la funk più impegnato in altre situazioni restando ben ancorata alla musica più facile. In realtà non ha mai completamente dimenticato il mondo del jazz, collaborando a più riprese con grandi esponenti di questo genere o creando piccoli gruppi come ad esempio “The Meeting” che pur, suonando musica parzialmente contaminata, restavano impegnati. Questo cd riunisce in un unico album le prime due registrazioni di Patrice Rushen come leader. Prelusion uscì nel 1974 e Before The Dawn nel 1975. I due lavori ci rivelano che la Rushen aveva effettivamente un grande potenziale per il futuro, una promessa che fu purtroppo disattesa, almeno per quello che riguarda il mondo del jazz, dato che la ragazza come detto si lanciò ben presto nel prosperoso mare della musica commerciale. I due dischi dell’esordio sono molto belli: la musica è essenzialmente un avanzato hard bop elettrico con dei sapienti tocchi di fusion, non c’è quasi alcuna indulgenza verso il soul o il pop, poiché evidentemente, a metà degli anni ’70, la ragazza era ancora lontana dalle tentazioni da hit parade. Infatti le composizioni sono piuttosto complesse ed articolate, mediamente molto lunghe, sorprendentemente mature per una musicista di soli vent’anni. La pianista si esibisce indifferentemente sia al piano elettrico sia su quello acustico. Certamente Patrice suona ispirandosi al maestro Herbie Hancock ma lo fa mettendo in mostra una grande personalità ed anche una certa dose di originalità. Su Prelusion, il più jazzistico dei due album, ad accompagnare la Rushen è un settetto che comprende il sassofonista Joe Henderson (il solista più importante), il trombettista Oscar Brashear, il trombonista George Bohanon e il flautista Hadley Caliman, oltre alla sezione ritmica composta da Leon "Ndugu" Chancler alla batteria e Tony Dumas al basso. Qui appare forte l’ispirazione agli ensemble estesi di Oliver Nelson o a talune produzioni della CTI dello stesso periodo. Before The Dawn ammicca più palesemente al fusion jazz e si avvale di un gruppo quasi identico (senza Henderson) con ospiti prestigiosi quali il flautista Hubert Laws, il chitarrista Lee Ritenour e anche Harvey Mason alla batteria. L’atmosfera richiama vagamente agli Headhunters di Hancock, con il funk che scorre copiosamente tra le tracce. La cantante Josie James compare su "What’s The Story" che è una sorta di anticipazione della direzione che Patrice Rushen avrebbe preso in futuro: cioè dritta verso l’r&b ed il soul, per quanto il brano sia ancora tutt’altro che orecchiabile.Nel complesso questi due lavori di debutto, che avrebbero dovuto rappresentare solo un brillante viatico per la carriera della giovane tastierista, sono di fatto l’inizio ed il punto più alto della sua carriera artistica. Nel 1976 uscirà Shout It Out e la svolta commerciale per quanto sofisticata, sarà sotto gli occhi di tutti; non ancora sfacciatamente disco-oriented, ma di sicuro tendenzialmente molto più easy. La transizione definitiva della Rushen a cantante soul e r&b avverrà con i successivi quattro album, registrati per la Elektra Records: il vasto successo di pubblico che otterranno sancirà in modo inequivocabile la sua consacrazione a star internazionale e l’affievolirsi progressivo ed inesorabile dell’impegno nel jazz.