Mike Mainieri - Wanderlust


Mike Mainieri - Wanderlust

Continuando ad esplorare il mondo del vibrafono non posso non soffermarmi a parlare anche di uno specialista di grande talento e dai tratti artistici molto originali come Mike Mainieri  La sua diversificata e prolifica carriera parla da sola, così come la sua  eccelsa sensibilità esecutiva. Va detto in primo luogo che ha iniziato a suonare il vibrafono professionalmente all'età di 14 anni andando in tour con Paul Whiteman in un trio jazz chiamato Two Kings and One Queen. Si è poi esibito  con la band di Buddy Rich per un lungo periodo (dal 1956 al 1963) ed è quindi diventato un turnista molto richiesto,  apparendo in moltissimi dischi pop. Nel jazz Mainieri ha avuto la possibilità di lavorare con Benny Goodman, Coleman Hawkins e Wes Montgomery tra molti altri. All’inizio degli anni ’70  ha creato un collettivo di giovani talenti chiamato White Elephant che comprendeva i Brecker Brothers ed altri musicisti di studio che in seguito avrebbero raggiunto la notorietà. Infine nel 1979, ha formato il gruppo fusion Steps Ahead composto da alcune star internazionali del calibro di Mike Brecker, Don Grolnick, Eddie Gomez e Steve Gadd. Gli Steps hanno avuto negli anni  numerose reincarnazioni con una grande rotazione di artisti, rigorosamente di grande spessore. Curiosa ma interessante anche la sua collaborazione con i Dire Straits e con Pino Daniele.  E’ stato tra i primi a suonare il vibrafono elettronico o synth vibe.  Wanderlust è uscito nel 1981, il momento d’oro della fusion più aristocratica, quella contrassegnata da una particolare confidenza con il jazz ed è uno dei suoi lavori da solista più riusciti. Si tratta di un set che ha dei contorni più cupi rispetto ad alcuni dei suoi precedenti album, ma il caldo tocco del vibrafono del maestro Mainieri non viene mai a mancare così come la sua perfetta tecnica strumentale. L’album è ricco di contenuti musicali e spunti diversificati,  a volte anche difficili eppure mai davvero ostici.  Un lavoro curatissimo dove l’equilibrio compositivo e la ricerca timbrica sono uniti in una formula assai suggestiva, alternando brani di grande respiro ad assoli carichi di tensione. Wanderlust ripropone la tendenza di Mainieri a suonare i temi delle composizioni in simbiosi perfetta col sax di Michael Brecker ed a creare i corretti spazi per i suoi assoli nel contesto della partecipazione corale di tutti gli altri musicisti. Gli amici Steps Ahead innanzitutto: Michael Brecker, Peter Erskine e Warren Bernhardt . Un giovanissimo Marcus Miller già impegnato con la band di Miles Davis, Don Grolnick  e il percussionista Sammy Figueroa.  Le tracce sono gradevoli, fluide, misurate e incredibilmente fresche.  Alcuni brani sono composti con la volontà di spingersi fino ai confini estremi della fusion allontanandosi così dal jazz, ma mai in modo da risultare sgradevole. Si va dalla ritmata “Bullet Train” con il suo sapore brasiliano e funky insieme, alla world music jazzata di una lunghissima “Bamboo” ipnotica e circolare. Troviamo “Flying Colours” dai toni jazzistici più marcati o ancora un brano rilassato in stile quasi new age come “L’Image”. In un sapiente gioco di alternanze arriva “Pep’s” che scava più di altri nella tradizione, mettendoci un po’ di blues in un atmosfera noir e sensuale. Orgia elettronica in “Crossed Wires”, enigmatica e quasi progressive, in quello che probabilmente è il momento meno felice dell’intero album. Un momento romantico come “Sarah’s Touch” non poteva mancare, la bella melodia è scandita dal sax di Brecker e poi magnificamente esposta in molte variazioni dal vibrafono del leader. Chiude i giochi l’inusuale e riflessiva “Wanderlust”, un numero di Mike Mainieri suonato in perfetta solitudine tra echi e riverberi, quasi a voler suggerire un viaggio onirico nelle possibilità espressive del vibrafono. Mainieri, con Wanderlust, ha confezionato un album eccellente, vario e stimolante, nonché meravigliosamente suonato da tutti i musicisti coinvolti nel progetto. Il vibrafonista mette in mostra una assoluta padronanza strumentale, abbondanti dosi di buon gusto ed equilibrio e la sapienza di sapersi districare nella complessità della sua stessa musica con grande naturalezza e competenza.