Alphonse Mouzon – Mind Transplant


Alphonse Mouzon – Mind Transplant

Ci sono diversi batteristi che hanno contribuito a rendere, nel periodo compreso tra la fine degli anni ’60 e la fine degli anni ’70, la concreta realtà che oggi tutti conosciamo con il nome di jazz rock. In questo decennio, così ricco di ogni tipo di fermento musicale, tra i drummers, il nome che sembra catalizzare in particolare il maggior credito è quello di Billy Cobham, di cui ho già parlato esaminando il suo capolavoro “Spectrum”. Alphonse Mouzon però a mio parere non è da meno sia per la sua indiscussa maestria tecnica, sia per le capacità di composizione. Questi due mostri sacri della batteria quali sono appunto Alphonse Mouzon e Billy Cobham hanno talmente alzato il livello assoluto del loro strumento che tutti i batteristi delle successive generazioni hanno dovuto confrontarsi con la loro innegabile e straordinaria bravura. Mouzon, è doveroso ricordarlo, è stato a lungo il batterista dei Weather Report ed ha pubblicato moltissimi dischi in carriera, collaborando spesso con i più grandi nomi del jazz. Mind Transplant del 1974 è probabilmente il miglior album di Alphonse, un lavoro impegnativo, complesso, a tratti frenetico, è un vero esempio di jazz rock, quasi un manifesto. Molto del materiale è eseguito a grande velocità, frutto di tecnica sopraffina ma anche di una tendenza musicale che nel periodo si era molto affermata e dominava la scena, tuttavia non mancano alcuni momenti un po’ più rilassati. Non a caso Mouzon presenta come attrazione principale il chitarrista Tommy Bolin (lo stesso che figura in Spectrum di Billy Cobham,) un musicista che era in grado di suonare qualsiasi cosa con aggressiva e fulminea rapidità. Le melodie sono sempre nervose, e non certo di facile lettura proprio per la loro intricata struttura, ma l’album appare comunque molto solido e ispirato, carico di tensione. Alphonse Mouzon e Tommy Bolin sono un’eccellente accoppiata e si spingono a livelli di creatività ed abilità che pochi altri possono raggiungere. Cruda e potente, la musica di Mind Transplant è esattamente ciò che ha reso il jazz rock uno stile musicale così vitale, in particolar modo a metà degli anni ‘70. Non è un disco facile, Mind Transplant, come non erano facili gli album della Mahavishnu Orchestra, dei Weather Report o dei Soft Machine, e va necessariamente inserito nel contesto storico nel quale è stato composto e pubblicato. Anche per questo è una registrazione che non ha mai goduto di grande popolarità ma è comunque da considerarsi come una delle migliori opere del genere di tutti i tempi. Il drumming di Mouzon è sempre pirotecnico, si pone ai vertici della tecnica e qualche volta forse li oltrepassa per una sorta di giustificato auto compiacimento, ma siamo al cospetto di un gigante della batteria e qualche indulgenza gliela concediamo volentieri.