Bennie Maupin - Moonscapes


Bennie Maupin - Moonscapes

Bennie Maupin è un clarinettista, flautista e sassofonista statunitense nato a Detroit, nel 1940. La relativa fama di Maupin è data certamente dalla sua bravura come specialista del suo strumento, ma la sua notorietà deriva principalmente dal fatto di essere stato a lungo il sassofonista di Herbie Hancock (nel sestetto di Mwandishi e con gli Headhunters). Poi, naturalmente, anche per aver preso parte all'incisione dell'album di Miles Davis Bitches Brew, considerato uno dei primi album di fusion della storia del jazz. Ma sono importanti anche le collaborazioni di Maupin con  numerosi altri musicisti, tra questi Horace Silver e Roy Haynes. Bennie è dotato di uno stile di improvvisazione armonicamente molto ardito ma ha tuttavia un senso della melodia abbastanza diverso da quello di molti dei suoi colleghi. A momenti sembra possedere dei tratti stilistici simili ad esempio ad Eric Dolphy o più ancora al suo riferimento Roland Kirk. Dal punto di vista compositivo è solito creare delle brevi melodie che servono come punto di partenza per più lunghe ed articolate costruzioni improvvisative. È molto suggestivo l’uso frequente che Maupin fa del clarinetto basso, uno strumento mai troppo utilizzato e che ha invece dei colori musicali di grande impatto. Moonscapes è il terzo album solista del sassofonista di Detroit, e nonostante la volontà da parte dell’etichetta discografica di orientarlo verso un prodotto più commerciale, Maupin è riuscito nell’intento di non permettere a quelle pressioni di rovinare irrimediabilmente la sua visione musicale. La pausa di quasi un ventennio che è seguita alla pubblicazione di Moonscapes può solamente lasciare il campo a semplici congetture su quale effetto possa aver avuto, sulla carriera di Bennie, l’aver tirato dritto per la sua strada. Ma certo essersi inimicato le major discografiche deve aver pesato e non poco. L’album suona profondamente diverso dal riferimento dato dal sestetto di Mwandishi di Hancock. Viceversa la presenza di alcuni membri degli Headhunters sembra aver influenzato fortemente le sonorità ed il tenore generale di Moonscapes. In particolare la sezione ritmica, formata dal batterista prototipo del jazz funk Harvey Mason, dallo straordinario bassista Abraham Laboriel e dal percussionista Mingo Lewis contribuiscono ad infondere una maggiore dinamica ed un radicale slancio al lavoro di tutta la band ma anche alle composizioni dello stesso Maupin. Il gruppo è completato dal cristallino talento di un giovane Bobby Lyle alle tastiere e dalla presenza del chitarrista Mike Sembello. Il groove prodotto da questa formidabile riunione di artisti può essere apprezzato fin dall'inizio nei complicati riff  dove si intrecciano basso, chitarra e clavinet, base dell’ipnotico funk del brano d’apertura "Nightwatch". La musica di Moonscapes viene di tanto in tanto completata dall’uso dei synth che, con discrezione, infondono alcuni brani di una atmosfera cosmica, della quale Maupin ha sempre apprezzato le suggestioni. Come succede ad esempio in "A Promise Kept", dove subito dopo l’intro “astrale”, parte un sincopato funk, terreno fertile per il clarinetto basso del leader, che passa quindi al sax soprano per regalarci un assolo assai emozionante. Anche il breve "Crystals" che chiude l’album ritrova un inquietante scenario sottolineato dai synth sul quale il sax tenore di Maupin dipinge una struggente melodia quasi impressionista. "Just Give It Some Time" sorprende per la leggerezza e l’orecchiabilità quasi da smooth jazz e vede curiosamente protagonista anche il chitarrista Mike Sembello, normalmente utilizzato quasi solo come attivo ed ispirato motore propulsivo e ritmico. Il suo assolo non è forse memorabile, probabilmente perché un po’ fuori dal contesto, ma l’impeccabile ed emozionante assolo di sax di Maupin cattura l’attenzione ancora una volta. Bennie ci regala alcuni tra i momenti più salienti nel tributo al grande Roland Kirk con l'intensa "Farewell To Rashaan", dove si percepisce tutta l’autenticità del suo omaggio al maestro ed il trasporto spirituale dell’artista. "Sansho Shima" è un brano già registrato in precedenza che viene reinventato rispetto alla versione presente su Secrets di Hancock. L'effervescenza del drumming frenetico di Mason e le scoppiettanti linee di basso di Abraham Laboriel contagiano tutta la band, consentendo a Maupin un eccellente lavoro al sax soprano. Moonscapes rimarrà per vent’anni l'ultimo album di Bennie Maupin, che solo nel 1998 pubblicherà nuovamente qualcosa. L'ascoltatore troverà qui una raccolta di jazz elettrico molto ambizioso, ricco di suggestioni e spunti estremamente interessanti. Il suo stile molto personale, distribuito tra sax soprano e tenore, clarinetto basso e flauto, in queste sette tracce può essere apprezzato in tutta la sua forza espressiva. Moonscapes è un album che si erge molto al di sopra della maggior parte della produzione jazzistica del 1978. È un disco raro e prezioso da non lasciarsi sfuggire.