Raul De Souza – Sweet Lucy


Raul De Souza – Sweet Lucy

Raul de Souza (nato il 23 Agosto 1934, a Rio de Janeiro in Brasile) è un trombonista che in carriera ha registrato con Sérgio Mendes, Flora Purim, Airto Moreira, Milton Nascimento, Sonny Rollins, Cal Tjader e la band jazz fusion Caldera (di cui ho parlato precedentemente in un post dedicato). Dopo il suo trasferimento negli U.S.A., il compositore, pianista e produttore americano George Duke, da sempre affascinato dalle sonorità brasiliane ed incantato dal suono caldo e corposo di Raul, decise di produrre, a metà degli anni 1970 per la Capitol Records, il primo album di Souza. Il lavoro si intitolava Sweet Lucy ed a questo sono seguiti altri due dischi che però erano quasi completamente privi di contenuti jazzistici. Erano album molto commerciali che probabilmente furono pubblicati per cercare di accodarsi alla tendenza disco soul degli anni ’80, ormai dilagante. Raul De Souza è uno dei grandi misteri del mondo del jazz. All’inizio degli anni ‘70, dopo una gavetta lunga un decennio, era palese che il trombonista brasiliano avesse un sacco di frecce al suo arco. Possedeva un suono caratteristico e accattivante, un grande timbro strumentale, una versatilità fuori dal comune, ed infine moltissimo calore ed una bella sensibilità. Ed allora per quale motivo, negli anni ’80 e '90, è quasi sparito dalla scena? In un mondo ideale, De Souza avrebbe costruito sul suo talento una grandissima carriera ed un catalogo consistente. Purtroppo, la sua storia discografica fu invece di breve durata, e riprese vigore solo dal 2000 in avanti dopo il suo ritorno in Brasile. Una spiegazione potrebbe stare proprio nella natura stessa del suo strumento, il trombone, non esattamente il più popolare tra quelli in uso. Un’altra motivazione potrebbe forse risiedere nelle scelte poco felici a livello di produzione, dove la chimera di un facile successo produsse più danni che benefici. Verosimilmente fu la combinazione delle due cose. Ad ogni modo Sweet Lucy è un album interessante, nel quale si sente la mano di George Duke, ma l’orientamento verso uno stile più commerciale è ancora piuttosto sfumato, e la componente jazzistica è invece ancora molto presente. Non mancano i brani leggeri ed orecchiabili, molto funk vocal oriented come "Wires" e la title track stessa (entrambi scritti da Duke). Ma sono i pezzi strumentali fusion e pop-jazz quelli dove De Souza brilla davvero. Ad esempio quando si distende su  un grande brano come "Bottom Heat", o quando mette in mostra tutto il suo lirismo pieno di feeling sulla ballata "Wild And Shy". In altri pezzi da lui stesso scritti come “Banana Tree”, “At Will” o “A Song Of Love” De Souza mostra un grande potenziale come solista e come compositore. Egli riesce ad infondere di colore brasiliano anche il più moderno schema funk jazz delle sue canzoni, con ottimi risultati. La traccia più debole di Sweet Lucy è un riadattamento della ballata brasiliana Canção do Nosso Amor, che diventa qui "New Love” e dove Raul tenta inopinatamente di cantare. La canzone è bellissima, ma De Souza non gli rende giustizia perché, in tutta onestà, lui semplicemente non può cantare. Sottolineo che oltre tutto non ha bisogno di usare le sue corde vocali perché è in grado di far "cantare" magnificamente il suo trombone, come pochi riescono a fare. Il suo controllo dello strumento, la sua maestria ed il suo caratteristico sound fanno sì che Sweet Lucy sia (quasi tutto) un eccellente e gradevole album. Oltre che per la scoperta di un musicista poco noto è un'ottima occasione per familiarizzare con il trombone e apprezzarne i toni caldi ed avvolgenti.