The Groovechaser - Dig A Little Deeper



The Groovechaser - Dig A Little Deeper

Questa volta parliamo di un gruppo quasi amatoriale, diciamo artigianale, come si evince anche dalla veste grafica della copertina, davvero spartana. E' un collettivo musicale formato da musicisti di talento, professionalmente ineccepibili, ma privi di qualsiasi supporto promozionale e di qualsivoglia appoggio commerciale da parte delle etichette discografiche. Inglesi, di stanza nel Kent, sono addirittura a disposizione di chi li vule ingaggiare per serate ed eventi riservabili su richiesta, contesto nel quale eseguono cover di Herbie Hancock, Miles Davis, Crusaders, Average White Band, Cannonball Adderley, Sonny Rollins, e molti altri. La band spazia così dal jazz mainstream al soul, al funky mettendo in scena uno spettacolo musicale trascinante e di grande spessore artistico. Non manca però un massiccio quantitativo di materiale originale, di chiara matrice jazzistica o quanto meno di ispirazione jazz. Come dire: li volete per il vostro matrimonio? O per il vostro compleanno, o magari per una serata particolare in un pub? Basta contattarli. Con le loro forze i componenti della band si sono auto prodotti Dig A Little Deeper, album per il quale non potrebbe esistere un titolo più appropriato. I Groovechasers sono relativamente sconosciuti, ma alla luce dei contenuti musicali di questo lavoro meriterebbero senza dubbio miglior fortuna. Pur essendo il disco permeato di deja vu e richiami più o meno palesi ai grandi maestri, una genuina e schietta passione anima le performance dei Groovechasers, che tenendo fede al proprio nome fanno proprio del groove il loro marchio di fabbrica. Con il suo mix di strumenti acustici ed elettronici e l'uso massiccio di soul, funk e ritmi latini, l'ispirazione sembra essere principalmente il jazz degli anni '70 e '80.  Ma, come suggerisce il titolo, questo album "scava un po 'più in profondità" nella storia del jazz e ritrova molti echi del passato: un sapore di New Orleans in alcuni degli assoli, un accenno di Duke Ellington e Charles Mingus negli accordi e, sempre sullo sfondo, l'immancabile voce del blues. L'album è caratterizzato da quelle qualità, essenziali nel jazz, che sono il calore e la passione. I due sassofonisti, John Elmer e Fred Cogger possiedono entrambi il tipo di sound originale ed il senso dello swing che ci suggerisce una certa affinità con alcuni dei grandi maestri dello strumento e Andy Mura, alle tastiere, si muove senza sforzo tra i vari stili con Joe Sample come riferimento. John Bowles si carica degli oneri e degli onori della chitarra con assoli di grande effetto, sia con l’elettrica che con l’acustica, dettando al contempo gli immancabili groove ritmici.  Nel frattempo nel vero cuore della sala macchine del ritmo, Bryan Chattam e Tony Harlow fanno esattamente ciò che è necessario, Bryan  fornisce la perfetta base di batteria per i groove di basso di Tony, ispirati da Jaco Pastorius. In conclusione Dig A Little Deeper è un lavoro sincero, diretto, senza grosse velleità: semplice con la consapevolezza di esserlo. Alla fine non delude, pur non brillando per originalità. Il buon successo di alcuni brani nelle radio specializzate inglesi e d'oltre oceano testimonia che questi signori non più giovanissimi, in verità, sanno come si fa della buona musica.