Coleman Hawkins – Desafinado


Coleman Hawkins – Desafinado

Coleman Hawkins, detto anche "Hawk" o "Bean", è stato il primo importante sassofonista tenore della lunga storia del jazz e rimane uno dei più grandi di tutti i tempi. Hawkins è universalmente riconosciuto come il padre del sassofono jazz, e come il musicista che ha contribuito all'identificazione tra jazz e sassofono. Fino all'avvento del suo rivale Lester Young e dei bopper che (in parte) ne seguirono le orme stilistiche, il suono e il fraseggio di questo genio della musica definirono in modo più preciso l’ancia regina del jazz per antonomasia. Giusto per raccontare un aneddoto su Hawk, Lester Young ricorda che la moglie di un musicista che lo ospitava, gli suonava ogni giorno i dischi di Hawkins perché egli imparasse a suonare come lui (cosa che Young non aveva la minima intenzione di fare). Anche negli anni successivi, fino alla sua morte ed oltre, i sassofonisti si differenziarono per la sonorità alla Hawkins o alla Young. La sua interpretazione di Body and Soul del 1939 resta la massima espressione per quel brano e per l'era, alla pari di altri classici come West End Blues di Louis Armstrong. Coleman Hawkins è stato un musicista costantemente al passo con i tempi, la cui conoscenza di accordi ed armonie era semplicemente enciclopedica e che, in un periodo di circa quarant’anni (1925-1965), è stato in grado di tenere testa a qualsiasi altro sassofonista. Che Coleman Hawkins abbia seguito la tendenza musicale della bossa nova, iniziata da Stan Getz nel 1962, è stata forse un po' una sorpresa per i suoi fan, ma che il suo linguaggio artistico ci si potesse ritrovare non è certo un caso. Lui è sempre stato un jazzista in grado di adattarsi a qualsiasi stile nel corso della sua lunga carriera, per questo, per il suo “Desafinado”, il leggendario sassofonista ha scelto i classici della musica brasiliana di maestri come Antonio Carlos Jobim, João Gilberto, Jayme Silva, più un originale di Manny Albam ed un altro composto da lui stesso. C’è da dire che sul finire del 1962, la determinazione nello spingere Hawkins ad affrontare questo progetto  da parte del produttore Bob Thiele e del direttore musicale Manny Albam era fortissima: il risultato è un album di alta qualità e davvero senza tempo. La differenza rispetto ad altri lavori di bossa nova sta nella formazione  e nel relativo dispiegamento di due chitarristi: Barry Galbraith (solista) e Howard Collins (ritmica) vennero registrati in canali stereo separati, niente pianoforte, e la ritmica era composta dal bassista Major Holley ed un inedito set di percussioni latine con Eddie Locke, Willie Rodriguez e anche Tommy Flanagan. Il brano “Desafinado” viene qui eseguito splendidamente e Hawkins mette in mostra tutta la sua tecnica e quel caratteristico e morbido sound che è la sua firma distintiva. "One Note Samba" è altrettanto bella in una interpretazione molto rispettosa dell’originale, Hawkins soffia nella sua ancia emettendo il tipico sospiro ad inizio fraseggio che rende tutto molto sensuale. E’ su "O Pato" (The Duck) che Hawkins diventa però più creativo aggiungendo spunti da "Take the 'A' Train" di Duke Ellington.  L’originale "Stumpy" è adattato in "Stumpy Bossa Nova"  e Coleman lo ha ricavato a sua volta da "Groovin' High" di Dizzy Gillespie, con un piccolo assaggio di "The Man I Love" accennato alla fine. "Samba Para Bean" di Albam è una composizione originale dell’arrangiatore, fresca e brillante, sulla quale Locke  mette in mostra il lavoro con le spazzole sui piatti della batteria. "I Remember You" è uno standard ben interpretato, senza forzature pur se trasposto nel linguaggio della bossa. "Um Abraco No Bonfa" è l’omaggio di Joao Gilberto a Luiz Bonfá,  con un bel intervento di chitarra da parte Galbraith e la solita splendida e profonda voce del tenore di Coleman Hawkins. Incrocio di samba e bossa per "I'm Looking Over a Four Leaf Clover", una canzone melodicamente un pò banale che la band rende più interessante. Desafinado è un album dedicato alla bossa nova ed ha uno stile semplice e diretto, un sound che bada all’essenza stessa della musica carioca attraverso il linguaggio del jazz. Complessivamente è perfettamente adatto all'amabile, bonario, e rilassato modo di suonare di Hawkins che viene esaltato e messo in primo piano dall’architettura sonora degli arrangiamenti e dall‘essenzialità della band. Hawkins ha lasciato in eredità uno stile ed un approccio tecnico che lo rendono uno dei sassofonisti tenori più venerati della storia del jazz, al pari di altri mostri sacri quali Lester Young, John Coltrane o Ben Webster. All’interno della sua lunga discografia questa registrazione di pura bossa nova merita un posto speciale anche per la sua unicità.