Djavan - Lilàs


Djavan - Lilàs

La musica brasiliana è una corrente molto particolare nel panorama internazionale. Per molti versi è un universo a parte, spesso anche piuttosto sconosciuto al grande pubblico. Inoltre ha il potere di dividere in modo molto netto chi la ama da chi invece non la sopporta. Appartengo alla prima categoria. Certo non posso affermare che mi piaccia tutta, ma ad esempio la bossa-nova jazz o il funky made in Brasil non li disdegno affatto. E poi c'è Djavan. Djavan è un cantautore, e nel contesto della musica brasiliana è anche un fenomeno del tutto anomalo e particolare. Intanto va detto che tra i musicisti, a livello mondiale, è molto stimato. E infatti le sue collaborazioni fuori dal Brasile sono prestigiose: David Foster, Stevie Wonder, Lee Ritenour, Al Jarreau, Manhattan Transfer e mi fermo qui ma potrei continuare. Una curiosità: in Italia ha lavorato con Loredana Bertè (un album intero, Savoir Faire) e recentemente Fiorella Mannoia. Insomma il personaggio è di quelli dotati di talento vero e caratura internazionale. Partendo dalla tradizione musicale brasiliana Djavan ha sviluppato presto le contaminazioni con alcune sue passioni come il funky che spesso echeggia nelle sue canzoni, il pop sofisticato ed elegante, perfettamente tagliato per il suo modo di comporre ed infine la musica africana. Da questo crogiolo di stili solidamente costruito sulle radici "brasileire" Djavan ha tirato fuori questo Lilàs, certamente il suo lavoro più significativo insieme al precedente Luz. L'album, molto bello, elegantemente arrangiato e prodotto in maniera sontuosa da David Foster è una gemma nascosta e vale la pena di assaporarlo. Preferibilmente vicino al mare, su una spiaggia, comunque nella natura, sorseggiando una caipirinha ed immaginandosi a Rio. Interamente cantato in portoghese è pervaso di atmosfere funky/pop per tutta la sua durata, con due valide eccezioni: la ballata Esquinas, molto dolce e romantica ed il classico samba Obi, allegro e solare come ti aspetti dalla proverbiale esuberanza sudamericana. Per il resto non ci sono punti deboli, da citare Lilàs, la title track che è un brano che resta in testa al primo ascolto e Infinito che parimenti è una canzone godibilissima. Musica brasiliana d'autore, dunque, ma secondo me fruibile da un pubblico più vasto di quello che solitamente ama il genere. Suggestioni che aprono orizzonti molto più universali ed offrono al contempo, all'ascoltatore più curioso, l'occasione per indagare meglio sul fenomeno musicale chiamato Brasile, dove certamente non mancano le sorprese interessanti ed inaspettate. Ventidue sono gli album di Djavan ad oggi, ma numerosissimi sono tutti gli altri artisti che al pari suo offrono un'alternativa alla "solita" musica. Provare per credere...