Jamiroquai – Emergency On Planet Earth


Jamiroquai – Emergency On Planet Earth

Negli ormai lontani giorni in cui il grunge teneva banco sul mercato discografico ed otteneva consensi di pubblico in ogni parte del mondo, anche l’acid jazz (soprattutto in Europa) riusciva a ritagliarsi un suo piccolo spazio. Fu quindi certamente una piacevole novità trovare una band in totale contrasto con le tendenze del momento. Quella band erano i Jamiroquai. Anche se per qualcuno potevano essere visti come una sorta di imitazione di Stevie Wonder (per via della vocalità affine del loro leader), gli Jamiroqaui ed il suo front man di grande talento Jay Kay erano invece sufficientemente innovativi per esprimersi in modo originale in una miscela di funk acido, psichedelia e house/disco music che si discostava significativamente da tutto ciò che si era ascoltato. Gli Jamiroquai nel breve volgere di una stagione  sono diventati un gruppo universalmente popolare, scalando le classifiche di quegli anni così come anche quelle di oggi. Il materiale degli inizi è probabilmente la migliore rappresentazione dell’ unicità del loro suono, anche alla luce di quanto l’evoluzione successiva degli Jamiroquai abbia mostrato prendendo una direzione più pop. Il loro album di debutto “Emergency On Planet Earth” è un diamante grezzo, ruvido ed essenziale, ma pur sempre una gemma. Il suo valore non è celato, è palese, risulta evidente: si percepisce fin dalle prime note. Selvaggio, ribelle, vivo. Va dalle profonde vibrazioni ancestrali del didgeridoo alle impennate melodiche sottolineate da un uso sapiente e caratteristico degli archi e dei fiati. Nel corso degli anni Jamiroquai ha creato un marchio di fabbrica inconfondibile e particolare, immediatamente riconoscibile. Per coloro che hanno familiarità con le ultime uscite della band, la produzione più recente li ha visti preferire canzoni più orientate alla dance rispetto ai primissimi lavori. Emergency On Planet Earth però, è un album focalizzato esclusivamente sul puro sound Jamiroquai e tutta la sua architettura musicale non indulge a scelte commerciali o a compromessi. Nel 1993 Jay Kay e i suoi Jamiroquai erano effettivamente un gruppo collettivamente al lavoro su un progetto di musica, su un’idea ben precisa, dove tutti i musicisti avevano uno spazio creativo. Tra questi quello che merita una menzione particolare è l’ex membro e bassista Stuart Zender che ha dato un’impronta significativa al suono originale del gruppo. Quello che si ascolta in questo folgorante debutto è il gruppo al suo meglio, raramente succede che una band raggiunga il suo top con il primo lavoro, ma probabilmente nell’esplosione creativa di Emergency On Planet Earth è racchiusa la vera essenza di Jay Kay e dei suoi compagni. La prima canzone When You Gonna Learn (Digeridoo), ci presenta immediatamente la sostanza e la sintesi di tutta la filosofia musicale di Jamiroquai: è una fusione funk creata da complesse linee di basso e intricate figure percussive, condite e rifinite con una melodia irresistibile. Too Young To die è il brano che ha portato la band alla ribalta internazionale: pur se sono evidenti le citazioni del miglior Stevie Wonder questo è un pezzo fantastico sia dal punto vista melodico che per l’arrangiamento. Articolato, vario, inframmezzato da fiati potenti e da quei contrappunti di archi che Jay Kay riesce ad inserire con perfetta scelta di tempi e grande misura. Hooked Up rimane nel campo del funk più genuino, batteria e percussioni creano il tappeto ritmico sul quale la sezione fiati imbastice i suoi riff e consente al potente basso di Zender e alle tastiere di ricamare le giuste armonie. Più rilassata, almeno all’inizio If I like It, I Do It , appare più canonicamente in formato canzone anche se poi arriva l’immancabile esplosione ritmica. Ma la cosa che incanta è la qualità della scrittura musicale di quello che all’epoca era davvero un ragazzino. Il piccolo, magrolino Jay Kay mostra invece la sua travolgente energia e tutto il suo talento innato di artista e musicista unito a delle doti vocali non comuni e lo fa al suo debutto discografico, una cosa davvero rara. Music Of The Mind è uno strumentale dove a farla da padrone è il basso elettrico di Zender suonato in modo quasi fisico e tenuto in primissimo piano. Il brano suona in perfetto stile acid jazz, pescando nella tradizione black degli anni ’70 con un favoloso piano elettrico, i  suoni di synth vintage e la melodia dettata dagli archi e dai fiati. La title track ci consegna la filosofia ecologista, ribelle ed anti sistema nelle parole della canzone riassumendo al contempo nella musica stessa una sorta di compendio estetico del funk e della disco.  Whatever It Is, I Just Can’t Stop si ritrova perfettamente nell’immaginario di quello che dovrebbe essere un brano funk in piena regola: ritmi sincopati, basso muscolare, clavinet e Rhodes a dettare l’armonia e su tutto la vocalità strabordante di Jason.  Blow Your Mind è semplicemente straordinaria: ha un ottimo inciso strumentale, il ritmo coinvolgente che trasmette facilmente movimento al corpo ed una melodia che inevitabilmente resta in testa, come gran parte dell’album, del resto. Tutto completato dalla solita sezione ritmica, sempre gagliarda, e dagli interventi delle tastiere tesi a creare strane ed evocative atmosfere quasi spaziali, in particolare nel finale. Revolution 1993 con i suoi oltre 10 minuti è certamente uno dei momenti migliori in assoluto della storia della band. Dopo un inizio molto particolare, quasi declamato da parte di JK, con la batteria in sottofondo a ribadire i concetti “rivoluzionari” e i fiati a ripetere ossessivamente un martellante riff, a partire dal minuto 3:21, ecco il primo cambio di passo. Si entra in un’atmosfera psichedelica, e subito un flauto molto “jazz” ci porta in pieni anni ’70. Ma il brano è mutevole ed in costante movimento e dopo un altro momento cantato e i soliti fiati, ecco che arriva l’assolo, questa volta di tromba, dhe ci riporta in pieno funk jazz. Favoloso. Ci sono tanti momenti di puro genio su Emergency On Planet Earth: questo è uno dei più grandi album di funk della storia. Funk è comunque un termine riduttivo in questo caso, perché si tratta di musica che taglia in due le definizioni si stile. E’ varia, intelligente e fresca come raramente capita di ascoltare. Ancora oggi a ventiquattro anni dalla sua pubblicazione suona attuale e prepotentemente innovativo. Insieme al suo sequel The Return Of The Space Cowboy, che forse aggiunge ancora qualcosa alla bellezza di questo debutto, gli Jamiroquai ci hanno regalato momenti di grandissima musica. Emergency On Planet Earth è un album caldamente raccomandato, è essenziale per i fan di Jason Kay e della band ma è consigliato anche per coloro che fossero scettici. E’ un dato di fatto: in questo trentennio non c’è stato molto di meglio dei Jamiroquai.