Gil Scott Heron – It’s Your World


Gil Scott Heron – It’s Your World

Sono un estimatore di Gil Scott Heron da molto tempo. La sua difficile storia di uomo e di artista mi ha sempre affascinato, alcuni dei suoi album sono certamente opere degne della massima attenzione e spero che il mio piccolo contributo alla sua conoscenza, renda a Gil  almeno un po’ della considerazione che merita. Gil Scott Heron è uno dei più importanti progenitori della musica rap, la sua poetica aggressiva e senza fronzoli ha ispirato intere legioni di rapper, mentre il suo talento nello scrivere, oltre che i testi, anche delle belle canzoni lo ha portato ad essere un musicista di culto (purtroppo) per una ristretta cerchia di estimatori. Nato a Chicago, Scott-Heron trascorse la maggior parte dei suoi anni liceali nel Bronx, dove visse in prima persona molte delle esperienze che più tardi diventarono il materiale di base per la sua scrittura. La letteratura è stato il suo primo grande amore fin da ragazzo: prima la poesia e poi il romanzo sul quale concentrò la sua carriera di scrittore. The Vulture è tuttavia la sua unica pubblicazione. Questo doppio album di Gil Scott-Heron, circa due terzi del quale è stato registrato dal vivo a Boston tra il 2 ed il 4 luglio del 1976, rivisita la maggior parte della sua produzione tra il 1970 ed il 1975. A prescindere da come gli anni abbiano ovviemente sbiadito i temi politici, una volta attuali, come Nixon, Agnew, e  il Watergate bisogna dire che l'album perde poco del suo forte impatto emotivo. Quattro canzoni sono registrate in studio ("It’s Your World", "Possum Slim", "New York City" e "Sharing"), ed anche se sono all'altezza degli standard abituali jazz / blues / pop di Heron, va detto che il disco si fa preferire nei momenti live. Come spiegato nelle note di copertina riscritte del 2000, The Midnight Band era una band molto coinvolgente dal vivo: ascoltare la vivace, elettrizzante, interpretazione di "The Bottle", lunga tredici minuti per uno dei brani più famosi di Heron, è tutto ciò che serve per capire il motivo per cui il termine “conivolgente” venga sottolineato. Ancora più importante, questi brani non hanno perso nulla della loro lirica incisività nel corso degli anni, come vuole la migliore tradizione della musica di protesta. Musicalmente la band risulta coesa e carica, rifinita anche nelle sfumature, ma abbastanza sciolta per aprirsi a delle energetiche ed interessanti jam session. Il piano elettrico del fido collaboratore di Scott Heron, Brian Jackson domina la scena sciorinando assoli di pregevolissima fattura. Il suono che scaturisce da It’s Your World è decisamente caratterizzato dalle ritmiche latineggianti, dal flauto ed appunto dal piano, con una affinità con Santana e Mongo Santamaria. Si respira un’atmosfera fortemente venata di jazz, soprattutto sul tributo a John Coltrane intitolato "Trane", dove è l’ottimo sax tenore di Bilal Sunni-Ali a condurre il gioco. La profonda,  inconfondibile voce di Scott-Heron è di volta in volta rilassante o tagliente, ed infonde la musica con il cuore e l'anima. Il suono resta vivo e stimolante anche durante le improvvisazioni più lunghe. Brani come "Home Is Where the Hatred Is" esplodono in queste estese versioni dal vivo che diventano delle letture definitive di queste canzoni impegnate. Rimasterizzato in occasione della sua ristampa, It’s Your World scoppietta di energia, presentando una band al suo picco creativo e musicale, mettendo l'ascoltatore praticamente sul palco, in primo piano, immerso in un’esibizione straordinaria di un grande artista, purtroppo troppo spesso dimenticato. Questo è senza dubbio uno dei migliori album di Gil Scott-Heron, una sorta di capsula del tempo che ci proietta nel cuore degli anni ‘70, sia musicalmente, sia culturalmente. It’s Your World è una valida prova dell’intelligenza musicale e dell’arguzia lirica dell'artista: un esperienza di ascolto in costante movimento.