Rodney Franklin – You’ll Never Know


Rodney Franklin – You’ll Never Know

Che fine ha fatto Rodney Franklin? Non è il titolo di un film, non è una nuova serie tv. E’ una domanda lecita che sorge spontanea in tutti coloro che all’inizio degli anni ’80 avevano visto nel giovane talento californiano una promessa per la jazz fusion e lo smooth jazz a venire. Tastierista con studi di jazz alle spalle e una vocazione precoce (ha iniziato a soli sei anni), Franklin è nato a Berkeley nel 1958, e la sua specialità è il piano acustico, strumento con il quale mostra un feeling particolare ed una tecnica di prim’ordine. Prima di approdare ad una carriera solistica si è fatto le ossa lavorando con John Handy e poi con Freddie Hubbard, Marlena Shaw e Bill Summers. Nel 1978 ecco finalmente il suo debutto discografico intitolato “In The Center” che già faceva vedere grandi potenzialità e indicava la direzione che Rodney avrebbe preso: quella di un contemporary jazz dalle forti tinte funk e fusion. Ma è nel 1980 che Franklin spacca le classifiche, non solo americane, con un brano come “The Groove”. La canzone diventa un incredibile successo internazionale, viene trasmesso a ripetizione dalle radio di tutto il mondo e fa da apripista all’uscita del secondo album “You’ll Never Know”. La formula è semplice: un riff di pianoforte irresistibile, un accattivante ritmo shuffle ballabile e un arrangiamento praticamente perfetto. Negli anni successivi escono nove album a suo nome, dei quali nessuno avrà un particolare successo e soprattutto nessuno lascerà veramente il segno a livello artistico, forse anche a causa di un eccessivo sbilanciamento verso un genere fin troppo commerciale. Irrimediabilmente lontano dal jazz, eccessivamente edulcorato, Franklin ha parzialmente disatteso tutte le premesse che i moltissimi appassionati avevano riposto in lui dopo i primi due album e dal 1992 di lui non si hanno più tracce discografiche di alcun genere. Rodney è il perfetto esempio del musicista e improvvisatore jazz che non ha vissuto a fondo il suo enorme potenziale. Registrato nel 1979 e pubblicato nel 1980, You’ll Never Know” è ad ogni modo la sua registrazione più bella ed essenziale. L’album ha un piede nella fusion e l'altro in una sorta di leggero jazz post-bop orchestrale, ma comunque si voglia classificarne il contenuto, è semplicemente un bel lavoro. Il disco, come ho già sottolineato è molto conosciuto per il suo singolo "The Groove", un contagioso gioiello jazz-funk che ha goduto di una massiccia programmazione radiofonica e di ottime vendite, il che è già una rarità per qualsiasi tipo di jazz strumentale. La maggior parte delle altre tracce di You’ll Never Know non ha la stessa immediatezza di "The Groove", tuttavia non manca certo di interesse e rivela perfino una maggiore complessità ed una rimarchevole intensità. Franklin brilla sia come compositore che come solista su diversi pezzi che vanno dal misterioso "The Watcher" ricchissimo di atmosfera e affascinante nel suo ipnotico andamento rilassato e quasi cosmico. Un saggio della bravura di Rodney Franklin ci viene dato con "Return" eseguito in perfetta solitudine ed ispirato al maestro McCoy Tyner, bellissimo. Notevole anche "Journey" anche questo per piano solo, brano nel quale si respira quasi un’aria new age. “God Bless The Blues” evidenzia le potenzialità del pianista in veste di performer jazzistico in senso stretto: fluidità e tocco morbido e vellutato per un pezzo molto bello scritto da lui stesso come tutto il resto del materiale di questa registrazione. “Parkay Man” è per contro una canzone funky a tutti gli effetti, con i classici coretti femminili, basso slap ed un groove scandito dal pianoforte del leader in modo perfetto. Ad aprire l’album c’è “Felix Leo”: un numero fusion piuttosto articolato e complesso che vede Rodney più in secondo piano in favore dell’orchestrazione molto ricca e degli interventi dei fiati.  Anche se Franklin aveva solo ventun anni quando questo album è stato registrato, appare evidente come egli avesse già sviluppato il proprio sound, la propria firma musicale. Uno stile indubbiamente influenzato da Mc Coy Tyner e Herbie Hancock ma anche George Duke, Chick Corea e Lonnie Liston Smith. E' sconcertante che un artista promettente e dotato come Rodney Franklin abbai smarrito la sua creatività così presto, facendoci solo immaginare cosa avrebbe potuto fare nel corso della sua carriera se avesse continuato sulla strada di album belli come questo You’ll Never Know” o del precedente “In the Center”. Forse il successo travolgente ed imprevisto della sua hit The Groove è stata una delle cause, avendo indotto Franklin a optare per i più facili guadagni della musica leggera piuttosto che inoltrarsi in modo definitivo sulle impervie ed avventurose strade del jazz. Ma la domanda iniziale ancora non ha una risposta: “che fine fatto Rodney Franklin?”