Bunny Brunel - Dedication


Bunny Brunel - Dedication

Bunny Brunel è un bassista straordinario, anche se forse è meno conosciuto di altri specialisti dello strumento che più o meno recentemente hanno raggiunto la fama di star internazionali. A testimonianza delle sue capacità però ha suonato e registrato con una lista lunghissima di esponenti di rilievo di ogni genere musicale. Giusto per citare qualche nome: Chick Corea, Herbie Hancock, Wayne Shorter, Tony Williams, Jack DeJohnette, Al Jarreau, Natalie Cole, Stevie Wonder, Stanley Clarke, Dizzy Gillespie, Ziggy Marley, Gloria Estefan, Larry Coryell, Al Di Meola, Mike Stern, Joe Farrell, Michel Polnareff e molti, molti altri. Oltre al suo lavoro come performer, è ugualmente a suo agio nel ruolo di compositore, arrangiatore, produttore, insegnante e designer di strumenti. E’ impegnato anche nella composizione di colonne sonore per il cinema e per la televisione.  Bunny ha inoltre pubblicato molti album come solista. Brunel si esibisce anche con il mega gruppo fusion noto come CAB, in collaborazione con Tony MacAlpine, Virgil Donati, Brian Auger, Patrice Rushen e Dennis Chambers. Tutti questi progetti mettono in grande evidenza le sue belle composizioni ed i suoi assoli sempre melodici così come le sue pulite quanto elaborate linee di basso. Bunny Brunel è certamente più noto in veste di bassista elettrico virtuoso, nel contesto di una fusion di altissima qualità musicale, che come contrabbassista jazz. Questa particolare registrazione è quindi un po' diversa per Brunel che si esibisce esclusivamente al basso acustico, scegliendo un repertorio molto mirato di standard del jazz, tra cui brani di Wayne Shorter, Steve Swallow e Herbie Hancock insieme ad altri brani classici più legati alla tradizione mainstream quali "Stella by Starlight,  “Relaxin 'at Camarillo" e "Someday My Prince Will Come ". Il chitarrista Mike Stern è il solista principale, il pianista Billy Childs ha ugualmente il suo giusto spazio, ed il batterista Vinnie Colaiuta fornisce il suo favoloso contributo alla batteria. Tuttavia è chiaramente Brunel che resta in piena evidenza, e non si può non apprezzare come il suo contrabbasso guidi i giochi con un pulsare continuo e potente sia come accompagnamento che con una serie di assoli di grandissima precisione e spessore. Il gruppo mostra comunque un’ottima coesione e un interplay eccellente in tutti i nove brani che compongono l’album. Sulla conclusiva "Twelve Bars For Leberstraum," l’ospite d’onore è addirittura Chick Corea al pianoforte. Se da una parte la sezione ritmica fondata sullo stesso Bunny e sul drumming pirotecnico di Vinnie Colaiuta è un motore efficientissimo per qualsiasi solista, bisogna sottolineare quanto la chitarra di Mike Stern ci offra una serie di interpretazioni molto convincenti. Il pianismo lirico e misurato, ma di altissimo livello di Billy Childs non fa che arricchire il quadro complessivo. Questa è una registrazione di eccellente qualità, jazzistica nella migliore accezione del termine, dal primo all’ultimo minuto. Non ci sono punti deboli, ne cadute di stile o di tensione emotiva. A partire dalla felicissima scelta dei brani, continuando con lo straordinario talento dei musicisti coinvolti, e concludendo con il livello strepitoso della registrazione.  Nel complesso, questo è uno dei migliori album jazz di Brunel, e, allontanandosi dai canoni usuali del bassista franco americano, di fatto è anche una gradita sorpresa, in particolare per tutti gli appassionati di jazz classico. Consiglio caldamente un attento ascolto.