Oli Silk – Where I Left Off
Oli Silk – Where I Left Off
Ho già parlato di Oli Silk in termini molto positivi in una precedente recensione, riferita al suo debutto del 2006. Oli, nel frattempo, oltre ad essere diventato ormai un affermato musicista solista, è di frequente in tour negli Stati Uniti con la sua band, e come tastierista suona per molti altri artisti jazz tra i quali The Sax Pack, Jackiem Joyner, Cindy Bradley, Peter White, Marc Antoine e Chuck Loeb. E’ inoltre il tastierista fisso nella band di Anastacia, quando la popolare cantante è in tournèe in Europa. Silk attualmente presenta anche un programma radiofonico settimanale il lunedì su SmoothJazz24. Ora, a 10 anni esatti da “So Many Ways”, ed in occasione della nuova uscita discografica torno volentieri ad occuparmi di questo trentacinquenne pianista inglese. Oli Silk pubblica infatti in questi giorni l’atteso “Where I Left Off”, titolo che è un chiaro riferimento al precedente album “Razor Sharp Brit” del 2013. Il pianista, per la sua nuova avventura musicale, imbarca nel suo cast alcuni mega talenti, tra questi l’icona inglese della chitarra smooth jazz Peter White, un altro chitarrista di fama mondiale come Nick Colionne, la cantante Katie Leone, il gigante della tromba Rick Braun, la bella flautista Althea Rene , e i due virtuosi del sax Steve Cole e Phil Denny. E’ in gran forma Oli Silk e mette in mostra la solita verve spalmata su una variegata gamma di stati d'animo e di atmosfere, come ad esempio il caldo funky di "Ohh baby" oppure il rilassato mid tempo della title track. E ancora la pulita e accattivante "Take Me Away" che lascia poi spazio alla bella voce di Katie Leone per una bellissima "Burning Up Carnival". La cover sembra fatta apposta per condurci esattamente là dove vorremmo essere: a Rio su una spiaggia, o dovunque si faccia festa. Tra l’altro il brano è un omaggio ad uno degli idoli di Silk, vale a dire Joe Sample. Come già precedentemente, Silk incanta con il suo stile fluido ed il suo tocco misurato ma incisivo, il suo sound è sempre solare e positivo. Un vero marchio di fabbrica che lascia trasparire Il suo amore per questo tipo di musica: uno smooth jazz sincero e genuino che nasce semplicemente dalla punta delle sue dita e dal suo cuore. Forse è anche questo uno dei motivi per cui Oli gode di un’ottima reputazione tra i jazzisti e di un buon consenso di pubblico. Se conoscete anche solo un po’ la musica di Oli Silk, saprete che c’è molto materiale in mezzo al quale scegliere (e trovare) le proprie canzoni preferite. Nel mio caso, oltre alla citata “Ohh Baby” e "Burning Up Carnival", ricordo "Cluster Funk" (che, naturalmente, è piena di funky groove), la dolce e sentimentale "Rest Assured", con protagonista assoluto il carezzevole flauto di Althea Rene. Degno di nota è anche un altro bel funk ballabile come “Music Without the Sound”, ancora una volta cantato da Katie Leone. Molto carina e movimentata la traccia conclusiva “Suits You, Sir!” che a tratti ricorda gli Incognito. E’ da sottolineare come l'album sia abilmente predisposto per il passaggio da un mood allegro e vivace ad uno dolce e riflessivo, in un alternanza di atmosfere molto gradevole. Where I Left Off è ben prodotto, arrangiato con cura ed infine eseguito con maestria e talento. Se vi piace lo smooth jazz dove il piano e le tastiere sono in evidenza e se apprezzate i musicisti che suonano con passione e una buona dose di inventiva, Oli Silk è una garanzia. Anche questa volta il giovane pianista inglese mette la sua firma su un album davvero godibile e di facile ascolto che non delude le aspettative.