Mark Winkler - Easy The Hard Way



Mark Winkler - Easy The Hard Way

Non credo che siano in molti a conoscere il cantante/cantautore di Los Angeles Mark Winkler, nonostante abbia all'attivo ben dodici album a certificarne il talento nel corso di una carriera lunga ormai quasi 30 anni. Egli ha oscillato, fin dal suo debutto discografico degli anni ’80, dal jazz-pop-vocal contemporaneo di matrice West Coast al jazz tradizionale. Ma le sue vere inclinazioni artistiche erano occultate dietro alle aspettative commerciali che la sua etichetta discografica aveva posto su di lui. Così, mentre le sue melodie pop non hanno mai mancato di deliziarci, la sua prima incursione nel filone più ortodosso del jazz è arrivata solo nel 2000, con questo “Easy The Hard Way”, una sorta di ritorno alle radici e al contempo una rivelazione. Quasi un manifesto che mette Winkler nella prospettiva di diventare un'equivalente maschile di una grande artista come Diana Krall.  Il cantante californiano propone musicalmente  immagini nitide e toccanti, testi malinconici che parlano di dolore, di redenzione, dell'amore per il jazz (“Ellen Song" ) E' chiara, in questo album, la raffinatezza della sua attitudine allo swing, ad esempio in "Like Jazz " e più in generale una propensione verso la musica sofisticata e matura. Ma il vero talento di Winkler è il saper fondere, con straordinaria sensibilità, le sue parole con le melodie di alcuni grandi compositori contemporanei di Los Angeles: Emilio Palame, Don Grusin (nella title-track), Eddie Arkin, Larry Steelman e perfino Wayne Shorter. In “Trio” si parla di amori perduti in modo tutt’altro che banale,  e poi  scopriamo che Winkler è anche un interprete acuto di alcuni ironici brani del passato, tra cui il classico di Andre Previn "Like Young ", la bella "Lonely Woman " di Horace Silver e " Toys in the Attic " di George Duning. Mark duetta con la cantante Claire Martin nel classico "Baby It’s Cold Outside” riuscendo ad emozionare con un brano sentito mille volte. Il cantautore pesca anche nel suo repertorio del passato rivitalizzandolo e dando nuova vita a vecchie canzoni.  "Another Night" è tratto da “Tales from Hollywood” e "Kelly’s Mood" è preso invece dal suo album d’esordio “Ebony Rain” del 1985. Per coloro che amano il musical troviamo la fantastica " Quiet Fire " che lo stesso Winkler inserirà  più avanti  in uno spettacolo off Broadway dal titolo  “Too Old For The Chorus, But Not Too Old To Be A Star”. Mark Winkler è un artista vero ma a mio parere molto sottovalutato. Meriterebbe miglior fortuna anche fuori dagli Stati Uniti. Un sottile filo lo lega alla scuola musicale della West Coast, della quale può considerarsi parte ma è indubbiamente anche un valido cantante jazz, un crooner moderno, sensibile e completo, in grado di regalare bellissime melodie e forti emozioni. “Easy The Hard Way” è uno dei suoi album migliori.