Walter Bishop Jr. - Soul Village


Walter Bishop Jr. - Soul Village

Walter Bishop Jr. aveva  cinquant’anni quando, nel 1977, ha registrato Soul Village, il suo secondo album per l’etichetta Muse di Joe Fields. Pianista jazz per così dire operaio, nato e cresciuto ad Harlem, visse la giovinezza durante la rivoluzione del bebop e nei primi anni ‘50 suonò con la leggenda del sax Charlie Parker. Ma da ragazzo suonò anche con Art Blakey, Stan Getz e Jackie McLean, prima di debuttare da solista per l'etichetta Black Lion nel 1961. Nei primi anni '70, ha inciso un paio di apprezzati album leggermente colorati di funk, 'Coral Keys' e “Keeper of My Soul”, prima di approdare alla Muse Recors nel 1974. A lungo introvabile perché fuori stampa 'Soul Village' è stato recentemente ridistribuito su cd, facendoci scoprire un gioiello dimenticato, in grado di competere per qualità con le migliori produzioni della CTI dello stesso periodo. Le sei tracce del disco vedono Bishop rinunciare al tradizionale hard bop acustico in favore di una svolta elettrica di carattere  decisamente jazz-funk. Bishop si fa accompagnare dalla tromba di Randy Brecker, dal talentuoso chitarrista Steve Khan e dal bassista Mark Egan, che poi avrà una luminosa carriera in proprio. La band è completata dal dotato  George Young e Gerry Niewood ai sax e dalla precisa batteria di Ed Soph. Soul Village è un album bellissimo, vivo e frizzante come pochi altri, sempre interessante e ricco di spunti e brillanti assoli. 'Soul Turnaround' è un superbo brano jazz funk, magnificamente pilotato dal basso di Mark Egan e con un gran sax solo di George Young. 'Valerie' suona come una morbida ballata dalla bella melodia ed a tratti ricorda Burt Bacharach, mentre “Sweet Rosa' ha una palpabile cadenza caraibica dove Randy Brecker ci delizia con uno dei suoi assoli di tromba. Ancora diverso è il pulsante 'Philadelphia Bright', un numero nervoso e scoppiettante, guidato da un lavoro ritmico/percussivo degno di nota del piano elettrico Fender Rhodes di Bishop, arricchito da alcuni brillanti interventi chitarristici del bravo e originale Steve Khan. Davvero pieno di inventiva l’assolo di basso slap di Mark Egan e ottima la sezione fiati.  'Coral Keys', già registrata precedentemente dal pianista, propone un taglio elegante, con passaggi di fiati sapientemente miscelati ed una deliziosa tromba solista suonata dal solito Randy Brecker. Citazione particolare infine per la title track “Soul Village”, che offre un’emozionante rilettura funky di un bel brano originale, proposto in un precedente album, ma portato qui ad un livello superiore di complessità ed arricchito dal contributo puntuale dei singoli componenti della band. Va detto che Walter Bishop, alle tastiere, è eccellente in tutti i brani, nel contesto di un album che è stato ingiustamente trascurato e che merita certamente l’ascolto di un pubblico più ampio. A mio parere si tratta di un disco intrigante e molto interessante, direi essenziale per avere un quadro corretto e complessivo del jazz elettrico degli anni ’70, ma anche per puntare finalmente i riflettori su un grande pianista assolutamente sottovalutato.