Hiram Bullock - From All Sides


Hiram Bullock - From All Sides

Personaggio straordinario Hiram Bullock. Mi ricordo bene della sua simpatia e della sua carica dirompente al Teatro Ciak di Milano, durante un concerto di David Sanborn, dove lui era stato praticamente il vero mattatore. Con quella sua Fender tutta scrostata, consunta, vissuta. Ma Hiram era molto di più di un istrionico showman,  era un chitarrista energico e muscolare come il suo stesso fisico lasciava capire. Quello stesso fisico che lo ha poi tradito in giovane età, privandoci prematuramente della sua presenza. E’ stato, musicalmente parlando, l'emblema di quel genere di fusion che attraversò tutte le sperimentazioni più o meno impegnate di matrice jazz/rock/funk, nel corso degli ultimi 30 anni. Bambino prodigio che già in tenera età dimostrò un’inclinazione per la musica, scoprì tardivamente la chitarra, cominciando a suonarla solo dopo i 16 anni. Dopo una gavetta durata praticamente fin dagli inizi degli anni ’70, cominciò a sviluppare le sue straordinarie doti di showman che hanno fatto di lui un personaggio unico sul palco. Terminati gli studi si spostò a New York dove iniziò una fulminea e prestigiosa carriera sempre a cavallo della musica jazz, rock e funky, collaborando con illustri musicisti come David Sanborn, Jaco Pastorius, Bob James, Carla Bley, Sting (nell'album Nothing like the Sun, suo il famoso assolo di Little Wings, uno dei più belli che si possano ascoltare), Al Jarreau, Marcus Miller, Billy Joel, Miles Davis, Gil Evans, Chic, Steely Dan (Gaucho), Paul Simon (One trick Pony), Harry Belafonte ecc. Ha partecipato a lungo al David Letterman Show, ovviamente come chitarrista della band della trasmissione durante la quale diverrà molto amico del bassista Will Lee. Il debutto di Hiram Bullock alla Warner Bros come leader è un particolare miscuglio di stili ed emozioni. Bullock in quel momento, il 1986,  era già un chitarrista e produttore esperto, arricchito, come abbiamo visto, dalle numerose e varie esperienze con tanti artisti di fama (uno dei gioielli della sua corona è il primo album di Mike Stern come leader, il notevole Neesh , che è stato rilasciato solo in Giappone e non ha mai visto la luce in U.S.A.). Questo insieme di tracce, autoprodotto, comprende otto originali brani di Bullock più una bella rilettura di "Cactus " del grande Don Grolnick. La band presenta molti degli abituali musicisti di Hiram: il batterista Charley Drayton , il citato amico bassista Will Lee, e Cliff Carter alle tastiere , così come alcune apparizioni di ospiti davvero stellari, dal compianto Kenny Kirkland al il sassofonista David Sanborn. Bullock non ha mai realmente considerato se stesso un artista jazz e in definitiva questo non importa più di tanto. Ciò che viene fuori da questo album è una collezione divertente ma eterogenea di brani dove domina il suo lavoro di chitarra e la sua abilità nel creare quello che oggi è considerato “jazz contemporaneo” nella sua accezione più positiva. Emerge anche la sua la sua eccellente sensibilità pop e la capacità di ottenere, in uno studio di registrazione (ma anche dal vivo), esattamente il suono  che voleva. E limpide sono pure le “vibrazioni” che il suo particolare stile riesce a trasmettere . Si cimenta anche al canto il nostro Bullock, senza particolare maestria ma senza sfigurare. "Funky Broadway " è potente e trascinante , con una sezione fiati estesa che comprende Michael Brecker e gli Uptown Horns . Altre gemme sono l’iniziale "Window Shoppin' ", con quella sua chitarra così intrigante e sempre vigorosamente emozionale, e il già citato "Cactus", che è uno stupendo classico in qualsiasi modo lo si esegua, ma che Hiram interpreta meravigliosamente. Se Way Kool, registrato nel 1992, sarà forse un album più maturo e costante , questo esordio non è affatto male, e la firma di Bullock sia come chitarrista che come compositore è in piena evidenza e ottimamente espressa in “From All Sides”. Hiram Bullock ci ha tristemente lasciati il 25 luglio 2008 dopo essere stato a lungo malato. Ci resta il ricordo di un chitarrista con solide basi che poggiavano sui linguaggi del blues, del jazz, del rock, del soul e del funky coniugati con mirabile equilibrio, e la memoria di un personaggio simpatico e solare che comunque ha lasciato un vuoto.