Brand X - Unhortodox Beahviour


Brand X - Unhortodox Beahviour

Qualcuno potrebbe sostenere che forse questo è un album di progressive rock, è una tesi che ha qualche fondamento, ma di sicuro è più vicino al jazz rock. Io propendo per la seconda ipotesi e per questo mi piace molto l’idea che possa entrare nella galleria delle mie recensioni. I Brand X per lungo tempo furono il progetto parallelo di Phil Collins dei Genesis e "Unorthodox Behaviour" segna nel 1976 il loro debutto nel mondo del nascente genere "fusion". Sulla scia della Mahavishnu Orchestra, con un orecchio ai Soft Machine, alcuni echi prog-rock e molto del migliore jazz-rock post Miles Davis ben stampati in testa.  Abbiamo qui un poderosissimo suono condotto con regale maestria dalla tecnica batteristica ineccepibile di Phil e armonicamente guidato dal basso "liquido" e pulsante di Percy Jones. A loro s'appoggiano le chitarre funamboliche di John Goodsall, che saettano fraseggi bellissimi per tutto l'album, e tutto è impreziosito dalla presenza di un altro talento quale quello di Robin Lumley (già collaboratore di David Bowie) alle tastiere. Intrecci melodici impossibili, lontani anni luce da quei Genesis nei quali ancora militava all'epoca il buon Collins, eppure in qualche misura ad essi collegati proprio dalla complessità ritmica del progetto. I tempi sono ultra sincopati e veloci tuttavia non privi di inaspettate aperture melodiche. Sette brani completamente strumentali che non lasciano tirare il fiato nemmeno un secondo e che suonano come un clamoroso messaggio destinato al futuro. Non è certo un caso se quest'opera suona ancora oggi fresca ed attuale a quasi quarant'anni dalla sua uscita. L’attacco del disco è folgorante: "Nuclear burn" è un vero fuoco d'artificio, un rincorrersi di batterie, di tastiere e di chitarre tiratissime, ad un ritmo forsennato, davvero atomico. Ma anche il resto del disco non è certo da meno, con un uso sapiente ed efficace del sintetizzatore e un continuo susseguirsi di assoli di notevolissima fattura. "Euthanasia Waltz" mette in piazza l'incredibile lavoro al basso di Percy Jones, inizia tranquilla e rilassata per poi sfociare nel grido, quasi delirante della chitarra di Goodsall. La lunga e varia "Born Ugly" accenna ad atmosfere funky, quasi disco in partenza, mantenendo intatta una grande ricchezza di accenti poliritmici ed evidenziando il lavoro al piano (acustico ed elettrico) di Robin Lumley. La batteria di Phil Collins è a livelli stellari, con virtuosismi incredibili, supportata come sempre da un basso stratosferico, quello di Percy Jomes, al quale pare venire tutto facile. "Smacks of Euphoric Hysteria" è un'altra dimostrazione di cosa significhi jazz-rock nella sua estrema essenza. Tra rarefatti tocchi di Rhodes e fulminee rullate di batteria, si rincorrono i fraseggi della impressionante chitarra di John Goodsall. "Unorthodox Behaviour" prosegue sulla linea funky, disegnando un tappeto perfetto per i synth di Lumley. "Running on Three" è frenetica ma al contempo lucidamente melodica, quasi matematica nella sua perfezione. L'album si chiude con "Touch Wood", un brano di breve durata estremamente raffinato e curato, interamente acustico, con il sax ospite di Jack Lancaster a disegnare melodie suggestive. Il gruppo è affiatatissimo, si percepisce una contagiosa e grande voglia di suonare e un divertimento sincero, evidente in ogni nota prodotta dai Brand X. "Comportamento non ortodosso" è il titolo tradotto in italiano, e pare assolutamente azzeccato, poichè qui di usuale e scontato c'è proprio poco, soprattutto pensando al fatto che fu concepito nel 1976. Era un balzo nel futuro e per questo motivo ancora oggi lo si ascolta come qualcosa di attuale, anzi, forse adesso si può cogliere ancora meglio l'essenza dei suoi grandi contenuti artistici. Non c'è freddezza in tutto questo sfoggio di abilità tecnica, al contrario si trova il calore di un'opera scritta e suonata col cuore e con la testa, nel pieno di un'epoca nella quale si è prodotta molta ottima musica. Secondo me, è un album prezioso, un capolavoro da possedere e riascoltare (spesso) con immenso piacere.