Weldon Irvine - Liberated Brother
Andando alla scoperta dei suoni e delle suggestioni vintage degli anni ’70, tra i molti artisti, spesso naif, che animavano la scena musicale ci si può imbattere in un personaggio lunatico e particolare come Weldon Irvine. Irvine, pianista / tastierista afro-americano, fu un musicista molto impegnato sul fronte politico e dei diritti civili. Nacque a Hampton, Virginia il 27 ottobre 1943. Si trasferì a New York City nel 1965, crescendo, artisticamente parlando, nel più vitale e stimolante dei contesti possibili, quello che dal free jazz stava portando alle contaminazioni elettriche. Da sempre si è dimostrato interessato a vari generi musicali tra i quali ovviamente il jazz-funk, il jazz, l’hip hop, il funk, il rhythm and blues ed il gospel. E’ stato direttore artistico per la cantante jazz Nina Simone ed in seguito è stato un vero mentore per molti artisti hip-hop di New York, tra cui Q-Tip e Mos Def. In carriera ha al suo attivo ben 10 album ed ha composto più di 500 canzoni, e tra le altre cose ha scritto i testi per "To Be Young, Gifted, And Black", eseguita dal vivo per la prima volta dalla stessa Nina Simone sull'album Black Gold del 1970. Questa canzone è stata definita l'inno "ufficiale" del movimento per l’affermazione dei diritti civili. La sua vita ha avuto un tragico epilogo nel 2002 a New York con un drammatico suicidio avvenuto davanti al Nassau Coliseum. Il debutto di Weldon Irvine come leader, è stato questo bellissimo album intitolato Liberated Brother, che è una delle più interessanti ed iconiche espressioni del jazz elettrico dei primi anni '70. Registrato nel 1972 con il contributo del chitarrista Tommy Smith, del bassista Roland Wilson, e del batterista Napoleon Revels-Bey l’album è innovativo per la sua moderna sensibilità venata di jazz-funk eppure resta ancora profondamente jazzistico. In Liberated Brother, Weldon Irvine traduce in musica la sua forte e non comune passione per un certo tipo di idee politiche e filosofiche estremamente progressiste creando un’opera di rara sincerità, ambizione e bellezza. La prima parte del disco si articola in brani più lunghi e più meditativi, come la canzone che da il titolo all’album, dal sapore latino e la bellissima "Blues Wel-Don" che è invece traccia molto jazzistica ed estremamente complessa, nella quale Weldon si esibisce al piano acustico. La seconda parte di questo lavoro richiama una maggiore attenzione, brani come "Mr. Clean" e "Sister Sanctified" ricordano il Miles Davis elettrico o i primi Weather Report e vedono l’uso intensivo del piano elettrico e dei synth. Ed ecco che la musica raggiunge una fantastica compiutezza ed una mirabile profondità, allorchè tutti gli elementi di jazz, soul, funk e psichedelia emergono bilanciati prepotentemente in un connubio potente e molto suggestivo. "Juggah Buggah" ci presenta anche Weldon Irvine esibirsi con il sintetizzatore Moog, espandendo ulteriormente le frontiere di un album già molto interessante. Liberated Brother può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio manifesto di quello che oggi viene definito “rare groove”. Di sicuro è un disco di grande spessore e rappresenta al tempo stesso un ottimo punto di partenza per la riscoperta di tutto quel mondo musicale costruito dai molti musicisti attivi tra la fine degli anni ’60 e la fine degli anni ’70 che non raggiunsero mai gli onori della cronaca o la fama internazionale, ma furono lo stesso in grado di produrre indimenticabili testimonianze della loro arte.