Ronny Jordan - The Rough And The Smooth



Ronny Jordan - The Rough And The Smooth

Ronny Jordan è mancato il 13 Gennaio 2014, creando indubbiamente un grande vuoto nel mondo del jazz contemporaneo. Parlare di un artista scomparso in così giovane età, che ha però lasciato un segno indelebile nel corso della sua pur breve carriera, mi pare un giusto tributo all'uomo e al musicista. Ronny è stato uno dei chitarristi più importanti del movimento acid jazz. Nato a Londra, è unanimemente accreditato di aver contribuito a riportare la chitarra al suo giusto posto nel moderno jazz, ridonandole l'importante spazio che merita. Nonostante i dubbi dei puristi, pochi altri artisti della sua epoca hanno dimostrato di poter abbattere i confini a lungo immutabili della black music contemporanea come Ronny Jordan. Figlio di un predicatore, all'inizio della carriera, Jordan fu affascinato principalmente dal Gospel, e in questo contesto sono state le sue prime esibizioni pubbliche, ma l'esplosione del Brit-Funk durante i primi anni '80 lo ha portato a cominciare ad esplorare altre strade, fino ad approdare in modo quasi naturale al fascinoso e multiforme universo del Jazz. Autodidatta, le sue prime influenze furono Charlie Christian, Wes Montgomery e Grant Green, e quando l'hip- hop ha cominciato a decollare, Jordan ha iniziato a cercare un modo per fondere insieme il jazz e il rap. Il primo frutto dei suoi sforzi è stato il singolo "After Hours", un'incursione primitiva in quello che sarebbe poi diventato noto come acid jazz. Le case discografiche inizialmente non volevano saperne della musica di Ronny, ma quando uscì la sua originale e particolare cover del classico di Miles Davis "So What" che immediatamente divenne un successo, fu chiaro anche alle Major cosa stava succedendo. La carriera di Jordan di fatto cominciò in quel momento. Il suo LP di debutto del 1992 The Antidote fu dunque una bella scossa nel panorama musicale internazionale, ma la svolta avvenne nel 1993 con il famoso album-manifesto del rapper Guru, Jazzmatazz Vol. 1, in cui il lavoro alla chitarra di Jordan è stato prominente ed importantissimo. L'acid jazz prese anche da quelle tracce una sua fisionomia ben definita e decollò definitivamente verso una vera e propria diffusione planetaria alla quale concorsero naturalmente anche artisti del calibro di Incognito, Brand New Havies, Galliano, Jamiroquai, Omar, Carleen Anderson per citarne solo alcuni. The Rough And The Smooth è l'ultimo album che è stato pubblicato da Ronny Jordan, uscito nel 2009. Rappresenta a tutti gli effetti il suo testamento musicale e probabilmente anche la sua opera più compiuta e interessante. Il suo suono pulito ed espressivo raggiunge qui il suo livello artistico più elevato, le sue doti di compositore denotano una maturità tale da far davvero rimpiangere la sua prematura scomparsa pensando a quello che avrebbe potuto regalarci ancora in futuro. Diciamo subito che The Rough And The Smooth è, fondamentalmente, anche a dispetto del titolo, un disco di jazz. Abbandonati gli esperimenti hip-hop, superati i pur validi sentori smooth, archiviata la stagione acid, Ronny ci regala atmosfere modernamente legate a quel jazz chitarristico che inevitabilmente riportano a Wes Montgomery ed al primo George Benson. Blues come filo conduttore, presente nel fraseggio e nel tocco sempre preciso, jazz e swing nelle melodie e negli assolo, esaltanti e misurati al contempo, funky e soul a tratti soprattutto nelle ritmiche che toccano anche la classica bossa (Remember When). Otto bellissime tracce, scorrevoli come un sorso d'acqua fresca eppure così intense e intrise di pathos. Su tutto domina il fantastico suono di velluto della sua meravigliosa chitarra Gibson Archtop, declinato da Ronny Jordan in tutte le sfumature ed i colori possibili. George Benson stesso ha dichiarato che Jordan è il suo musicista preferito: durante un concerto infatti è salito sul palco esibendosi con la propria voce quando Jordan gli aveva offerto la propria chitarra. Un attestato di stima e rispetto che testimonia il valore di Ronny. Un grande artista che, come tutti i grandi, faceva della modestia, dello studio, della scoperta e della passione le linee guida della sua vita artistica e della sua vicenda umana. Ci mancherai tantissimo, non ci resta che ascoltare e riascoltare quello che ci hai lasciato in eredità, cominciando magari proprio da questo stupendo The Rough And The Smooth.  Ciao Ronny.