Bob James & Kirk Whalum - Joyned At The Hip


Bob James & Kirk Whalum - Joyned At The Hip

Bob James è uno dei miei pianisti preferiti. Ha un tocco ed una sonorità immediatamente riconoscibili, è un compositore di grande spessore ed un arrangiatore di livello assoluto. Fin dal suo album d'esordio datato 1974 (intitolato One, su etichetta CTI) ho apprezzato la sua produzione musicale, non perdendomi nemmeno uno dei suoi lavori. Nel corso degli anni si è ovviamente evoluto, è maturato, diventando via via più raffinato ed affermandosi come uno dei personaggi di spicco del movimento smooth jazz. I suoi veri esordi risalgono tuttavia ad un decennio prima del 1974 e sono di stampo tipicamente jazzistico, in trio, con una chiara ispirazione al grande Bill Evans. Le collaborazioni che seguirono sono tutte impressionanti: Sarah Vaughan, Stanley Turrentine, Grover Washington, Jr. Earl Kugh, David Sanborn, fino alla creazione del super gruppo Fourplay. Logico che James abbia imparato il valore dello scambio artistico tra i musicisti, così come il piacere della collaborazione. Più tardi, quando è diventato un vero e proprio solista, ha fatto molto di più che prendere semplicemente a cuore quelle lezioni, ha costruito parte della sua carriera tenendo come punto di riferimento proprio i duetti con David Sanborn, Earl Klugh, ed infine con i Fourplay. Ricordando sempre ciò che significa essere musicisti giovani, di talento, vogliosi di imparare, Bob James non è diventato solo e semplicemente un'icona per una nuova generazione di musicisti jazz contemporanei, ma anche un vero mentore per alcuni di loro, in particolare per uno dei più apprezzati tra questi rampanti artisti, il sassofonista Kirk Whalum. Dopo diverse collaborazioni nei primi album da solista prodotti da Whalum a partire dalla metà degli anni '80, i due sono approdati in questo album ad una condizione di perfetta parità, che vede Joyned At The Hip (traducibile come culo e camicia...) come un lavoro co-intestato da due leader, Un progetto spontaneo e pieno di sentimento, sincero e molto ben riuscito. Per mantenere questa genuina qualità ad un livello elevato di creatività e inventiva la band di supporto del duo è formata dal chitarrista Jeff Golub, dal bassista Chris Walker, e dal batterista Billy Kilson, musicisti che mai in passato avevano collaborato sia con James che con Whalum, L'approccio di questi nuovi collaboratori contribuisce a rendere Joyned At The Hip originale e diverso da qualsiasi precedente registrazione dell'uno e dell'altro. Al solito la mano pianistica di Bob James è sicura, precisa, il fraseggio pulito. Come dicevo è facile riconoscere il sound di questo formidabile pianista, dal quale è lecito attendersi (quasi) sempre il meglio. L'arrangiamento dei brani non presta il fianco ad alcuna critica, essendo anche questa una delle peculiarità più apprezzate di James. Il sax di Kirk Whalum è una delle voci più interessanti di questo strumento: calda, passionale, profonda. Tecnicamente molto dotato, il saxman di Memphis è tuttavia sempre equilibrato, mai esageratamente protagonista e porta il suo tenore ad avvolgerci con un suono ricco e profondo, davvero molto interessante. Pur essendo una registrazione del 1996 Joyned At The Hip resta un'opera di tutto rispetto, molto godibile e per niente scontata e può essere considerata certamente uno dei momenti più felici nella carriera di entrambe i musicisti.