Chizuko Yoshihiro - Conscious Mind


Chizuko Yoshihiro - Conscious Mind

Non capita spesso di parlare di musica al femminile. Aggiungo che si tratta di una pianista giapponese (almeno di origine) e non è difficile immaginare che siamo nel campo delle rare eccezioni. La brava Chizuko Yoshihiro è una tastierista che in realtà è nata in America, dove è attiva indifferentemente in svariati generi musicali: in prevalenza il jazz, ma anche blues, gospel, rock, r&b e perfino classica. Nel 1993 esce per l'etichetta verve questo suo primo e finora unico album. Siamo nel pieno del periodo di massima espansione dell'acid jazz, il lavoro non a caso viene registrato a Londra con il supporto di alcuni degli artisti più rappresentativi del momento. Una presenza che contribuisce non poco a rendere Conscious Mind una piccola gemma sepolta e tutta da scoprire. Con un mix tra composizioni originali della stessa Chizuko e alcune cover di brani famosi il disco è davvero molto ben riuscito. La pianista dimostra di avere un ottimo groove e un innato buon gusto musicale. L'alternanza tra il piano acustico ed l'immancabile piano elettrico Rhodes, l'intervento degli ospiti d'onore con i loro rispettivi strumenti senza dimenticare gli arrangiamenti in perfetto stile acid jazz rende questo album un insieme di notevole gradevolezza, da ascoltare tutto d'un fiato. Sulla base di una fantastica sezione ritmica composta da Randy Hope Taylor al basso (Incognito), Andy Gangadeen (Incognito, Lisa Stansfield, Duran Duran), Thomas Dyani Akuru (Incognito) in grado di valorizzare qualsiasi progetto musicale, la Yoshihiro ci propone qui 9 brani. Conscious Mind è subito una dichiarazione d'intenti: groove, sezione fiati, una voce parlante molto black per un sound in stile urbano, con bellissimi ricami pianistici della leader. I veri fuochi d'artificio scattano però con Central Junction che parte proprio come un brano degli Incognito ma si distende con colori latino americani sui quali Chizuko si esibisce con il suo Rhodes e i fiati danno libero sfogo alla loro potenza e coesione. Gran numero. Atmosfera più tranquilla nella cover della celeberrima quanto stupenda Winelight (Grover Washington, Jr) che la pianista interpreta utilizzando il piano elettrico e quello acustico in relax e grande scioltezza. Jacko Peake aggiunge colore con il suo flauto vellutato. Altra cover con Moonlight Serenade: il tema immortale di Glenn Miller viene riarrangiato in chiave funky jazz ed è arricchito da un bellissimo assolo di vibrafono del polivalente multi strumentista Max Beesley (anche lui con gli Incognito per un paio d'anni). E' davvero intrigante ascoltare un classico come questo suonato in modo così moderno e pieno di echi acid jazz. Replicant è un brano mid-tempo dove l'ospite d'eccezione è la chitarra del grande Ronnie Jordan, uno dei pezzi più jazzati dell'intero album, mentre Chizuko Yoshihiro indugia sul Rhodes. Con The Things We Waited For si cambia registro andando a pescare nel soul. Il brano, firmato dalla stessa pianista nippo americana, è un godibilissimo cantato dal ritornello simpatico e accattivante che non manca però di proporci il bel sound del piano acustico. Skyscrapers è uno dei brani più famosi di Eumir Deodato al quale evidentemente la Yoshihiro vuole rendere omaggio. Inutile sottolineare che è il piano elettrico a farla da padrone, ma certamente la sezione ritmica mette tutta la sua energia insieme ai fiati per fare di questa cover un numero memorabile ed estremamente coinvolgente. Herbie Hancock scrisse Tell Me A Bedtime Story nel 1969 (album Fat Albert Rotunda): Chizuko rende omaggio anche al maestro di Chicago regalandoci una versione molto easy, anche in questo caso usando il Rhodes, di un pezzo molto bello. Da notare l'assolo di sax del talentuoso Steve Williamson. Il periodo storico (anni 90), la band messa insieme per l'occasione (praticamente gli Incognito), la presenza di alcuni ospiti molto speciali contribuiscono di pari passo con il talento di questa oscura pianista a fare di Conscious Mind un gioiellino che invito tutti ad ascoltare. Energetico, positivo, orecchiabile e mai banale. Brava Chizuko, buona la prima verrebbe da dire. Peccato che non ci sia mai più stato un seguito, sarebbe stato interessante scoprire dove sarebbe potuta arrivare questa giapponese americana con il groove nel sangue.