George Duke - Face The Music



George Duke - Face The Music

George Duke è stato uno straordinario artista ed un uomo di grande sensibilità, Bambino prodigio fin dall'età di quattro anni, a sedici era già famoso in ambito locale per aver suonato in numerose band. Non vi è alcun dubbio sulle sue doti di pianista, tastierista, innovatore e compositore. E' stato certamente uno dei musicisti più importanti a partire dagli anni 70 e non solo in campo jazzistico. Insieme a Herbie Hancock e Chick Corea è da considerarsi uno dei pionieri dell'uso del sintetizzatore nel jazz. E non va certo dimenticata la sua lunga collaborazione con Frank Zappa nel momento migliore del genio italo-americano. George Duke ha lavorato con un eclettico e variopinto stuolo di musicisti proprio per la sua versatilità, il suo talento e la sua umiltà. Face the Music è il primo album di Duke per la sua personale etichetta Big Piano Music. Ed è un'opera di grande livello, una vetrina eccellente per mettere in mostra tutta la sua prorompente vitalità artistica e quel tocco pianistico che lo ha reso un mito. Sia che si approcci al piano acustico, sia che esalti il suo fraseggio con un piano elettrico o un synth il grande George è sempre un incanto per le nostre orecchie e una riserva di emozioni per la nostra anima. La registrazione prende il via con "The Black Messiah (part II)", che vede l'introduzione del pianista da parte della voce del defunto Cannonball Adderley. E' subito evidente il suo talento per il funk e si può precepire l'influenza della vecchia scuola del R&B nel suo suono. Duke è un vero maestro sul pianoforte a coda ed anche al synth e non perde occasione per dimostrarlo. "Chillin" è un brano caldo, a dispetto del nome, con un andamento rilassato in cui il piano acustico ricama variazioni sempre imprevedibili. L'intervento del corpulento pianista è ipnotico e fluido, il basso acustico di Christian McBride aggiunge un qualcosa in più, pulsando di linee molto interessanti. "My Piano," parte in solitudine per poi sciorinare un sound sudamericano ed esponendoci così il suo ottimo feeling latino, quindi passa inaspettatamente al gospel con un coro da pelle d'oca che viene ripetuto sul suo formidabile tappeto pianistico. Da tastierista compiuto, quale è Duke si diverte, e davvero si può percepire entusiasmo e passione.  La sensuale, cantata "Guess You're Not The One" vede George dipingere un piccolo quadro impressionista al pianoforte, mentre il sax di Kirk Whalum è un valore aggiunto di grande spessore. "Ten Mile Jog" scritta in collaborazione con tutti i membri della band, ci offre una grande scorpacciata di funk quasi in stile jam session. L'assolo di Rhodes è da brividi e così quello al synth, ma tutta la band si esprime al meglio con un vigore, un trasporto ed un'incredibile energia. Per gli amanti del piano elettrico la chicca da non perdere è Let's Roll che è tutta incentrata sul magico suono del Rhodes ma dove anche l'intervento al contrabbasso di Christian McBride è degno di una menzione. Another way To Look At è un altro numero funambolico, carico di vibrazioni funk ed anche qui Duke inserisce il suo magico piano elettrico con due assoli favolosi. George Duke ha sempre amato avere nelle sue band un virtuoso bassista funky e un batterista tecnico e potente, come dimostra il suo lavoro con Stanley Clarke e Billy Cobham. Il bassista Christian McBride ed il batterista Little John Roberts non fanno altro che continuare questa tradizione vincente. Con Face The Music, Duke miscela molto bene dosi e ingredienti creando un lavoro molto appagante e completo che può facilmente soddisfare sia gli amanti del funky che quelli del jazz, riuscendo in una sintesi che solo ai grandi è consentita. Quanto ci manchi Giorgione !