Bob Baldwin - Brazil Chill


Bob Baldwin - Brazil Chill

Il tastierista, polistrumentista e produttore Bob Baldwin è stato ugualmente influenzato dal jazz come dal pop e dal soul e il suo suono semplice, gioioso e ottimista si è rivelato fin da subito perfetto per le trasmissioni delle radio specializzate in smooth jazz o in adult contemporary rock. La sua carriera da solista è iniziata nel 1990 e Baldwin ha in seguito pubblicato un gran numero di album per svariate etichette. Oltre a registrare e produrre, il pianista ha anche lavorato alla radio come consulente in interessanti programmi sul jazz contemporaneo e le nuove tendenze. Non sorprende che nel corso degli ultimi 15 anni o giù di lì, il tastierista di Atlanta abbia percorso la sua scalata verso l'elite della musica per così dire “easy listening” con una serie di progetti basati sulla contaminazione fra jazz e funk, arrangiati con quella eleganza e raffinatezza che sono tipiche dello smooth jazz. In molte delle sue registrazioni si trovano accenni al suo interesse verso la musica brasiliana ma è qui, su questo Brazil Chill, che la passione diventa il focus principale della sua produzione. Non contento di essere semplicemente un ammiratore americano che da lontano segue la scia della contaminazione con il Brasile,  Baldwin ha fatto di più, è andato sul posto, e ha registrato l’album direttamente a Rio de Janeiro circondandosi di grandi musicisti carioca. Così è riuscito nell’intento di celebrare ritmi e suoni di una diversa cultura in modo spontaneo e positivo, con rispetto e umiltà. Ne è scaturito indubbiamente un gran bel disco dove il suo classico smooth jazz incontra una dimensione musicale altrettanto ricca di colori e di suggestioni. Piuttosto che mettere insieme semplicemente una collezione di grandi melodie, l'intento di Baldwin è proprio quello di creare una sorta di feeling  brasiliano dall'inizio alla fine. Senza però mai dimenticare completamente le sue origini afroamericane. Importante citare i compagni d’avventura di Bob Baldwin in questo progetto, perché si tratta davvero di una selezione del meglio che ci sia in circolazione in Brasile in questo momento. Il sassofonista Leo Gandelman, il chitarrista Torcquato Mariano, il tastierista Marcos Ariel, il bassista Alex Malhieros, la vocalist Zolea Ohizep ed alcuni dei migliori batteristi e percussionisti brasiliani sulla piazza quali Armando Marcal, Ivan Conte e Juliano Zanoni. Lo stile eclettico del pianismo di Bob Baldwin, che si destreggia indifferentemente tra piano acustico, piano elettrico e vari tipi di tastiere, ben si adatta a questo viaggio musicale tra  Manhattan e Rio, il leader riesce a fondere il suo groove urban al “bossa sound” con maestria e equilibrio come ad esempio in "Manhattan Samba," guidato dalle percussioni carioca ma intriso di sonorità americane. Non mancano, in questo tripudio di suoni esotici, (ad esempio "Cafezinho" o "Carnival"), anche accenni al blues,  come in "Sho Nuff", una ballad aromatizzata di smooth jazz con ospite d’eccezione la stella del sax Jeff Kashiwa. Il pianista newyorkese non avrà forse il carisma e l’appeal dei più grandi ma è un musicista onesto, molto propositivo e curioso. I suoi album sono sempre molto piacevoli all’ascolto, e questo Brazil Chill non fa eccezione, spostando al contempo l’asticella della qualità un pochino più in alto.