Bobby Lyle - The Power Of Touch


Bobby Lyle - The Power Of Touch

Bobby Lyle, nativo di Memphis, Tennessee è un elegante pianista funk-jazz attivo dalla fine degli anni 60. Dotato di un’ottima tecnica, capace di melodie orecchiabili, con una spiccata familiarità con il funk e amante delle digressioni ritmiche generate dai suoni dell'America Latina, del Brasile e dell’Africa. In gioventù, all’inizio della sua lunga carriera, suonò in una jam session con Jimy Hendrix, il quale aveva intenzione di dare una svolta jazz-rock alla sua parabola ascendente di musicista. E pensò di usare Bobby Lyle come tastierista in questo progetto, purtroppo naufragato con la morte prematura e improvvisa del popolare chitarrista. Definirlo quindi oggi  solo come uno dei paladini dello smooth jazz semplificherebbe troppo il suo approccio globale alla musica.  Apparentemente, certo, l’attuale taglio raffinato del suo stile, il tocco pianistico tecnicamente perfetto, le composizioni estremamente piacevoli sono un perfetto modello di quello che viene definito adult contemporary jazz ma la tavolozza espressiva di Lyle dipinge una gamma di colori troppo variegata per essere confinata dentro ad una tale rigida categorizzazione. E allora su questo Power of Touch troviamo effettivamente brani come "Aruban Nights" e la scanzonata cover di "Feel Like Makin’ Love ' (Will Downing come guest star) che sono un vero manifesto dello smooth jazz.  Ma c’è anche materiale come il brano di apertura, "Timbuktu", dove Lyle, avvalendosi di Gerald Albright al sax e del chitarrista Paul Jackson, Jr.  nonché delle linee del basso pulsante di Alphonso Johnson disegna qualcosa di molto più complesso, intriso di echi afro e latino-americani. Lyle vola poi in Brasile in perfetta solitudine suonando (con le tastiere ovviamente) tutti gli strumenti in "3 Minute Samba" , una bossa dal ritmo caldo condita con seducente passionalità dalle texture di synth-piano. Su  "A Moment in Time" insieme al trombettista Rahmlee e al chitarrista Doc Powell, resta in atmosfera latina, dominando un’interessante tappeto ritmico per l’intervento vocale della brava Kevyn Lettau. Molto particolare anche “Checkin”: atmosfere quasi new age pilotate dai  synth che galleggiano sopra il morbido intercalare recitato da Adwin Brown, cui il chitarrista Phil Upchurch e l’organo  di Lyle aggiungono un tocco blues. Vibrazioni urbane invece in "Jubilee" con il dialogo tra i bei sax del veterano Wilton Felder (tenore) e il nuovo talento femminile Mindi Abair (contralto). "Midnight Creeper" è un numero di contemporary jazz-rap (spesso svalutato da una eccessiva prevedibilità) ma Bobby Lyle non smentisce la fama di essere un musicista rivoluzionario utilizzando le corde del piano come strumenti a percussione ed evitando eccessi melodici e soluzioni scontate. The Power Of Touch mi è sembrato un gran bell’album, vario, completo e interessante. Il talento e la tecnica non sono mai mancati a questo tastierista che nel corso degli anni è maturato, si è evoluto e ha sempre saputo condire con estro, fantasia e contaminazioni di ogni tipo la sua intrinseca essenza di musicista jazz.