Yuji Toriyama – Silver Shoes


Yuji Toriyama – Silver Shoes

È risaputo che i Giapponesi nutrono una grande passione per la musica. E sono molti gli artisti di livello internazionale che la terra del Sol Levante ha dato al jazz e soprattutto alla fusion. La loro notorietà è tuttavia piuttosto limitata e spesso la critica (ma anche il pubblico) hanno guardato con troppa sufficienza al fenomeno del jazz nipponico probabilmente a causa di una diffusa mancanza di vera originalità.  Un atteggiamento sbagliato che è condivisibile solo in parte: è vero che molta produzione manca di una sua peculiarità ma dal Giappone è arrivata anche della buona musica, bisogna solo saperla cercare. Casiopea, Sadao Watanabe, Kazumi Watanabe, Stomu Yamash’ta  sono solo alcuni tra i più rinomati artisti giapponesi (Ryuichi Sakamoto non l’ho inserito perché considero il suo genio “fuori quota”). In ogni caso, andando a scavare con più attenzione si possono scoprire altri nomi molto interessanti, tra questi ad esempio c’è il chitarrista e compositore Yuji Toriyama. Nato nel 1958, ha iniziato la carriera auto-producendosi il primo album nel 1981 e dopo questo debutto ne sono seguiti molti altri, tutti collocabili nel genere fusion.  Parallelamente Yuji Toriyama si è dedicato alla composizione di colonne sonore per video games e film animati. (Final Fantasy XII, Street Fighter II). Come chitarrista è dotato di una buonissima tecnica e di un suono che possiede una sua personalità, anche se, come vedremo, l’influenza dei grandi esponenti del movimento chitarristico internazionale ne hanno marcato fortemente la produzione. La sua è una fusion solare, molto orecchiabile ed il feeling che emana è riconducibile al sound del famoso gruppo di suoi connazionali Casiopea.  Silver Shoes è il suo secondo album: pubblicato nel 1982, è totalmente strumentale, registrato con il supporto di una band che di nipponico non ha proprio nulla. Si tratta di Neil Larsen (tastiere), Buzz Feiten (chitarra), Art Rodriguez (batteria), Jimmy Haslip (basso) e Lenny Castro (percussioni). La produzione è affidata allo stesso Yuji Toriyama e a Neil Larsen, la cui mano è chiaramente avvertibile e fa sì che a tratti il sound assomigli a quello della sua propria band di fusion: gli americani Full Moon.  Il disco è quasi tutto incentrato sulla chitarra del leader che con grande impegno e passione si prende carico del suo ruolo di solista sciorinando assoli  in lungo e in largo e sostenendo al contempo anche le principali  linee melodiche. Il sound viene di tanto in tanto diversificato dagli interventi puntuali delle tipiche e molto riconoscibili tastiere di Neil Larsen ma non solo, visto che anche il formidabile Buzz Feiten duella con il collega nipponico per arricchire ulteriormente la proposta musicale. Dal punto di vista ritmico l’album è estremamente vivace, praticamente tutto giocato su tempi veloci che danno una grande sensazione di dinamismo ed energia. Un effetto che trovo davvero piacevole e che a mio parere rende l’atmosfera generale simpatica e brillante. Siamo nel 1982, un’epoca di ottimismo e benessere: la fusion di quel periodo sembrava abbeverarsi di questa positività e Yuji Toriyama non si sottrae certo alla tendenza. Certo Silver Shoes è forse anche troppo “leggero” ed autenticamente ingenuo, tuttavia non è nemmeno  così privo di spessore e di un minimo di sostanza.  Ovviamente, tra echi di un Lee Ritenour, l’ombra di un Larry Carlton, il fantasma di un Hiram Bullock, più qualche altra mezza dozzina di “già sentito” chitarristici, l’album non brilla per originalità, tuttavia l’ascolto resta scorrevole per tutta la sua durata e non mancano momenti di pregio. In un alternarsi di ritmi latineggianti,  spunti a tratti jazzistici e fusion a palate,  “Area Code 213”, “S.O.B.A.”, “Miles Away” e “Secret #36” sono i brani più interessanti. In generale il supporto della band americana è di primo livello in ognuna delle otto tracce presenti su Silver Shoes e spesso si ha quasi l’impressione di ascoltare un disco del premiato duo Larsen e Feiten, il che è chiaramente un punto di forza di questa produzione.  Silver Shoes è un album indirizzato in particolare agli amanti della chitarra elettrica e naturalmente ai cultori della fusion più classica. Qui non si possono trovare impennate di creatività o sperimentalismi d’avanguardia;  solo una quarantina di minuti di sincera e sofisticata musica di intrattenimento, molto diretta, piuttosto orecchiabile e quasi sempre contagiosa. Per i capolavori rivolgersi altrove ma per dare una sferzata al vostro viaggio in automobile o per liberare la mente da stress e impegni, ascoltate tranquillamente  Yuji Toriyama,  sarà un’esperienza piacevole.