Billy Childs - Lyric


Billy Childs - Lyric

Uno dei più talentuosi tra i pianisti della penultima generazione, Billy Childs è un eccellente musicista ed un compositore preparatissimo e forse un po’ sottovalutato.  In carriera ha collaborato con molti jazzisti tra i quali Freddie Hubbard, J.J. Johnson, Dianne Reeves, Brandford Marsalis ed altri. Lo stile di Childs,  che è molto eclettico, ha preso direzioni diverse nel corso degli anni, dal neo-bop alla new age, fino alla jazz fusion. Dal punto di vista pianistico Billy è tecnicamente perfetto, fluido e lirico, veloce e misurato, nella migliore tradizione dei grandi dello strumento, da Bill Evans a Oscar Peterson a Brad Mehldau. Tuttavia c’è sempre stata un’eco classica nel suo suono, e con Lyric, questa estetica emerge più chiaramente, sia pure ampiamente ammantata di jazz. Un’operazione musicale apertamente dichiarata dallo stesso Childs, il quale definisce il progetto “jazz chamber music” alludendo in modo esplicito al fatto che esiste una precisa volontà di creare una sorta di ibridazione tra la musica classica ed il jazz. In verità l’opera trascende con facilità i vari generi e gli schemi ordinari, ed è di difficile catalogazione.  Il sestetto che sostiene Billy Childs in questo ambizioso progetto, viene a volte completato da una sezione di archi, da Carol Robbins all’arpa, dal chitarrista Larry Koonse, dal bassista Scott Colley, dal sassofonista Bob Sheppard e dai batteristi Brian Blade e Marvin Smith. Effettivamente il sound dell’album infonde una sensazione quasi di musica da camera, creando un’atmosfera molto suggestiva e spiazzante. Tutte le composizioni sono estese ed articolate in modo da lasciare ampio spazio all’improvvisazione dei singoli elementi: tanto da riportare alla mente quel feeling rarefatto e delicato che era una caratteristica peculiare delle registrazioni dell’etichetta europea ECM. Al tempo stesso si avverte un grande rigore ed una perfetta organizzazione degli arrangiamenti, come se nulla fosse lasciato al caso (e di fatto non lo è). La musica di Lyric è spesso impegnata e seria, tuttavia sa anche essere varia, come dimostra "In Carson's Eyes" che inizia su toni decisamente new age per poi passare ad un moderno hard bop, dove la tecnica superba del pianista è in grande evidenza. "Quiescence" profuma di “nuevo” tango e gioca tutto su un’atmosfera decisamente più malinconica e cupa. Bellissimo il brano "Hope, In the Face of Despair" con il sax soprano di Sheppard sorprendentemente tenuto sui toni più bassi, e favoloso l’intervento pianistico di Childs, che richiama lo stile del maestro Bill Evans. Stupefacente anche "American Landscape" che si diversifica dal resto del programma offendo un impatto molto più movimentato ed assai affine al jazz rock. La musica indugia spesso e volentieri sui toni impressionistici tipici della migliore new age, e talvolta si fa più classicheggiante, come in "Preludio in B-Flat Major". Il lento valzer di "The Old Man Tells His Story" alterna accenni di jazz ad altri di musica da camera in un singolare connubio che potrebbe ben figurare come colonna sonora di un film.  Anche "Into the Light" colpisce per l’approccio iniziale che sembra seguire la stessa tendenza, salvo improvvisamente esplodere in qualcosa di completamente diverso, in una continua alternanza di atmosfere e ritmi. L'interazione tra i membri della band, in particolare tra Childs, Robbins e Koonse, è ai vertici assoluti per la sensibilità dei musicisti e la perfetta sintonia di intenti. Dopo svariati album nei quali Billy Childs ha esplorato principalmente il jazz e la fusion, il pianista californiano, con Lyric, ha voluto alzare l’asticella creando un opera trasversale di grande fascino ma di difficile lettura. Si tratta di un album ibrido, che oscilla tra musica da camera, new age, jazz e crossover con una grande naturalezza senza apparire nemmeno per un attimo confusa o ambigua. Lyric è un un disco concettualmente evoluto e profondamente impegnato: rispecchia la natura stessa di Billy Childs, che oltre che essere un meraviglioso pianista è un uomo di grande cultura e molteplici interessi musicali.