Gerry Mulligan - The Complete Pacific Jazz Recordings With Chet Baker


Gerry Mulligan - The Complete Pacific Jazz Recordings With Chet Baker

Gerry Mulligan è stato uno dei grandi maestri del jazz e senza dubbio il più famoso tra gli specialisti dell’affascinante sax baritono. Un gigante quindi, un personaggio storico e musicalmente molto influente. Mulligan fu un vero rivoluzionario, riuscì a dare una luce nuova al baritono, utilizzato fino ad allora solo come "colore" nella sezione dei sassofoni, facendolo assurgere a vero e proprio strumento solista. Ogni musicista che collaborò con questo genio ha qualcosa di speciale da raccontare su di lui e la cosa ancor più interessante è che sembra che Gerry Mulligan detenga il primato di collaborazioni con i più svariati artisti. Ha suonato infatti, come solista o sideman con quasi tutti i grandi del suo tempo: Paul Desmond, Duke Ellington, Chet Baker, Ben Webster, Johnny Hodges, Billie Holiday, Stan Getz, Thelonious Monk, Quincy Jones, Miles Davis, Astor Piazzolla, Count Basie, Dave Brubeck e perfino Charles Mingus. Sposato con un italiana, conosciuta al “Capolinea” di Milano, visse a lungo nel capoluogo lombardo dove negli anni cinquanta appariva spesso all'improvviso nei jazz club e cominciava ad improvvisare con i musicisti che incontrava, così per il semplice gusto di partecipare ad una jam session. La componente umana era per Mulligan dunque estremamente importante. Trattava i suoi collaboratori, quando si dimostravano all'altezza, quasi come membri della famiglia e li spronava a fare sempre meglio. Era davvero quello che si può considerare un maestro. Mulligan era alla costante ricerca del proprio miglioramento, per questo aveva bisogno di fondersi, umanamente e musicalmente, con i maggiori esponenti del jazz e non solo. Perciò aveva rapporti di amicizia con moltissimi di loro e non disdegnava di suonare con musicisti non troppo affermati del panorama internazionale. Mulligan fu un protagonista assoluto della corrente cool fin dai primi tempi. È importantissima la sua partecipazione  come compositore, arrangiatore e strumentista (6 brani su 9 sono sue composizioni) al celebre nonetto di Miles Davis, ai cui concerti, documentati dal famoso disco "Birth of the Cool" del 1949, si fa generalmente risalire la nascita del movimento. Questa impronta stilistica rimarrà poi sempre presente nelle improvvisazioni e nelle composizioni di Mulligan, che non se ne allontanò mai troppo, malgrado l'avvicendarsi di nuove tendenze nel panorama jazzistico. Il quartetto privo di pianoforte di Gerry Mulligan del 1952 / 1953 con l’amico trombettista Chet Baker è stato uno dei gruppi più popolari del periodo e una delle forze più influenti del West Coast Jazz. Gerry perfezionò l’interazione con Chet Baker guardando indietro verso l'improvvisazione collettiva del Dixieland ma reinterpretandola con armonie ed arrangiamenti moderni e rivoluzionari. il pianoforte fino al quel momento veniva usato nelle band per tenere l'armonia di fondo. Batteria, contrabbasso e piano costituivano quindi la spina dorsale di un gruppo jazz, ma Mulligan e Baker decisero di fare a meno del pianoforte in un gioco sottilissimo di armonie, di frasi che si scavalcano in continuazione e momenti di incontro unici, tanto da non far sentire affatto la mancanza di uno strumento d'armonia. La formazione durò però poco tempo interrotta dalle continue liti fra i due e soprattutto dall'arresto per uso di sostanze stupefacenti di Gerry Mulligan, che se la cavò con tre mesi di reclusione ritrovando all'uscita, con grande sorpresa, l'amico Baker divenuto famoso per le proprie doti canore. Questo è un box di quattro album che raccolgono proprio le registrazioni dello storico quartetto di Mulligan nel suo periodo iniziale, quando il genio di New York stava gradualmente formando il suo gruppo senza pianoforte (per la verità utilizzando in due tracce anche un pianista: Jimmie Rowles). Al suo interno troviamo anche alcune sessioni dal vivo in cui il sax alto di Lee Konitz faceva diventare la band un quintetto ed anche il brano di grande successo "My Funny Valentine". Da notare che nonostante entrambi i musicisti siano rimasti attivi per oltre 30 anni,  Mulligan e Baker dopo queste storiche incisioni, si riunirono solo un’altra volta in occasione di un concerto alla Carnegie Hall, nel 1970, pubblicato  dalla CTI.  La musica che si ascolta in queste registrazioni di oltre sessant’anni fa è sempre deliziosa, affascinante, misurata e raffinatissima. Per tutte le quattro ore e quarantuno minuti di durata dell’intera raccolta si respira un’atmosfera di grandissima classe ed per questo che nel termine “cool”, che caratterizza lo stile di Mulligan, va letto il vero significato di “giusto e rilassato” e non quello più comunemente diffuso di “freddo”.  Quello che deve essere rimarcato è che Mulligan pensava soprattutto a suonare, suonare e ancora suonare, o per essere più precisi, ad esprimersi musicalmente, trasformando le sue note in frasi artistiche di grande impatto emotivo. Sono ben ottandue (82 !) i brani presenti nel set, tra i quali anche moltissimi standards:  uno spaccato estremamente  esaustivo su uno dei sodalizi più significativi che il jazz abbia conosciuto, quello tra il genio di Gerry Mulligan e la sensibilità artistica di un altro grande come Chet Baker. Imperdibile.