Maysa – Live At The Birchmere


Maysa – Live At The Birchmere

Nutro un’ammirazione incondizionata per Maysa Leak. A mio parere è la miglior cantante apparsa sulla scena dagli anni ’80 ad oggi. Con uno stile che è al contempo profondo e sofisticato, la bravissima Maysa (come è più semplicemente nota al grande pubblico) ha alle spalle una carriera solista che è diventata sempre più smagliante nel corso del tempo, anche grazie alla parallela collaborazione trentennale con la band soul jazz Incognito.  Tuttavia mi sento di dover sottolineare un fatto: se c’è una cantante che meriterebbe un riconoscimento più ampio, è proprio lei, la corpulenta vocalist di Baltimora. Maysa registra album da solista da moltissimi anni, eppure ci sono tante persone che non hanno mai sentito parlare di lei. Come è possibile una tale mancanza di fronte ad un talento di questo portata? Sono i misteri del mondo discografico. Nata e cresciuta a Baltimora, il viaggio artistico di Maysa, dopo il diploma al college, la portò a cantare per un anno come corista per Stevie Wonder ed in seguito a diventare la cantante principale del gruppo "Incognito". Maysa registrò il suo primo album nel 1995, ed a questo fecero seguito molti altri lavori, l’ultimo dei quali è Love Is A Battlefield del 2017, una raccolta di alcune delle canzoni preferite di Maysa, rielaborate con il suo esclusivo tocco soul. La sua discografia così come la sua militanza negli Incognito fa di lei quella che secondo il mio modesto parere è una delle più grandi cantanti soul-jazz della sua generazione: un’artista da inserire tra le top vocalist insieme ad altre quali Anita Baker, Chaka Khan, Angela Bofill, Marlena Shaw e, più recentemente, Whitney Houston, Ledisi e Hill St. Soul. Ho avuto la fortuna di assistere ad uno spettacolo di Maysa qualche anno fa, qui a Milano e ricordo quella serata come un’esperienza entusiasmante. In un piccolissimo locale del centro, alla presenza di pochissimi spettatori fu straordinario cogliere ogni sfumatura di una voce possente ma controllata, ricca di colori e con una estensione ed una tecnica davvero impressionanti. Ritengo che se un vasto pubblico avesse la possibilità di ascoltare Maysa dal vivo rimarrebbe estasiato almeno quanto me. I suoi show regalano emozioni, e lei non usa campionamenti, voci preregistrate o altre diavolerie elettroniche. In questa straordinaria registrazione live che su disco ha preso il titolo di Live At The Birchmere, Maysa è salita sul palco e ha dispensato musica e buone vibrazioni a profusione. Non c'è stata alcuna pausa, nessun intervallo, solo 2 ore e mezza di puro divertimento che ha coperto una grande varietà di generi tra cui il jazz, lo smooth jazz, il blues, l’R&B, il soul ed il funk. E’ un album dal vivo che riporta alla memoria lo spirito delle grandi del passato da Ella Fitzgerald a Sarah Vaughn, con un ovvio sapore di modernità ma con un grande rispetto per la tradizione. Il mix di brani proposti si concentra come è logico sulle canzoni tratte dagli album da solista, ma essendo un doppio cd, c’è lo spazio anche per numerose covers. E tra queste alcuni brani sono dei classici intramontabili che Maysa riesce ad interpretare come sempre a modo suo, dando loro un’impronta diversa e molto intrigante con la sua vocalità unica e rara. My Funny Valentine e Summertime ad esempio, potrete sentirle in una versione soul jazz, tanto inattesa quanto imprevedibile. E poi una splendida What Are You Doing With The Rest Of Your Life di Barbara Streisand: la melodia è bellissima e Maysa la vive con la consueta passione e trasporto. Vola sulle ali del blues con I Put A Spell On You e cavalca alla sua maniera il soul di You Are My Starship. Si cimenta anche con Round Midnight, trasformando il classico del jazz in un brano profondamente soul, ma dando anche in questo caso un saggio di cosa può fare con la sua voce. Immancabile è la trascinante The Bottle di Gil Scott Heron che è ormai un momento topico di ogni suo concerto. Nella serata Maysa non poteva di sicuro tralasciare  il repertorio personale, quello che a partire dal 1995 è parte dei suoi album da solista: ed allora ecco un carrellata di bellissime canzoni più o meno conosciute. A volte tipicamente r&b, altre più soul o ancora quasi disco. Ballate romantiche come la sinuosa Sexy, la delicata Grateful, la sofisticata Soul Child o la meravigliosa Can We Change The World. Ma ovviamente non mancano i brani veloci, dal sapore smooth jazz come A Woman In Love o l’appassionata dedica al maestro Bluey (leader degli Incognito) intitolata Let's Figure It Out. Brillante e ballabile è anche Hooked Up, che tra l’altro è arricchita da uno splendido assolo di chitarra elettrica. Maysa sfiora anche la bossa con Hypnotic Love e il drum’n’bass con Friendly Pressure, e fa riferimento allo stile degli Incognito con What About Our Love. Il concerto si chiude in bellezza con il perfetto esempio di raffinato r&b della bellissima Mr So Damn Fine. La band che ha accompagnato Maysa nelle due serate che hanno dato vita a questo doppio cd live è perfetta in ogni frangente e con tutte le varie atmosfere che sono state di volta in volta proposte al pubblico. Si percepisce un grande affiatamento ed una ammirevole unità d’intenti nel valorizzare la vera protagonista dello show: lei, la mitica Maysa Leak. Il commento finale che posso fare è questo: se hai la possibilità di vedere esibirsi Maysa, fallo. Se canta nella tua città non esitare, vai e goditi uno spettacolo musicale indimenticabile. La sua voce ti entrerà dentro e non potrai dimenticarla mai più. Il suo spettacolo ha tutto ciò che dovrebbe avere una performance dal vivo. Se invece vuoi godere subito di questa gemma discografica, comodamente seduto sul divano di casa tua, da oggi potrai farlo facilmente. Dopo alcuni anni ed una travagliata genesi Live At The Birchmere è infatti finalmente disponibile sulle principali piattaforme di commercio elettronico. Da non perdere.