Fo / Mo / Deep - A Beautiful Bang


Fo / Mo / Deep - A Beautiful Bang

Sono costantemente alla ricerca di nuove proposte musicali, di artisti che possano incuriosirmi e che di conseguenza possano entrare nella mia collezione. E ovviamente che io possa poi inserire in questo blog. Mi sono imbattuto casualmente nei Fo / Mo / Deep e subito hanno catturato la mia attenzione. Ma chi sono i Fo / Mo / Deep ? Di base si tratta di un trio di Columbus, Ohio che all’occorrenza si arricchisce di un paio di elementi aggiuntivi. A parte il nome, curioso ma non particolarmente accattivante, il gruppo in questione è invece molto interessante ed è pienamente collocabile all’interno della corrente jazz/funky/fusion. I Fo / Mo / Deep hanno quel particolare groove le cui radici vanno ricercate nella miglior scuola sperimentale degli anni '70: un tempo in cui jazz, soul e funk erano spesso interpretati e mescolati insieme come un’unica cosa. Il trio è composto da Ron “FatKat” Holmes Jr. al basso, Andre Scott alla batteria e Kevin Jones alle tastiere.  Al nucleo di base si aggiungono Keith Newton al sax e al flauto e Kenneth “ Pounce ” Pouncey alle percussioni. Hanno pubblicato già 4 CD e la loro musica è stata riprodotta in tutto il mondo sulle stazioni radio Internet, satellitari e terrestri. Nonostante ciò è una band sostanzialmente sconosciuta, tuttavia la loro proposta merita senza dubbio una grande attenzione. Negli anni '70, gruppi come gli Headhunters ed altri fondevano elementi jazz con vibrazioni funk e afro per creare una straordinaria ed originale ricetta musicale. Fu un viaggio importantissimo ed imprevedibile di percorsi culturali che allargarono gli orizzonti non solo della musica ma anche quelli della coscienza sociale americana. Molti musicisti hanno tentato di ricreare quel magico feeling nel corso degli anni a seguire, ma pochi hanno davvero catturato con successo il groove di quel momento storico. I Fo / Mo / Deep emergono dall’anonimato della provincia americana per colmare in modo piuttosto convincente questa lacuna, regalando una collezione di brani che colgono lo spirito degli anni ’70. Il trio dimostra una capacità innata di riaccendere gli elementi classici e fondamentali del funk e del jazz e di coniugarlo in un linguaggio moderno. Già il loro primo CD, "Eclecticism", aveva ricevuto recensioni molto positive. Anche sul loro secondo album "A Beautiful Bang" il loro groove unico viene declinato con un eclettico mix di ritmi jazz/funk piuttosto rari al giorno d’oggi. I loro spettacoli energici e imprevedibili ed hanno contribuito a creare una formidabile reputazione per questa band infusa di purissimo funk. "A Beautiful Bang" trasferisce magistralmente l'energia delle esibizioni dal vivo dei Fo / Mo / Deep fin dentro allo studio di registrazione: con un grande rispetto per il patrimonio culturale della musica americana, ma con originalità e un tocco di intelligente modernità. I brani disegnano un quadro musicale dai colori variopinti, con esplosioni di improvvisazione, ma catturando allo stesso tempo l'essenza emotiva dei momenti stilisticamente più delicati. Gustosamente varia ma legata da un filo di grande coerenza, la musica del trio coglie l’attimo e tuttavia resta connessa con la tradizione. "A Beautiful Bang" tocca il blues, l’afrobeat, il groove brasiliano, il funk, il neo-soul e ovviamente il jazz. È  un album molto più eclettico del primo, in cui i 13 brani portano in un viaggio funky che spazia  tra le atmosfere da jazz contemporaneo di "Jawjacka" e "The Wanting", e vanno in profondità nella vecchia scuola con "Martini Blues" e "My Baby Gots 'the Blues, Blues". C’è spazio per la bossa jazz di “A Plethora of Pleasant Thoughts” ma anche per un accenno di neo-soul jazz con “Da Ba Di Do (Sonrisa de Zoe)”. Un ipnotico andamento afro-beat è leit motiv di  "A Beautiful Bang" che pesca comunque anche dalla musica brasiliana. Il funk è il focus di "Mama Said, Mama Said", e non manca la poesia di una lenta ballata come "The Road" che ricorda certi strumentali dei primi Earth Wind And Fire. Fin qui il materiale originale composto dai tre ragazzi dell’Ohio, che dimostrano una grande sapienza ed un bel talento anche in questo delicato campo. Ma poi ci sono le loro selezionate covers, come il super funk "Gentleman" (Fela Kuti), il delizioso duetto di sax e pianoforte di "Naima" (John Coltrane), l’inusuale interpretazione reggae della complessa "Red Clay" (Freddie Hubbard) ed infine l’eccellente fusion di “Montara” (Bobby Hutcherson). La sezione ritmica, con il pulsante basso di Ron “FatKat” Holmes Jr. e la precisa batteria di Andre Scott sostiene tutta l’impalcatura della band, ed è davvero notevole lungo tutto il percorso sonoro dell’album. Altrettanto valido è poi il piano (acustico ed elettrico) di Kevin Jones. Il sax di Keith Newton è praticamente il quarto tassello fondamentale di questo album e la sua voce ne diventa una parte imprescindibile. Cercando con coraggio e caparbietà di sfidare l'ordinario, questo gruppo di musicisti semi sconosciuti ci consegna una miscela unica di groove a base di jazz, funk e soul. Il loro segreto è semplicemente la passione: suonare, scrivere e registrare musica con entusiasmo e competenza. Una bella sorpresa, che consiglio a tutti di provare ad ascoltare, potrebbe essere una rivelazione entusiasmante.