The Park Avenue Experience – Life Span


The Park Avenue Experience – Life Span

È uscito nei primi giorni di Gennaio un album intitolato Life Span, per me misterioso e sconosciuto. Si tratta dell’opera prima di un nuovissimo progetto discografico chiamato The Park Avenue Experience. Creato dal musicista, produttore ed autore siracusano Fabio Puglisi, che è meglio conosciuto con il nome d’arte di Soul Basement, The Park Avenue Experience è un trio nato per esplorare quella terra di frontiera nella quale il jazz va ad incontrare strade alternative, territori inusuali. Vi dirò subito che nel momento in cui ho ascoltato le prime note di Life Span sono subito rimasto affascinato dalla sua per certi versi enigmatica atmosfera. Il suo leader Fabio Puglisi (come detto noto anche come Soul Basement), è un jazzista italiano, e tuttavia di italiano Life Span non ha proprio niente. Non ha influenze mediterranee, non tratta nemmeno le melodie tipiche, ancor meno usufruisce degli arrangiamenti vicini alla nostra cultura musicale. A tratti mi ha ricordato Robert Glasper, di certo per il gusto dell’essenziale, forse per il ritmo cadenzato, in parte per quel susseguirsi veloce di note leggere, galleggianti, evanescenti e profonde al tempo stesso. L’ascolto, in un primo momento superficiale, si è fatto più attento perché sentivo una strana forma di magnetica attrazione per  quegli inusuali ed originali quadri sonori. E presto è venuto fuori il jazz, un jazz moderno e minimalista, anomalo e sorprendente, che ogni tanto declina verso il nu jazz e qualche volta indugia verso l’elettronica. Ma poi il vento della musica cambia ancora scivolando nella lounge o portando l’ascoltatore ai confini della new age: tutto questo lascia piacevolmente disorientati. Di certo The Park Avenue Experience ha un forte potere di suggestione e cattura l’attenzione del pubblico non con le armi del virtuosismo e nemmeno inondando l’ambiente di cascate di note. Piuttosto lo fa con un’intelligente alchimia di armonie create da accordi di largo respiro o da intuizioni ritmiche piazzate là dove non te le aspetti. In un quadro complessivo improntato al rigore ed al minimalismo, Puglisi punta a toccare le corde emozionali seguendo una strada che non è la più facile ne tantomeno quella più popolare, ma lo fa con intelligenza e talento. I morbidi tocchi di pianoforte, le vaporose sortite delle tastiere così come tutta l’architettura ritmica sottendono alla creazione di un universo sonoro affascinante e in qualche misura inedito. Si potrebbe definire musica impressionista, dove le note e le armonie sono usate come i pennelli di un pittore. Sono 8 le tracce di questo enigmatico album: 8 brani che delineano un percorso omogeneo e caratterizzato da un mellow groove avvolgente e sinuoso, liquido e ricercato. Si va dal morbido inizio di Getting Closer che in poche battute fa intuire quali siano le linee stilistiche che Park Avenue Experience vuole disegnare, alla successiva Balance che aggiunge alla stessa estetica più ritmo ed un synth pur sempre minimalista. That Good Old Trick si distingue per le percussioni afro beat ed un andamento che ammicca alla musica latina. Il jazz emerge con più forza sulla bellissima Meifen Smiling To The Sky, tra un pianoforte sincopato ed il basso che insieme alla batteria ammiccano quasi ad un morbido drum’n’bass, mentre un sintetizzatore sul finale regala un’ultima emozione. Anche A Better You richiama le sonorità jazzistiche di un classico trio jazz di piano, batteria e basso. Love Knows No Limits suona come un sorta di ballata declinata in un medio tempo. Tutto è coniugato da una tastiera che crea un’atmosfera spaziale ed ipnotica sulla quale è sempre il pianoforte a versare sapienti gocce di note. Si arriva al bellissimo finale di questo album rivelazione: Water Under The Bridge. Il brano ricorda Lyle Mays e allo stesso modo riesce a toccare le corde emozionali. Delicatamente immerge in una nuvola fatta di rari accordi e note di pianoforte: rarefatta ed evanescente eppure così profonda ed ammaliante. Life Span è un viaggio sonoro elegante, raffinato e colto in grado di farci immergere in un’intrigante miscela strumentale di jazz, urban sound, funk, elettronica e lounge. E’ un lavoro che mira all’essenziale, sfruttando al massimo una manciata di strumenti ma giocandosi tutto sulle suggestioni. Fino ad oggi non avevo mai ascoltato niente di Fabio Puglisi o di Soul Basement, anzi non ne avevo neanche mai sentito parlare. Ammetto di essere colpevolmente in ritardo perchè Life Span è stata decisamente una bella scoperta. Italiana o internazionale che sia la buona musica è sempre una piacevole rivelazione. Il mio consiglio è di rilassarvi, mettere questo cd ascoltandolo magari in cuffia e godervi una mezz’ora di musica trasversale a cavallo tra i generi ma sempre sul filo delle emozioni.