Project TH3M – Project TH3M


Project TH3M – Project TH3M

Alla base dei Project TH3M c’è un vibrafonista che risponde al nome di Mark Sherman. Questo serio ed esperto professionista è tuttavia uno di quegli artisti che sembrano non trovare mai una conclamata notorietà. La sua indubbia esperienza ed il suo talento contrastano con una carriera in sordina sebbene Sherman sia sulla scena del jazz fin dalla fine degli anni '70. Nato come batterista, Sherman, che è anche un buon pianista, ha studiato musica classica alla Juilliard School insieme a Wynton Marsalis. Dopo aver registrato nel 1980 un album fusion notevolmente innovativo, intitolato Fulcrum Point, ha dato seguito a questo debutto qualche anno dopo con A New Balance. In quegli anni Mark Sherman era impegnato in ambito classico sinfonico, ad esempio con la New York Philharmonic, la Brooklyn Philharmonic e la Joffrey Ballet Orchestra. Ma al contempo ha lavorato anche con cantanti famosi come Mel Torme, Peggy Lee e Liza Minnelli. Quella jazzistica come vibrafonista era una sorta di carriera parallela arricchita dalle collaborazioni con Ruth Brown, i cantanti Jackie e Roy e i chitarristi Larry Coryell, Joe Beck e Rodney Jones. Project THEM è in sostanza uno pseudonimo che, come suggerisce il nome, è più uno sforzo di collettivo che un album solista. L’onere delle composizioni è infatti distribuito tra quasi tutti i membri della band. Project TH3M è composto dallo stesso Sherman al vibrafono, dal batterista Adam Nussbaum, dal pianista e tastierista Mitchel Forman e inoltre  dal sassofonista Bob Franceschini, dal bassista Martin Gjakonovski e da un altro pianista: Paolo Di Sabatino. Il sound dei  Project TH3M è un jazz moderno, aggressivo e con qualche connotazione d’avanguardia, pur senza sconfinare nel free o in sonorità estreme. Non mancano alcuni tocchi di fusion, ma fondamentalmente l’architettura complessiva è una rivisitazione contemporanea del lessico dell’hard bop, prevalentemente acustico.  Quasi come ascoltare i gruppi di Art Blakey o McCoy Tyner mediati attraverso il feeling dei giorni nostri. Ciò è particolarmente evidente in brani ritmati e ad alto contenuto energetico come "Submissive Dominants" e "Angular Blues". Guardando ai dinamici musicisti coinvolti nel progetto, non è certo una sorpresa. Tutti approcciano questa musica con grande intelligenza focalizzandosi su una eccellente energia creativa in grado di suscitare emozioni. Anche una ballata come "Close Enough for Love" rivela un palpabile senso di modernità che aggiunge tensione, facendo emergere la malinconia intrinseca del pezzo. Allo stesso modo "We 3" di Nussbaum scava in profondità nell’interpretazione delle ballate ed il risultato è convincente. Una nota particolare la merita il sax di Bob Franceschini che in ogni momento dell’album si rivela graffiante e intenso. "The South Song" di Gjakonovski ha un'atmosfera introspettiva e molto cool che ricorda le incisioni della storica etichetta ECM. Per gli amanti del vibrafono la presenza di uno specialista come Mark Sherman è una garanzia: il suo tocco sapiente e la sua sensibilità sono una costante della band, così come le sue complesse composizioni. Project TH3M è un pregevole esempio di jazz mainstream con una spiccata tendenza alla modernità. Ogni brano è suonato con quell’energico dinamismo che eleva la musica di questa band  ben al di sopra del banale. C’è un solidissimo interplay tra i musicisti che si accompagna alle eccellenti composizioni ed all’interno di queste spiccano in particolare le improvvisazioni di alto livello. Project TH3M è una proposta alternativa alla solita musica stereotipata e spesso costretta dentro canoni fin troppo rigorosi alla quale il mercato discografico ci ha abituato. Non è un album facile ed a volte può anche risultare ostico ma è un interessante ascolto che tuttavia è consigliabile preferibilmente agli appassionati di jazz.