Tommy Flanagan – The Cats


Tommy Flanagan – The Cats

Thomas Lee Flanagan, nato a Detroit il 16 marzo 1930 e deceduto a New York il 16 novembre 2001, è stato un pianista jazz statunitense particolarmente noto, oltre che per l'intensa attività di leader, anche per essere stato l'accompagnatore più assiduo di Ella Fitzgerald in occasione di numerosi concerti e registrazioni. Flanagan inoltre suonò il pianoforte in alcuni album storici e molto importanti nella storia del jazz come Giant Steps di John Coltrane, Saxophone Colossus di Sonny Rollins o The Incredible Jazz Guitar of Wes Montgomery. La sua presenza in questi capolavori certificherebbe già di per sé la grandezza del musicista. Ma analizzando più in concreto lo stile pianistico di Tommy Flanagan, questo può essere definito equilibrato ed al tempo stesso eccezionalmente musicale. Sebbene non possa essere considerato un innovatore assoluto dello strumento, come Bill Evans, Herbie Hancock o McCoy Tyner, Flanagan è stato un musicista di primordine che diede sempre prova di possedere molte delle più importanti qualità di un grande jazzista: swing, raffinatezza armonica, invenzione melodica e amore per il blues. Sul finire degli anni ’50 ci fu un fermento unico nel panorama discografico del jazz e Detroit era in quel periodo un vero e proprio punto focale, un fulcro per molti grandi musicisti nativi della città dell’automobile ma anche per altri che furono residenti lì per breve tempo, come i geni John Coltrane e Miles Davis. Fu qui che Tommy Flanagan entrò in contatto con Trane e registrò questo fondamentale album hard bop intitolato “The Cats”. Nella band oltre a John Coltrane c'erano, come ovvio, alcuni amici di Detroit come il batterista Louis Hayes, il bassista Doug Watkins, il chitarrista Kenny Burrell e, a completare la band, il bravo trombettista Idrees Sulieman. Fin dall’inizio l’album sembra riservare qualcosa di speciale e il classico "Minor Mishap", è il brano che fa capire come stia prendendo forma la magia del grande jazz. Flanagan è energico, suona linee melodiche luminose e vivaci, alterna l’accompagnamento e gli assolo come meglio non si potrebbe. Un artista al massimo della sua forma, lucido e preciso. Coltrane è effervescente ed ispirato, fresco dell’influenza assorbita dalla militanza nel Miles Davis Quintet e alla continua ricerca del suo lessico più espressionista. Sappiamo quali gemme usciranno dal sax tenore del genio di Hamlet nel giro di qualche anno. The Cats è focalizzato sul migliore hard bop possibile: gli altri originali come "Eclypso" e "Solacium", bruciano di un fermento creativo di livello superiore, rilasciando vibrazioni ed emozioni in grado di entusiasmare facilmente l’ascoltatore. Lo stesso Tommy Flanagan appare come  un vero catalizzatore: basta ascoltare il suo straordinario assolo su "Eclypso". Ma non c’è solo questo, il blues di quasi 12 minuti di lunghezza intitolato "Tommy's Tune" è il veicolo perfetto per la chitarra di Kenny Burrell, e suona quasi come un preludio per i suoi classici dello stesso periodo "All Day Long" e "All Night Long". Nell’album è registrata un’unica sessione in trio, lo standard "How Long Has This Been Going On?", che può essere considerata a tutti gli effetti come la quintessenza del pianismo di Tommy Flanagan: eleganza, destrezza, musicalità e swing riunite nelle sapienti dita di questo fantastico musicista. Come detto Detroit era, in quel momento, un punto di riferimento per il jazz e la musica che si faceva in città in quel periodo fu di grande rilevanza non solo per tutto il movimento contemporaneo ma anche per quello a venire. Non c’è dubbio che sessioni di registrazione come questa rivestirono un ruolo cruciale ed importantissimo per la storia del jazz. The Cats non è altro che un antipasto di moltissimi capolavori che tutti questi maestri avrebbero scritto, suonato e registrato nel breve volgere di qualche anno. L’album non può che essere caldamente raccomandato, così come suggerisco un attento ascolto di un pianista come Tommy Flanagan, il quale probabilmente meriterebbe anche oggi una fama maggiore di quella che gli viene peraltro riconosciuta.