Norman Connors – Dance Of The Magic


Norman Connors – Dance Of The Magic

Norman Connors è di certo un grande batterista, tra i molti emersi nei primi anni ’70, sicuramente uno tra i più originali. Norman cominciò ad interessarsi al jazz da bambino cominciando presto ad esercitarsi col il suo strumento. Ha poi studiato musica alla Temple University e alla Julliard. Partendo dal jazz d’avanguardia, attraverso le collaborazioni con Archie Shepp e Pharoah Sanders, con il tempo ha cambiato radicalmente il suo stile, virando progressivamente verso un genere più commerciale. La sua musica ha profondamente influenzato molti artisti sia jazz-funk che R&B. Durante la sua carriera ha collezionato diverse fortunate hit, ma la sua produzione dei primi anni ’70 si distingue per lo spirito di sperimentazione e l’originalità delle sue proposte. Il primo album di Norman Connors come leader è un bellissimo esempio di innovazione e coraggio in cui si assiste ad una fusione tra il jazz elettrico e quello spirituale del suo mentore Pharoah Sanders declinato attraverso i ritmi e le armonie della musica latina. Un’occhiata alla formazione di Dance Of The Magic ti fa capire che i musicisti coinvolti sono l’elite di quel periodo storico. E’ curioso notare come quasi tutti i protagonisti di questo lavoro, compreso lo stesso Connors, avrebbero finito per sconfinare nel giro di pochi anni in una fusion influenzata dal jazz con accenti disco e r&b. Tuttavia nel periodo dal 1972 al 1975 la ricerca e la creazione di nuove forme ibride di jazz elettrico era particolarmente affascinante e in questo album ci sono diversi musicisti che si sarebbero in seguito resi protagonisti di svariate forme di crossover più o meno sperimentale. Si può dire che il viaggio intrapreso a partire da queste sessioni sia stato foriero di una serie di interessantissimi lavori. I successivi due meravigliosi album di Norman Connors ad esempio: "Dark of Light" e "Love from the Sun". "Children Of Forever" di Stanley Clarke e "Black Love", "Journey To Enlightenment" e "Let This Melody Ring On" di Carlos Garnett. Inoltre ci sono Herbie Hancock, Eddie Henderson e Billy Hart della band Mwandishi con lo storico "Crossings". Il sassofonista Carlos Garnett in particolare è un punto focale nei primi tre album di Connors, e i suoi album successivi possono essere visti come una ideale continuazione di questa particolare fusione di jazz elettrico ed elementi latini. E’ innegabile la forte influenza di Garnett nelle tracce di "Dance Of Magic", in più è proprio lui che ha arrangiato la title track, un brano lunghissimo (21 minuti) che occupa tutta la prima parte dell’album. Herbie Hancock, che è il tastierista di questo album, in quel momento stava esplorando in modo più esteso il piano elettrico rhodes integrando gli effetti di delay, distorsione, wah-wah e modulazione che la popolare tastiera offriva. A breve indirizzerà il suo interesse sui sintetizzatori, che poi saranno i suoi strumenti prediletti, pianoforte a parte. Non ascoltavo questo album da alcuni anni ma oggi sono le percussioni che mi colpiscono in maniera particolare. Norman Connors si è assicurato la collaborazione del prodigioso percussionista brasiliano Airto Moreira ed insieme a lui altri 6 specialisti. Il risultato è impressionante: il ritmo e l’energia che scaturiscono da questa orgia percussiva è un piacere dinamico e stimolante. Dance Of The Magic tuttavia è un album spigoloso e ostico. Non mancano momenti più rilassati e morbidi come Morning Sun e Blue, ma gli assoli sono spesso intricati, acidi, al limite del free. Tutto è comunque dominato dalla batteria e dalle percussioni che sono il vero motore di tutto l’album, perfino quando le melodie si fanno più dolci. E’ una sorta di muro ritmico all’insegna del sound latino e con qualche eco afro. La spiritualità che infarciva in quel periodo tutta una generazione di musicisti, Norman Connors compreso, è anch’essa presente, ritagliandosi spazio dentro alle articolate e complesse melodie di Dance Of The Magic. La cosa che più impressiona a posteriori è che nel giro di 3 o 4 anni Connors farà suo un linguaggio molto più commerciale, davvero comparabile con la più sofisticata disco music: ovvero uno stile che appare lontano anni luce dalle atmosfere selvagge e cerebrali che si possono ascoltare qui.