Vibes Alive - Vibrasonic


Vibes Alive - Vibrasonic

Al giorno d’oggi utilizzare il vibrafono e la chitarra come principali voci strumentali di un album non è solamente un insolito abbinamento per il jazz contemporaneo, ma è soprattutto una combinazione che sa essere tanto intrigante quanto seducente. C’è un gruppo, o meglio un duo chiamato Vibes Alive che fa di questo connubio di strumenti il proprio manifesto musicale. Ho già parlato tempo fa del precedente album dei Vibes Alive, After Hours, e oggi analizzerò il loro tanto atteso terzo album: "Vibrasonic": la copertina del lavoro è già abbastanza esplicita, dato che raffigura un vibrafono ed una chitarra. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un ascolto fresco e stimolante: il sound è quello di una fusion percorsa da forti influenze smooth jazz, dove la presenza di Jeff Lorber e delle sue tastiere si fa chiaramente sentire tra la chitarra ed il vibrafono. Ed in più l'impalcatura sonora è sorretta dalle basi  ritmiche più solide che si possano desiderare. Vibrasonic è scritto e prodotto dal vibrafonista Dirk Richter e dal chitarrista Randall Crissman, ovvero le due anime di Vibes Alive. Ma questo duo è praticamente un trio di fatto, dato che il citato Jeff Lorber, è stato (ed è) una presenza costante in tutti e tre gli album del gruppo. I Vibes Alive realizzano i loro album con la frequenza di un'eclissi totale, di conseguenza ogni uscita è carica di aspettative e in qualche misura speciale. E va sottolineato come la formazione del gruppo viene completata da altri 3 personaggi d’eccezione: infatti il leggendario batterista Vinnie Colaiuta alimenta ancora al meglio la sezione ritmica con Jimmy Johnson al basso e Luis Conte alle percussioni. Vibes Alive è un progetto che nasce principalmente dall'amicizia tra i due membri, iniziata ai tempi del college tra chitarre e organi. Ma con l’avvento del vibrafono nelle sapienti mani di Richter, le sue particolari sonorità, le sfumature uniche e le conseguenti possibilità di potenziamento armonico, il duo si è presto catapultato verso un livello più elevato. I Vibes Alive non nascondono la volontà di creare una musica viva, spontanea e creativa ma al contempo poggiata sull'idea di armonia con l’universo come pure sull'amore per il pianeta e per il prossimo. Ogni album dei Vibes Alive richiede anni per essere costruito, in parte anche perché Randall Crissman è un rinomato e prolifico compositore di colonne sonore televisive ed i suoi impegni condizionano la produzione discografica della band. Questo è confermato dal fatto che c'è stato un divario di 11 anni tra il loro omonimo debutto del 1997 e l'uscita del loro secondo set, “After Hours”. Ma oggi, 13 anni dopo, nel 2020, ecco che possiamo goderci un nuovo capitolo di questo gruppo che è un vero “must” per tutti gli amanti del vibrafono e più in generale del jazz contemporaneo. Sono 10 i brani che compongono Vibrasonic, tutti tesi ad un sound caratteristico e fluidissimo, sempre dinamico, mai banale e ricco di groove. "Sweet Vibes" è il pezzo d’apertura e va a chiarire subito il tenore del disco: il minimoog di Lorber si intreccia al vibrafono di Richter, aggiungendo dimensioni spaziali ad un atmosfera soul-jazz. "Vibrasonic" è un propulsivo brano gagliardamente lanciato dalla ritmica e concentrato sull’unisono tra vibrafono e chitarra. "Windchime" rallenta un po’ i ritmi con  Crissman e Richter a ricamare una melodia magnetica fino a che tutto si conclude con il bel synth di Jeff Lorber. Il vibrafono di Richter incanta e pervade "Earthtones", su una base batteria/basso firmata Colaiuta e Johnson che cattura subito l’attenzione dell’ascoltatore tanto quanto lo strepitoso intervento di Rhodes del meraviglioso Lorber. Per finire l’assolo di chitarra di Crissman sposta l’accento su toni jazz rock. E’ lo stesso Crissman ad usare una chitarra acustica per inondare di tonalità delicate e riflessive la successiva "Waterfall". "Going Home" è un brano rilassato e ottimista dalla melodia accattivante. Ancora il vibrafono e la chitarra sono impegnati in una fantasiosa e sofisticata composizione in stile smooth jazz intitolata "Daydream". Stesso tenore per la contemplativa "Rainy Day" dove una volta di più si apprezzano tutte le possibilità tonali del vibrafono e la qualità della tecnica chitarristica di Crissman. "Spy" è un divertente gioco "vibrafonico" che si rifà ai film di spionaggio e regala anche un meraviglioso stacco di puro e swingante jazz: qui l’organo di Lorber non manca di elargire momenti puro groove. Non è da meno l’energico assolo di chitarra elettrica. Spy è a mio parere il brano migliore di tutto il pur bellissimo disco. Album che si chiude con "Guitar Noir", pezzo dal sapore ipnotico, scritto da Crissman, declinato su un clima jazzistico, seppure più intimo. Anche questa volta Richter e Crissman sperimentano con successo  la connessione con i musicisti con cui collaborano per creare un interplay affascinante e ricco di contenuti. Questa è la migliore direzione per la musica, in un mondo dominato dal facile successo e dall’egemonia delle esigenze commerciali. Questi sono i Vibes Alive: buone vibrazioni e gioia di vivere nel rispetto della musica di qualità.