Greyboy Allstars - West Coast Boogaloo
DJ Greyboy (nome d’arte di Andreas Stevens) è un Disk-Jokey californiano che può essere collocato a pieno titolo nel genere Acid Jazz. Le sue influenze musicali abbracciano l’hip hop, il soul, il funk, ed il jazz. È anche il co-fondatore del gruppo The Greyboy Allstars insieme al sassofonista Karl Denson. Oggi vorrei parlarvi proprio di questo collettivo. Greyboy ha pubblicato diversi album con questa band che annoverava tra i suoi componenti alcuni dei musicisti soul-jazz più interessanti della scena musicale americana. Per il suo debutto discografico il DJ si è ispirato alla sua musica preferita (funk, soul, jazz, r&b vintage) e gli Allstars lo hanno coadiuvato nell’intento di fondere il tipico suono acid jazz della nuova scuola con una sensibilità più vintage come quella soul/boogaloo. L’album fu registrato nel 1994 con alcuni strumentisti d’eccezione, come l’eccellente tastierista Robert Walters, il flautista Harold Todd (probabilmente uno dei più talentuosi specialisti della sua generazione), l'incredibilmente versatile chitarrista Elgin Park e l'infaticabile e poderoso sassofonista Karl Denson. Ospite d’eccezione per l’occasione fu Fred Wesley, membro storico della sezione fiati di James Brown, il quale contribuì in modo determinante a dare credibilità a tutto questo progetto. Molti di questi musicisti hanno poi intrapreso carriere soliste, pubblicando a loro volta degli album piuttosto interessanti. Dal punto di vista musicale West Coast Boogaloo è saldamente incentrato sul groove di riferimento di Greyboy, sul quale vengono sapientemente inserite delle intense sfumature jazz: insomma questo non è un semplice disco messo insieme con un po’ di funk e molte campionature. E’ senza dubbio molto di più ed è un ascolto che sa essere brillante e pieno di energia positiva. All’epoca della sua pubblicazione passò forse inosservato ma è invece un album eccezionale per tutti gli appassionati di Acid Jazz e può trovare estimatori anche tra i seguaci di un jazz più tradizionale e conservatore che siano in cerca di novità. La formula “più jazz meno funk” funziona a meraviglia nel caso dei Greyboy Allstars. La band trae ispirazione dal funk jazz della fine degli anni '60 e dei primi anni '70: questo lo si evince al primo ascolto. Così come appare evidente quanto il loro amore per questa musica sia totale: però i Greyboy non hanno paura di dare al loro progetto un’impronta moderna anche se giustamente rispettosa. L’idea non solo ha preso forma e concretezza ma riserva un’esperienza molto gratificante e in qualche misura sorprendente anche grazie anche alla produzione pulita e alle performances davvero eccellenti dei musicisti. Oltre ai contributi dei vari solisti, molto del fascino è incentrato sulla straordinaria sezione ritmica fomrata dal bassista Chris Stillwell e dalla frizzante batteria di Zak Najor. Sono loro due a prendersi spesso la scena, in particolare il drumming pirotecnico di Najor che riempie di energia ogni solco. Nel disco ci sono delle bellissime cover, ad esempio le stupefacenti versioni del classico "Fire Eater" di Rusty Bryant, "Miss Riverside" di Leon Spencer e "Let The Music Take Your Mind" dei Kool & The Gang. Gli Allstars sono abili con le cover ma non sono certo da meno quando si parla di composizioni originali: molto interessante sono appunto "Soul Dream", la super funky "Fried Grease", che ricorda i Tower of Power o la potente e ritmata "Gravee". In tutti questi brani il leggendario Fred Wesley si distingue per l’apporto del suo fiammeggiante trombone, un plus che dà corpo e vigore a tutto il progetto. Chi ha potuto ascoltarli dal vivo parla di uno spettacolo formidabile. Probabilmente non li vedremo più su di un palco, almeno in questa formazione, ma ne abbiamo testimonianza attraverso un’ottima registrazione live e ovviamente con questo West Coast Boogaloo e gli altri album fin qui pubblicati.