The Big Cheese All Stars – Prawns


The Big Cheese All Stars – Prawns

Era la fine degli anni ’80 quando lo stile denominato Acid Jazz si affacciò per le prime volte al pubblico. I londinesi probabilmente ne avevano ascoltato un assaggio nei club della capitale britannica, tuttavia il resto del mondo avrebbe conosciuto questo nuovo genere soltanto a partire dai primi anni ’90.  L’Acid Jazz partendo dal jazz incorpora elementi funk, soul e in parte r&b, unendoli alla musica elettronica, rielaborando così il concetto di fusion e puntando all’integrazione di numerosi elementi musicali contemporanei. Facciamo dunque ancora una volta un salto indietro a quel periodo fortunato, più precisamente al 1996 per ritrovare una gemma musicale tra le più straordinarie e al tempo stesso dimenticate. I responsabili di questo bel capitolo della storia dell’Acid Jazz sono i The Big Cheese All Stars: un gruppo inglese che proprio a metà degli anni ’90 diede alla luce un meraviglioso album intitolato Prawns. Per tutti coloro che hanno amato questo genere musicale Prawns è sicuramente un “must have” da non perdere. Caratterizzato da tutto quell’insieme di sonorità peculiari che vanno dalle ritmiche funk ai fiati, dal piano elettrico all’organo hammond, per arrivare alle chitarre wah wah ed alla classica voce black, Prawns è davvero un piccolo capolavoro che ha l’unico difetto di non aver avuto un seguito. Con una formazione estesa e ricca di ogni possibile colore, i Big Cheese All Stars sono composti da: Paul Soden batteria, Dr Gregory Rowland piano elettrico, Neil Yates flugelhorn e tromba, Andy Ross flauto e sassofono,  il leader Orlando "The Don" Lund alle chitarre e tastiere, alle percussioni Philip Harper e Simon "Palmskin" Richmond e ai fiati Woody, Chris Bowden, Martin Slattery, Isaac, Matt Coleman, Gilles C'Freak, Ralph Lamb. Per finire c’è la presenza della magica voce femminile di Sharon Scott che contribuisce anche alla scrittura di alcuni pezzi. Insomma quasi una big band. Partendo da una tale potenza sonora è lecito attendersi un risultato interessante ed infatti il disco non delude affatto. Anzi è una grande rivelazione. Se vi piace il groove della musica funk / soul / jazz, non si ha bisogno di cercare oltre, qui troverete esattamente ciò che desiderate. I brani strumentali sono la parte più importante e significativa di Prawns. Numeri come "Noo Improved Felcher", "Cheese Omelette", “10”, “Jurrassic Pig” o “Hovel Zombie” sono quelli che colpiranno di più gli appassionati di jazz. Ad una possente carica funk, peraltro sempre presente in tutto l’album, uniscono infatti una serie di assoli di pregevole fattura ed una complessità melodica molto apprezzabile. Atmosfere vintage che, per la gioia di chi vuole riassaporare il gusto ed il sound dei film e delle serie tv degli anni ’70, sono una vera manna. C’è una grande energia ed un senso di positività che pervade Prawns, probabilmente il riflesso tangibile della freschezza e della vitalità del movimento Acid Jazz in quegli anni d’oro. Però i Big Cheese All Stars non sono solo questo ed anche le melodie soul più lente come "I’Ve Got Mine" o la bellissima cover del classico di Barry White "I’m Gonna Love you" e Don't You Know" suonano alla grande. Sharon Scott è una bravissima vocalist e il suo apporto è determinante in questo contesto. Anche se questo gruppo purtroppo oggi non esiste più e questo è rimasto il suo unico album, la sua gagliarda ed originale proposta artistica sopravvive nel tempo ed il mio consiglio è quello di scoprirla senza esitazione. Una menzione particolare va alla copertina e soprattutto all'illustrazione interna che riproduce un caotico e fumoso party in stile blaxploitation dove i protagonisti sono tutti gamberetti (prawns in inglese) antropomorfi...bellissima.