Fred Wesley - Amalgamation


Fred Wesley - Amalgamation

I puristi del jazz sostengono da sempre che il jazz ed il funk siano scarsamente compatibili ovvero che nel momento stesso in cui si inseriscono elementi funk o soul, quello che ne esce non sia più il vero jazz. E’ una considerazione che dal punto di vista strettamente formale non è sbagliata. Tuttavia il jazz è anche, per elezione, un genere aperto, libero e quel dogma così stringente è stato confutato molte volte, a partire dalla fine degli anni '60, da svariati e autorevoli musicisti. Elencarli tutti sarebbe impossibile, però citare alcuni  nomi significativi aiuta a capire meglio: Lou Donaldson, Eddie Harris, David Sanborn, Grover Washington, Jr., Charles Earland, The Crusaders, Ramsey Lewis per arrivare a Miles Davis, Herbie Hancock o Bob James. Tutti questi hanno dimostrato negli anni che si può fare jazz miscelandolo con il funk e farlo pure bene. A questa nobile parata di stelle che hanno fatto della contaminazione del jazz una sorta di marchio di fabbrica, si può aggiungere anche un personaggio come Fred Wesley, dato che anche lui è un musicista che ha dimostrato quanto possano essere valide ed interessanti le fusioni tra le correnti musicali. Se la qualità delle composizioni è elevata, se la musica è genuina e sincera, in effetti, i generi risultano solo apparentemente distanti e si completano magnificamente a vicenda. Nato a Columbus, Georgia, figlio di un insegnante e direttore di big band, da bambino prese lezioni di pianoforte e tromba, passando poi definitivamente al trombone all'età di 12 anni. Il suo stile molto ritmico e preciso lo ha consacrato come uno dei trombonisti funk di riferimento: insieme a Maceo Parker e Pee Wee Ellis era una delle colonne della sezione fiati dei gruppi di James Brown. Il suo album del 1994 Amalgamation è un mirabile esempio di un felice crossover tra il jazz ed il funk. Wesley è qui affiancato dal trombettista Hugh Ragin, dal sassofonista Karl Denson, dal tastierista Peter Madsen. Completa la band la sezione ritmica formata dal bassista Dwayne Dolphin e dal batterista Bruce Cox. Amalgamation è il classico album in cui la fruibilità e l’immediatezza del groove, intrinseco nel funk, non sacrificano nulla ad una solida struttura jazzistica. La spontaneità prevale e c'è ancora molto spazio creativo per l'improvvisazione, la quale è chiaramente marchiata a fuoco con il sigillo del jazz. L’album è dunque una bellissima corsa nei più coinvolgenti groove ritmici tesi ad alimentare le parti soliste che si alternano paritariamente. Il mood funky ovviamente imperversa: in particolare con i primi due brani No One e Peace Power.  Quest’ultimo in particolare risulta irresistibile anche per il riff molto orecchiabile, ma soprattutto per un arrangiamento ritmico praticamente perfetto e davvero accattivante. Il repertorio di Wesley non manca di deviare nel territorio afro-caraibico con un brano festoso e divertente come “Neighbourhood", mentre il lato romantico del trombonista si afferma con la cover del celeberrimo "Careless Whisper" dei Wham. Herbal Turkey Breast rimanda direttamente a quel sound dei mitici anni ’70 che ha riempito i polizieschi tv e i film della blaxploitation. Se qualche estremista del jazz mainstream non potesse fare a meno di ritrovare almeno un brano composto e suonato alla maniera della vecchia scuola, Wesley mette sul piatto una bellissima ballata dal titolo The Next Thing I Knew. La sonorità calda e pastosa del suo trombone trova qui un terreno fertile per dimostrare quanto il buon Fred possa soddisfare ogni gusto musicale. Trick Bag è l’unico brano cantato ed è una sorta di via di mezzo tra un tributo a James Brown e una citazione del Frank Zappa più leggero. La sintesi perfetta tra le due anime di Wesley, il jazz ed il funk, trova la sua chiave di volta nella lunga e articolata Soft Soul and All That Jazz. Il pezzo conclusivo del disco  propone una perfetta integrazione tra i due stili che si mischiano e si separano continuamente per un entusiasmante effetto finale. Quando Fred Wesley suonava con James Brown, era praticamente obbligato a fare le cose alla maniera del popolare cantante soul. Ma da solista ed in particolare in questo Amalgamation, afferma la sua grande personalità di compositore e trombonista con risultati spesso molto coinvolgenti e assolutamente convincenti. Ancora una volta è dimostrato che jazz e funk possono coesistere felicemente ed a volte (magari non sempre) lo fanno con ottimi risultati.