Gary Bartz – Music Is My Sanctuary


Gary Bartz – Music Is My Sanctuary

Gary Bartz è un sassofonista afroamericano con una lunga carriera alle spalle ed un curriculum artistico pieno di collaborazioni molto prestigiose. Tra queste importantissime furono quelle con Charles MIngus, Art Blakey, McCoy Tyner e perfino Miles Davis. Come solista e specialista del sax alto e del soprano, ha al suo attivo 30 album che spaziano dal bop al free jazz, passando attraverso parentesi nel funk e nel soul-jazz. Mi voglio soffermare su un disco in particolare che vide la luce nel 1977 intitolato Music Is My Sanctuary.  Questo lavoro di Bartz è un interessante esempio di jazz funk e uno dei più indovinati tra gli album prodotti dai Mizell Brothers negli anni '70. Questi ultimi sono stati un team di produzione (erano due fratelli) molto importante nel decennio che va appunto dal 1970 al 1980. Un periodo durante il quale collaborarono con Donald Byrd, i Blackbyrds ma anche i Jackson’s Five, Michael Jackson, Bobbi Humphrey, Edwin Starr e molti altri. I due erano dei formidabili maghi dello studio di registrazione, in grado di concentrare anche su un artista jazz tradizionale, come era Gary Bartz, il loro tocco leggero e funk in un modo intelligente e non banale. Queste produzioni molto curate erano in grado di espandere le possibilità espressive di un artista legato a mondi più conservativi con un uso sapiente delle tastiere, delle percussioni e degli arrangiamenti vocali per arrivare ad un sound soul jazz molto stimolante. In realtà questo album di Gary Bartz è la seconda collaborazione tra il sassofonista ed i Mizell Brothers, probabilmente è anche quella che ha ottenuto più consensi di critica e di pubblico. "Music Is My Sanctuary"  è diventato un classico del funk jazz in moltissime collezioni di dischi, mettendo in mostra il suo connubio tra le caratteristiche tastiere di Mizell affiancate al sax alto di Gary, qui diventato ovviamente più soul che bop. A completare il quadro c’è sempre una parte vocale arrangiata in maniera sapiente. Va sottolineato come Gary Bartz fosse coadiuvato da un gruppo di musicisti disco-jazz-fusion di livello assoluto, cosa che gli consentì di imboccare la stessa rotta di Donald Byrd, portando con se anche un carico di nuovi elementi di funk, soul e una sorta di anticipazione della disco mania che da lì a poco diventerà una realtà in tutto il mondo. Considerata la naturale leggerezza intrinseca di un prodotto come questo è normale allora che i puristi manifestassero la consueta disapprovazione se non addirittura disprezzo per la nuova direzione intrapresa da Bartz (che poi era la stessa che già altri musicisti jazz avevano adottato nello stesso periodo). A fronte delle critiche, tutti quelli che avevano una visione un po’ più aperta del jazz, di fatto meno elitaria, trovarono nell’accoppiata Bartz / Mizell un formidabile motivo di interesse. Certo il materiale era fortemente orientato verso il soul jazz e ovviamente suonava molto più facile e meno impegnato del classico hard bop, ma non per questo non vi si possono trovare spunti di coinvolgimento. E non poco contribuì all’operazione l'aggiunta della bella voce di Syreeta Wright. La guida produttiva del Mizell Brothers portò Bartz in territori inusuali per lui  come per altri  musicisti jazz, anche se molti di loro esploravano con passione vera le stesse strade già da qualche anno. I risultati di questa “sperimentazione” sono stati molto validi avendo generato le pubblicazioni discografiche più raffinate del periodo funky di Gary Bartz. Music Is My Sanctuary è un classico del funky perduto, un revival di suoni vintage e rare grooves tra i migliori degli anni ‘70. Se vi piacciono gli album di Donald Byrd o di Bobby Humphrey di quel periodo, anche questo lavoro di Gary Bartz sarà di vostro gradimento. Si tratta di quel groove jazz funky soul che pur essendo ormai piuttosto lontano dal jazz classico ha pur sempre una sua ben precisa connotazione stilistica ed una affermata personalità. Un sassofonista come Gary Bartz ha saputo trovare una sua collocazione all’interno di questa corrente, attraversando la sua fase di musica funk jazz con profitto, anche se di fatto non abbandonerà mai completamente il jazz mainstream, stile per il quale il musicista è più rinomato. Gli assoli all’interno del disco sono eccellenti, così come è lecito attendersi da un maestro del sax alto come Bartz. Se c’è un punto debole in questo disco è proprio da ricercare nel fatto che Gary non indugiò abbastanza sui suoi momenti da solista, sciorinando con maggiore libertà quei fraseggi brucianti di cui sappiamo che è capace. Gary Bartz è un grande maestro del sassofono contemporaneo ed anche uno dei più sottovalutati. Iniziando da un album leggero come Music Is My Sanctuary si può poi ripercorrere idealmente le tappe della sua lunga carriera, andando ad ascoltare i lavori più classicamente jazzistici, come “Libra” o “Another Earth”. Nella sua discografia c’è sia la qualità che la varietà.