Grover Washington, Jr. - “A House Full of Love: Music from The Cosby Show”


Grover Washington, Jr. - “A House Full of Love: Music from The Cosby Show”

Grover Washington, Jr. è uno dei miei musicisti preferiti: ho sempre amato la sua musica ed il suo stile come sassofonista. Anche se non tutti gli album della sua discografia sono totalmente riusciti, nutro un grandissimo rispetto per lui. Oggi mi voglio occupare di una delle sue registrazioni più rare e sconosciute: la colonna sonora de “I Robinson”. Ero a conoscenza da molto tempo del fatto che Grover fosse la voce strumentale del Bill Cosby Show (come viene chiamato negli Stati Uniti) e ricordo di aver pensato più di una volta che i frammenti di funk jazz e ovviamente le sigle di apertura e chiusura che si potevano carpire durante gli spettacoli tv erano tutt’altro che disprezzabili. Detto questo non avevo grandi aspettative riguardo ad un intero album incentrato su di un tv show come quello del popolare comico afro americano. Niente di più sbagliato. “A House Full of Love: Music from The Cosby Show” non è solo una raccolta passabile, è un album davvero convincente, anche migliore di alcune discutibili uscite precedenti di Washington (come ad esempio quelle del periodo con la CTI Records). Registrato nel 1986, si può dire che il disco coglie il sassofonista in quello che è stato il momento più felice della sua carriera, quando era al picco della vena creativa. Certo una buona base di partenza è dettata dalla band di supporto, formata da un manipolo di musicisti di levatura stellare, da tempo nell’orbita del popolare sassofonista di Philadelphia: Richard Tee, Wah Wah Watson, Marcus Miller, Steve Gadd o i fratelli Brecker sono la garanzia certa che quello che ascolterete sarà inevitabilmente un prodotto professionalmente ineccepibile e creativamente interessante. Lo stile è quello usualmente frequentato da Grover Washington, un jazz funk con qualche venatura blues e pop, che tuttavia si mantiene ben lontano da pericolose derive commerciali. Le composizioni sono in parte diverse da quello che ci potrebbe aspettare: sono ritmicamente sufficientemente ardite e al contempo interessanti, varie e piacevoli. Grover e Bill erano entrambe nativi di Philadelphia e la lunga amicizia che li ha legati deve aver in qualche misura influito positivamente sulla buona qualità delle canzoni.  Queste ultime sono quasi tutte composte dallo stesso Bill Cosby, perlopiù con la collaborazione del tastierista e produttore del progetto Stu Gardner. La maggior parte del contenuto di questo album riporta immediatamente, in modo evocativamente diretto, allo show televisivo di Cosby. Ma questa non è esattamente la colonna sonora ufficiale e se anche si riconoscono le melodie che hanno caratterizzato lo spettacolo, come il potente funk "Resthatherian", ci si rende conto che qui suona tutto più grintoso, pur rimanendo familiare. Il groove è ben presente e radicato, essendo nel dna di Grover Washington e dei suoi musicisti. Ci sono anche i brani lenti come "Camille", "Clair (Phylicia)" e "Outstretched Hands (Gloria)" che sono simili a come suonavano in quei brevi momenti dove sottolineavano stati d’animo o situazioni particolari della trasmissione. Da questo punto di vista sono probabilmente i più riconoscibili e, va detto, sono bellissimi proprio grazie alla timbrica del sax di Grover. Possiamo ascoltare la voce quasi rappante di Cosby punteggiare "Love In It's Proper Place", con il suo peculiare stile narrativo comico,  nel contesto di un'altra eccellente jam session di funk dove è un piacere ascoltare gli strepitosi interventi di Washington. I brani dove la musica dell’album è più vicina a quella dei lavori discografici di Grover come solista tuttavia non mancano. Ad esempio "Poppin" o "The Huxtable Kids", ci mostrano proprio quello stile funk jazz degli anni '80 dell’epoca di Winelight, Come Morning o Inside Moves.  Il brano più bello è però, probabilmente, "Kitchen Jazz" (ascoltato nella prima scena dell'episodio pilota dello show): un numero in pieno stile da big band che profuma di retrò, ma sa anche regalare un tocco di modernità con Richard Tee ed il suo uso rivisitato del pianoforte elettrico. "Look At This" è un lento pezzo di soul jazz che è stato usato a più riprese in vari episodi dello show e in questa versione presenta nuovamente un parlato di Cosby, il quale ironizza sulle differenze generazionali. Ma il vero gioiello è il suono morbido e suadente del tenore di Washington che appare più seducente che mai. Il brano finale è cantato da Lori Fulton: si tratta di una romantica ballata soul/funk che da un certo punto di vista definisce l'intera atmosfera dello show televisivo e che anche come canzone a se stante merita attenzione. “A House Full of Love: Music from The Cosby Show” non è  certo un album facile da reperire di questi tempi ma personalmente l’ho trovato un'eccellente raccolta di poderoso funk jazz che ha una sua dignità ed un valore intrinseco che vanno ben al di là della stretta relazione con quello che in Italia era noto come “I Robinson”.  Qui c’è della buona musica, si ascolta una band superlativa e in prima linea troviamo uno dei sassofonisti più talentuosi e tecnicamente preparati del secolo scorso. Naturalmente il disco offre un’opportunità impedibile, per chi ha amato uno degli show televisivi più acclamati e di successo di quel periodo, di rivivere con la musica parte delle atmosfere dello spettacolo tv, ma alla fine quello che conta e, di fatto, ciò che resta è un ottimo album di grande musica che ci proietta in quell’epoca felice che furono gli anni ’80.