Stix Hooper – The World Within


Stix Hooper – The World Within

I Crusaders sono stati un gruppo storico molto importante nell’evoluzione del genere fusion. Dopo anni e anni di produzioni jazzistiche, alcune di un certo pregio, i membri fondatori trovarono una formula di compromesso a cavallo tra il jazz, il funk ed il soul che condusse la band alla popolarità ed al successo.  Un  successo planetario che culminò nel 1979 con l’album Street Life e con l’omonimo singolo cantato da Randy Crawford. Fu a quel punto che i tre musicisti superstiti della band,  Joe Sample, Wilton Felder e Stix Hooper decisero di pubblicare, in rapida successione, i loro personali lavori da solisti. Tutti i dischi, Voices In The Rain di Joe Sample, Inherit The Wind di Wilton Felder e The World Within di Stix Hooper  avevano la medesima firma di produzione e l’organico di registrazione in comune tra loro, così come ognuno dei tre leader compariva sugli album dei colleghi. In seguito i brani contenuti in tutti questi album entrarono a far parte del repertorio dei Crusaders nei concerti dal vivo. Se Joe Sample e Wilton Felder avevano già una carriera in proprio, lo stesso non si poteva dire per il batterista Stix Hooper, per il quale The World Within rappresentò il debutto assoluto come leader. A Stix Hooper viene attribuito il merito di aver contribuito a creare quello stile originale di batteria che in estrema sintesi può ragionevolmente essere definito come il motore del "Jazz Funk". Da sempre è inoltre un uomo immagine per le batterie della mitica Pearl, da lui usate fin dagli anni ‘60. Il suo è un batterismo dinamico, fortemente incentrato sulle percussioni, in grado di adattarsi facilmente a vari sottogeneri: dal jazz mainstream fino ai groove più propulsivi e moderni. Inoltre, bisogna ricordare il forte contributo che  Stix Hooper  ha dato molto al mondo della musica ed in particolare della Comunità Jazz con il suo benemerito lavoro con la National Academy of Recording Arts And Science. Questo album è, in verità, una registrazione non proprio felicissima da parte di Stix, nella quale appaiono evidenti più le ombre che le luci. I pochi brani validi del disco ne giustificano l’ascolto senza però compensare completamente quelli più deboli. Brazos River Breakdown è sicuramente il pezzo migliore di The World Within, quello con il groove più smaccatamente jazz funk ed anche l’episodio con l’arrangiamento più vicino al sound dei Crusaders. Rum Or Tequila è invece un orecchiabile numero dal sapore latino in cui è la marimba lo strumento guida: tutto sommato, nella sua leggerezza, suona ancora abbastanza serio ed in linea con quello che ci si potrebbe aspettare. Cordon Bleu è uscito addirittura come singolo, a testimonianza di un occhio puntato alla disco che si riflette sul tenore complessivo del brano. La ritmica in effetti è adatta alle piste da ballo (quanto meno a quelle della fine degli anni ’70) piuttosto che ad un ascolto di stampo jazzistico. Di originale qui c’è l’uso della fisarmonica “musette” come voce solista per dare corpo ad una linea melodica di un certo fascino, ma non particolarmente spettacolare. Ci sono anche due tracce di vera e propria World Music come  African Spirit e Jasmine Breeze: entrambe sono brani che mettono in luce l’uso molto creativo che Hooper ha sempre fatto delle percussioni. Hanno il merito di andare a cercare sonorità afro e ritmiche inusuali, con un minimo di senso della sperimentazione, ma il jazz funk o il groove sono completamente assenti. La ballata Passion è addirittura piuttosto scontata e finanche noiosa, un momento che francamente si sarebbe potuto evitare.  Meglio la cover di una canzone come The Little Drummer Boy, che nella resa strumentale proposta da Stix Hooper, se non altro ci guadagna in groove, rimanendo in un territorio non troppo distante dal feeling jazzistico, ovviamente sempre contaminato dal funk. The World Within è uno dei primi esempi di album idealmente concepiti come vicini al jazz (fusion) ma in pratica orientati e volutamente guidati da uno spirito dance. Non si può certo definire un esperimento riuscito nel migliore dei modi, poiché gli si può imputare prima di tutto una mancanza di omogeneità tra i brani ed in secondo luogo una evidente debolezza delle composizioni, che traspare maggiormente proprio nel momento dell’ascolto. Se anche volessimo giudicarlo di fatto come un lavoro commerciale non potremmo che trovarlo comunque incompiuto. Tranne un paio di episodi palesemente orchestrati sulla falsa riga della musica dei Crusaders, il resto è di un livello più modesto di quanto non sarebbe lecito attendersi ed alla fine la sensazione prevalente è la delusione. Dai dischi solisti dei membri originali dei Crusaders è naturale aspettarsi qualcosa di interessante. Se nel caso di Joe Sample e in parte anche di Wilton Felder questo obiettivo è stato raggiunto, dell’album del batterista Stix Hooper non si può dire altrettanto. The World Within non va al di là di un compitino appena sufficiente, che tra l’altro non riesce nemmeno a mettere in luce le straordinarie doti di batterista dello stesso Hooper, come normalmente avviene quando i grandi percussionisti pubblicano i loro album in prima persona. E’ un album che può essere interessante per i fan accaniti dei Crusaders, cioè di coloro i quali non vogliono privarsi di niente di ciò che la mitica band ed i suoi componenti hanno pubblicato. Per tutti gli altri, in particolare per i puristi del jazz è un disco che si può tranquillamente evitare.