Lonnie Liston Smith – Mama Wailer


Lonnie Liston Smith – Mama Wailer

Di Lonnie Liston Smith ho già parlato in un post di qualche tempo fa riguardante un suo album del 1975, intitolato “Expansions”. In questo caso faccio un ulteriore salto indietro nel tempo, fino al 1971, per analizzare “Mama Wailer”. Il lavoro in oggetto è la quintessenza dello spirito e della filosofia dell’etichetta discografica CTI / Kudu del mitico produttore Creed Taylor. Inoltre questo è un album che è stato fuori catalogo per molti anni nella versione originale in vinile, ma nel 2003 è tornato nuovamente disponibile nel formato CD, tra l’altro splendidamente rimasterizzato. Come altri dischi dello stesso periodo è parte di un ambizioso progetto di recupero e rivisitazione del vecchio catalogo della Kudu Records, cioè l’etichetta satellite della CTI, specializzata in soul jazz. Ha una durata di soli 35 minut, ma pur nella sua brevità, risulta essere un ascolto molto soddisfacente. Gli originali di Lonnie Smith sono due: la title track e "Hola Muneca", poi ci sono le cover di "I Feel the Earth Move" di Carole King (con l’arrangiamento di Grover Washington) e quella di ben 17 minuti di "Stand" di Sly Stone. Un brano che è così funky e intrinsecamente complesso che risulta quasi irriconoscibile rispetto all'originale. In verità questo è un gran pezzo dato che consente a Smith di distendersi fluido e sicuro con i suoi riff di organo funky, e al bravissimo Grover Washington di partecipare alla festa con un meraviglioso assolo di sax. Se questo già ricco programma non bastasse ad allettare gli ascoltatori, ci pensa la band stellare a disposizione di Smith a completare il quadro. Billy Cobham è il batterista, Ron Carter il bassista e Airto Moreira si aggiunge per dare colore con le sue percussioni. Grover suona anche il flauto su alcuni brani, e  Lonnie Smith si cimenta con ottimi risultati con il clavinet sul brano Mama Wailer. E’ una formazione di grande talento ed ovviamente messi insieme, questi grandi musicisti suonano in modo sensazionale. Lonnie Smith è anche responsabile di tutti gli arrangiamenti tranne uno. Su Mama Wailer le tastiere di Lonnie sono le protagoniste assolute, in particolare l’organo: sporche, ruvide con un sound originale e davvero vintage. Interessante anche l’inusuale uso del clavinet, uno strumento fino a quel momento poco utilizzato ma che diventerà presto un marchio di fabbrica di molti tastieristi funky come Herbie Hancock o George Duke. Il groove è ai massimi livelli: a volte con risvolti latini come su "Hola Muneca", mentre in altri momenti emerge maggiormente l’anima funk.  Sono bellissimi i giochi ed i contrappunti tra il classico Hammond B3 di Lonnie ed il basso di Ron Carter che disegna linee che varrebbero già da sole l’ascolto. Inutile sottolineare che il lavoro di Billy Cobham alla batteria rappresenta un valore aggiunto ed è fantastico lungo tutto il percorso dell’album. Mama Wailer è uno splendido esempio di musica dei primi anni ’70, ovvero quando il soul e lo spirito latino incontrano il jazz ed il funk. Le improvvisazioni sono piene di inventiva, ipnotiche, quasi psichedeliche. Gli echi dell’Hard Bop si mescolano con le sonorità elettriche, proprio all’alba di una nuova luminosa era per il jazz. Incredibile cosa viene fuori dalla lunghissima cover della canzone di Carole King, I Feel The Earth Move: in un susseguirsi di assoli,  il soul-jazz regna sovrano mentre l’organo tiene sotto controllo la sfida del ritmo con l’infallibile terapia del groove. Altrove, come in "Stand", L’organo  sovrainciso su più tracce di Smith crea una melodia meravigliosamente complessa mentre la band si muove sicura dentro al ritmo. Dopo poche battute sulla tema (in tutto sono circa 20 minuti di musica), l'ensemble prende il controllo totale in un crescendo nel quale è possibile improvvisare di tutto e di più. E’ una vera e propria jam session quella che si svela, con una profonda grinta soul-jazz e un genuino spirito funky che scorre fluido e trascinante, con un continuo rimbalzo da un musicista all'altro. Per chiunque abbia mai avuto riserve sull'abilità di Grover Washington in veste di improvvisatore, è sufficiente ascoltare attentamente questo brano per poi doversi scusarsi con il suo fantasma. Mentre le chitarre si intrecciano intorno a quelle linee di basso sinuose e complesse che caratterizzano da sempre il jazz funk, Smith e Washington si scatenano con i loro assoli. Infine il chitarrista Jimmy Ponder fa parlare la sua chitarra per accoppiarsi all’organo di Lonnie Smith in un tumulto musicale soul funk alla James Brown and His Famous Flames. Gli appassionati di funky jazz degli anni '70, in particolare dell’organo Hammond, non potranno fare a meno di un album come Mama Wailer. Partendo dalla produzione di Creed Taylor, passando per la maestria della band e concludendo con il talento di un genio come Lonnie Liston Smith qui c’è materiale in abbondanza per ritenere Mama Wailer un ascolto irrinunciabile.