Thom Rotella 4-Tet - Out of the Blues


Thom Rotella 4-Tet - Out of the Blues

Thom Rotella è uno di quei musicisti che difficilmente si ha l’occasione anche solo di sentir nominare. A dispetto della sua scarsa risonanza internazionale, Thom è tuttavia un chitarrista tecnicamente molto dotato, con alle spalle una carriera cominciata negli anni ’80 ed arricchita anche da alcuni album di valore e di un certo successo. Rotella è un esponente storico del movimento fusion e smooth jazz: non ha mai nascosto come il jazz commerciale sia stato da sempre il terreno artistico preferito. Ma le sue origini sono più nobili e la sua formazione musicale è sofisticata: infatti può accostarsi con disinvoltura anche al jazz classico, con uno stile molto influenzato da Wes Montgomery. Questo album, intitolato Out of the Blues, ci dà l’opportunità di conoscere proprio il lato più puramente jazzistico del chitarrista americano. Rotella torna così alle sue radici pre-smooth jazz, rendendo omaggio a due delle sue più grandi fonti d’ispirazione: i maestri indiscussi della chitarra elettrica Wes Montgomery e George Benson. Nel 2007 Thom decise finalmente di mettere da parte (almeno momentaneamente) le esigenze più commerciali in favore di una full immersion nel puro jazz, delicatamente venato di blues. Per l’occasione il chitarrista di Niagara Falls ha assemblato un gruppo, denominato 4-Tet, che si avvale della presenza del veterano del jazz Roy McCurdy (un apprezzato sideman negli anni '60 che ha suonato con il Art Farmer-Benny Golson Jazztet, Sonny Rollins e il Cannonball Adderley Quintet) e della sua batteria. Il quartetto è completato dal bassista Luther Hughes, in passato collaboratore di Gene Harris, e da due pianisti come Llew Matthews e Rich Eames che si sono alternati alla tastiera. La band funziona davvero molto bene, con un interplay fantastico ed una coesione ammirevole. Lo stile della chitarra di Rotella parla in modo fluente lo stesso linguaggio di Wes Montgomery, riuscendo a padroneggiare i caratteristici accordi di ottava così come la morbida diteggiatura del maestro. Al contempo Thom mette in mostra una sua moderna personalità, un tocco originale ed un sapiente e fantasioso uso degli assoli. Sette delle dieci selezioni di questo album sono composizioni originali, e tutte sono declinate con una spiccata sensibilità jazz-blues. Tre ulteriori brani sono cover di celebri standard del jazz, interpretati con rigore e passione. L’album inizia con il brano "Who Dat?" ed è subito un impatto positivo: i cultori del jazz apprezzeranno l’atmosfera swingante e bluesy nella quale è la chitarra semiacustica a farla da padrona. Rilassata e sinuosa è invece "Bluze 4 Youze": atmosfere da night club e toni delicati si insinuano languidamente nelle orecchie dell’ascoltatore. Molto simpatico il pezzo in 3/4 "The Dr. Is In", dai toni swing, nel quale Rotella sfoggia il suo tono caldo, robusto e una fluidità di stampo Bensoniano caratterizzato da una notevole abilità nella diteggiatura. L’alternanza tra i tocchi giocate sulle ottave, ispirate da Wes Montgomery e la velocità nello scorrere pulito sulle corde alla maniera di George Benson funziona a meraviglia: è un piacere ascoltare un musicista talentuoso impegnato per una volta con un repertorio jazzistico ed uno stile prossimo alla migliore tradizione. Thom è chitarrista ritmicamente e melodicamente completo, un fine improvvisatore melodico quanto basta ma con un’ottima dose di energia. Lo troviamo qui molto ben coadiuvato dal suo 4-Tet, all’interno del quale spicca il lavoro condotto dal gagliardo tandem ritmico composto dal batterista McCurdy e dal bassista Hughes. La presenza discreta ma sostanziale dei due pianisti Llew Matthews e Rich Eames non fa altro che regalare un ulteriore tocco di eleganza formale ai 10 brani. Un accenno va dato anche al modo davvero interessante di leggere i tre standard presenti nell’album: Rotella e la sua band riarmonizzano "The Way You Look Tonight" e la sublime "My Foolish Heart", che tra l’altro inizia con una bellissima introduzione solistica melodica del chitarrista. Thom rivede in chiave leggermente "swing" "I Hear a Rhapsody" anche in questo caso mettendosi in evidenza con un'impressionante introduzione solistica che avrebbe strappato un sorriso anche a Wes Montgomery. Un altro momento saliente è la ballata "Shimmer", suonata ad un ritmo ultra-lento e ricchissima di pathos e sfumature romantiche.  McCurdy, che è un esperto di come si maneggiano questi ritmi lentissimi,  si fa carico di tutto con la sua batteria e grande uplomb. C’è spazio per l'allegra "Be Here Now", che è probabilmente la traccia più commerciale della collezione, ma è ancora profondamente jazzata, molto lontana dai territori smooth, ormai da tempo abituali per Thom Rotella. Dopo l’opulenza un po’ forzata delle produzioni del contemporary jazz dei nostri giorni, la semplicità del blues, unita al sano spirito swing del jazz sono più che benvenute. Thom Rotella si distingue, con il suo Out Of The Blues, oltre che per un album diretto e genuino, anche per un timbro di chitarra pieno e rotondo, dove ogni nota è udibile, ogni accordo è ben delineato. Questa descrizione sintetizza bene la personalità artistica di Thom ed il suo stile di chitarra. Un musicista per una volta libero dai vincoli commerciali che torna al cuore del jazz e riscopre ancora una volta il blues:  lo fa con il giusto virtuosismo ma senza eccessivi personalismi. Gradevole ed equilibrato.