Lee Konitz – Inside Hi Fi


Lee Konitz – Inside Hi Fi

Lee Konitz è nato nel 1927, e dato che ci ha lasciato nel 2020 è anche una delle poche leggende dell'età d'oro del jazz che sono vissute fino praticamente ai nostri giorni. Lee Konitz è considerato il più importante interprete dello stile cool applicato al sassofono contralt ed, ha forgiato un sound unico tra i musicisti della sua generazione, riuscendo a percorrere una strada indipendente ed originale. Konitz è un musicista che nella sua lunghissima carriera ha vissuto di tutto ed ha dato moltissimo a questa stupenda arte musicale. C’era nelle sessioni di Birth of the Cool di Miles Davis negli anni '40, ha studiato e suonato con Lennie Tristano e ha registrato una serie di stupendi album con il collega sassofonista ed a sua volta allievo di Tristano Warne Marsh (con il cui stile cool-jazz condivideva una meravigliosa affinità).  Gli anni '60 e '70 sono i più difficili della carriera di Konitz, che aveva poco interesse per la fusion, le contaminazioni elettriche e certe tendenze avanguardistiche che si affermano in questo periodo. Pur essendo un musicista che si è fatto le ossa negli anni '40, Konitz è uno dei pochi contralti a non aver seguito le orme del grande Charlie Parker e questo è senza dubbio un motivo di ammirazione e rispetto. Lee Konitz ha viceversa seguito la sua strada con il sax alto sviluppando il suo personale stile cool  corredato da un suono fermo e apparentemente soffice, con un fraseggio complesso, veloce, sapiente, dotato di sfumature e dinamiche assai smaliziate e mai prevedibili. Questo album, registrato da Rudy Van Gelder nel 1956, vede Konitz operare in un ambiente piuttosto unico. Il primo lato ci propone Lee con il suo strumento elettivo, ad eccezione del secondo assolo nella traccia di apertura dell'album, "Kary's Trance", dove passa anche al sax tenore. La seconda parte invece offre Konitz impegnato esclusivamente al sax tenore. Lo stesso sassofonista fa notare che, sebbene gli piacesse suonare anche quest’ultimo, il tenore non era quello che realmente lo appassionava, poiché pensava che avrebbe usato il tono più ricco del sassofono più grande solo per esprimere ciò che normalmente avrebbe fatto anche con il contralto. Per sottolineare il dualismo di questo lavoro ciascuna delle due sessioni presenta uno specifico ensemble. Nel primo lato Konitz  si fa accompagnare dal chitarrista Billy Bauer, da Arnold Fishkind al basso e da Dick Scott alla batteria. Sul secondo lato, utilizza un gruppo di musicisti con cui era già abituato a suonare: Sal Mosca al piano, Peter Ind al basso e Scott alla batteria. Sebbene sia stato registrato nel settembre del 1956 e fosse originariamente un'edizione monofonica, è stato ristampato in stereo, e suona davvero bene per uno lavoro così datato: tra l’altro si giova di una stampa particolarmente pulita e silenziosa. Le registrazioni con il sax contralto mostrano un Lee Konitz al suo meglio, come è del resto lecito attendersi. Quelle con il sax tenore sono in ultima analisi il motivo di interesse che spinge all’ascolto di Inside Hi Fi. La pienezza armonica del grande sax si adatta alla perfezione al sound di Konitz e, dopo aver ascoltato il suo modo di proporsi al tenore, resta quasi un po’ di rimpianto rispetto allo scarso utilizzo dello strumento da parte di Lee. Come esempio basta ascoltare la traccia di apertura del secondo lato, "Star Eyes": c’è il grande maestro Konitz che suona esattamente come ci si può aspettare, ma la sua sonorità è più profonda e ricca, con un tocco di colore in più. È sempre il gigante che conosciamo, ma allo stesso tempo suona diverso e quindi anche nuovo. Il sax di Konitz, che sia alto o tenore, è posizionato in primo piano, con il resto della band chiaramente dietro di lui. Per un discorso meramente tecnico dovuto all’epoca della registrazione, si avrà la sensazione di ascoltare più dai lati dello stage che dal centro, ma in ultima analisi i canali si fondono sufficientemente bene da rendere il tutto molto godibile. Tra i brani più belli e famosi di questo gradevole album meritano di essere citati “Everything Happens to Me”, “All of Me” e “Star Eyes”, ma tutti gli otto pezzi in programma sono eseguiti in maniera magistrale con un irresistibile swing. Queste registrazioni di Lee Konitz documentano come il sassofonista traslò per la prima volta le raffinatezze della sua concezione del contralto sul più grande sax tenore, cosa evidente anche su un brano brioso come "Indiana", che presenta un eccellente assolo del pianista Sal Mosca. Un’altra esecuzione di alto livello è il blues “Cork 'N' Bib”. Le differenze evidenti tra il sound del contralto e del tenore di Konitz sono ben rappresentati in "Kary's Trance", che, come detto, include interventi con entrambe gli strumenti in un unico bellissimo esempio di cool jazz. Inside Hi-Fi è un album che ogni appassionato di jazz che si rispetti dovrebbe includere nella propria collezione: propone un legame diretto con il glorioso passato del jazz nei suoi anni migliori ed offre al pubblico la rara possibilità di ascoltare Lee Konitz al sax tenore. Nonostante il jazz abbia portato negli anni molte altre voci e altre suggestioni, il linguaggio di Konitz ha sempre mantenuto la sua peculiarità. E’ un ascolto che consiglio caldamente fosse anche solo per questo motivo.