Paul Desmond – Pure Desmond
Giunto alla notorietà con la sua militanza nel Dave
Brubeck Quartet dal 1951 al 1967, Paul Desmond è anche l'autore del massimo successo
del quartetto, il celebre brano Take Five. È considerato uno dei giganti del
sax contralto nel jazz. Non a caso i colleghi di Desmond avevano di lui la più
alta considerazione. Charlie Parker ebbe occasione di citarlo come il suo sax
alto preferito e Cannonball Adderley, che spesso concorreva con lui per il
posto di miglior contraltista nelle classifiche delle pubblicazioni
specializzate, ebbe a dire: "Credo che Paul sia, con Benny Carter, il
contraltista più lirico. La bellezza della sua musica è profonda". Una
curiosità: Desmond in realtà si chiamava Paul Emil Breitenfeld, ma ritenendo il
proprio nome inadatto a un musicista, lo cambiò scegliendone un altro da un
elenco telefonico. Il suo sound era asciutto, il suo fraseggio rilassato, l'espressione era emozionale: la
perfetta icona dello stile West Coast Cool, ovvero un'alternativa più morbida e
dolce all'hard bop proveniente da New York, che era invece nervosamente
spigoloso. Come detto, Paul Desmond era diventato famoso con il quartetto del
pianista Dave Brubeck e, sebbene sia morto troppo giovane all'età di 52 anni
per un tumore, ha lasciato un'eccellente eredità di registrazioni, forse relativamente
piccola, ma certamente significativa. La sua opera è stata fin troppo
trascurata, soprattutto con il passare del tempo. Pure Desmond è uno dei due
album che il sassofonista ha realizzato per la CTI (sebbene abbia registrato
due album con Creed Taylor anche per la A&M, prima che il produttore
fondasse la propria etichetta), ma è il migliore dei due. Desmond aveva
provato il tipico, ricco e opulento format di Creed Taylor su un precedente
album intitolato "Skylark" ma, non soddisfatto, lo aveva poi ripudiato per la formazione jazz più convenzionale che troviamo in questo album. Ed è
davvero un gran risultato quello che si può ascoltare qui, con il contralto di
Paul Desmond abbinato alla bella chitarra di Ed Bickert, al basso di Ron Carter
e Connie Kay del Modern Jazz Quartet alla batteria. I musicisti di questo quartetto
sono tutti molto conosciuti, solo Ed Bickert era all'epoca sconosciuto, ma
poiché fu raccomandato dal super chitarrista Jim Hall, questo bastò a Paul Desmond per ingaggiarlo, con il risultato entusiasmante che emerge dalle
tracce di Pure Desmond. Nonostante lo stato di salute del sassofonista in quel
momento, l’album mostra un Paul Desmond in ottima forma, solo tre anni prima
della sua morte, avvenuta nel 1977. Pure Desmond è uno dei migliori dischi del
contralto, bello come una brezza di una giornata estiva e secco e aromatico come
un buon Martini. Quello che si ascolta qui è una miscela di standard che vanno
da Duke Ellington ad Antonio Carlos Jobim, ed è molto interessante anche per
apprezzare il talento di un chitarrista come Ed Bickert. Quest’ultimo era originario
di Toronto, Canada, ed esibisce una voce calda ed una tecnica sopraffina anche
se purtroppo la sua fama misteriosamente non è mai cresciuta come avrebbe
meritato, oscurata probabilmente da quella dei più famosi colleghi Joe Pass,
Herb Ellis e, in particolare, Jim Hall. Pure Desmond si caratterizza per un
rilassato uso della ritmica e tuttavia ribolle di un dinamismo e di un'energia
degni di nota: penso in particolare ad un brano di Jerome Kern, "Till the
Clouds Roll By", che viene proposto in due versioni: la versione originale
dell'album, dove l'assolo di Bickert è l'apice del momento creativo e profuma
di blues. E poi una ripresa alternativa leggermente più lunga dove l’assolo di
chitarra rigurgita di invenzioni melodiche e fraseggi entusiasmanti con il
basso di Ron Carter che sembra suonare con ancor maggior vigore sui toni gravi.
Nella sessione non mancano degli accenni ai ritmi latini, come con la cover dell'allora popolare "Theme from M*A*S*H*"
a cui è stato dato un leggero tocco di bossa, così come ovviamente succede con
la famosa e suggestiva "Wave" di Jobim, eseguita con grazia ed eleganza. Molto
bella è anche la canzone di apertura del disco, "Squeeze Me", e il
classico di Django Reinhardt, "Nuages", stupenda nella sua lettura
d'insieme della meravigliosa melodia. La selezione dei pezzi aiuta a trarre il
meglio da tutti i musicisti, e di certo Paul Desmond era una voce unica nel
jazz che si può solo rimpiangere. Ho ascoltato molto del suo lavoro e ho
scoperto che più ascolto, più il suo modo di suonare mi affascina e mi convince. Con un
gruppo di supporto che chiaramente privilegia il valore del meno rispetto al
più, Pure Desmond, si erge come uno dei migliori lavori della carriera solista di
questo fantastico sassofonista. Uno dei progenitori del West Coast Jazz ed uno
dei più grandi specialisti del sax contralto della storia di quella formidabile
arte che è più in generale il jazz. Il valore è assoluto e questo è in ultima
analisi un album altamente raccomandato.