Eric Leeds - Things Left Unsaid


Eric Leeds - Things Left Unsaid

Eric Leeds è un sassofonista americano, purtroppo non molto conosciuto che ha avuto un minimo di fama soprattutto per la sua fortunata collaborazione con il genio contemporaneo noto con il nome di Prince. Pur avendo suonato e registrato musica principalmente nei generi pop e funk, Leeds è un musicista jazz esperto e talentuoso e di certo meriterebbe una più diffusa popolarità. Avendo un notevole background di studi, nella sua produzione da solista ha sfruttato la sua preparazione per abbracciare con maggiore convinzione il linguaggio jazzistico, molto di più di quanto non fosse a lui consentito all’interno della cerchia di Prince. Il suo idolo personale è David Fathead Newman, il sassofonista storico di Ray Charles, un musicista che Eric ha preso come punto di riferimento per il suo sound fin da giovanissimo. Prince incontrò Eric per la prima volta nel luglio 1984, presentatogli da suo fratello Alan Leeds che fu il tour manager dal Triple Threat Tour del 1982 fino a quello denominato Lovesexy  del 1989. Dopo aver visto la band di Bruce Springsteen dal vivo nel 1984, Prince si era convinto di introdurre la voce di un sassofono nella sua formazione. Il piccolo genio di Minneapolis arruolò immediatamente Eric Leeds, vedendo in lui quel maestro del sassofono perfettamente adeguato agli standard dei suoi The Revolution. Il tour era quello storico di Purple Rain. Fu un successo e l’integrazione del sax nel contesto musicale di Prince contribuì a portare nuove sonorità ed un tocco di jazz in più. A Leeds fu  poi assegnato un ruolo importante anche nei successivi progetti collaterali di Prince, The Family nel 1985 e Madhouse nel 1987. Fu così che Eric Leeds introdusse Prince al jazz ed ebbe una forte influenza sul Sign O' The Times Tour nel 1987. E’ proprio da questa stretta collaborazione che i Madhouse presero corpo. Eric Leeds rimase a pieno titolo un membro della band del cantante fino al 1989. Quando in seguito gli fu chiesto come avesse fatto a durare così a lungo nella band di Prince, la risposta di Eric fu semplicemente: "Suono uno strumento che lui non ha mai suonato". Ma in un’intervista dichiarò anche: “Quella con Prnce non è una collaborazione a cui avrei mai aspirato, ma gran parte di quello che è successo nella mia carriera è avvenuto grazie al mio connubio con Prince. Non è così probabile che diversamente avrei mai conosciuto Miles Davis e questo vale per molte altre relazioni musicali che ho avuto. La visibilità e la notorietà che l'essere associato a Prince mi ha regalato non può essere dimenticata. Non si sa mai dove può andare a finire la tua vita e la tua carriera, ma di certo non rimpiango nulla del rapporto che ho avuto con Prince.” Eric Leeds ha pubblicato due album con l’etichetta Paisley Park Records: Times Squared nel 1991, seguito da quella che a tutti gli effetti è la sua prima pubblicazione davvero da solista, ovvero Things Left Unsaid del 1993. Quest'ultimo album ricevette un solo contributo da parte di Prince in termini di canzoni: “Aguadilla”. Nel 2000 il sassofonista ha poi registrato Now And Again per un’etichetta indipendente. L’ultima collaborazione di Prince ed Eric è stata invece quella avvenuta con l’album, tutto strumentale, N.E.W.S nel 2003. Things Left Unsaid è un buon disco: Il tono del sax di Leeds è forte e maturo, carico di passione ed energia. La struttura melodica, armonica e ritmica di tutti i brani è tematicamente centrata. Pur essendo un album leggero, orientato più allo smooth jazz che al jazz classico in senso stretto, Things Left Unsaid scorre fluido e piacevole dall’inizio alla fine, senza banali cadute di stile, risultando, nella sua relativa semplicità, molto più originale di tante altre pubblicazioni dello stesso tipo. Opportunamente vario nella sua costruzione e tuttavia coerente con il disegno musicale di Eric, è un disco moderno, intrigante e molto orecchiabile, dove l’anima di Prince è velatamente presente, senza oscurare l’identità musicale di Leeds. Un dettaglio non da poco, vista la enorme personalità artistica dell’insuperato fenomeno di Minneapolis. Ascoltare brani come “Two Sisters”, "Commuting" o l’iniziale “Isla Mujeres” che sono gli episodi più audaci del disco, ci fa capire come il sassofonista cerchi di alzare l’asticella avvicinandosi in modo proficuo ad un approccio maggiormente jazzistico. Molto bella è anche la lenta e solenne Things Left Unsaid, che a tratti ricorda i Weather Report di A Remark You Made. Things Left Unsaid è un album di sostanza che esprime solarità e buona musica. Come spesso avviene nei lavori più contemporanei, il jazz qui è più una traccia, un sentore, ma è comunque ben presente nella scrittura dei brani e nelle parti solistiche. Tra i musicisti coinvolti vanno citati Gil Goldstein, Alphonso Johnson, Alex Acuna, Dennis Chambers e Chuck Loeb: artisti di livello che contribuiscono fattivamente alla riuscita dell'album. In conclusione Eric Leeds è un musicista da scoprire, che merita decisamente un ascolto.