Afro Elements – Out Of The Centre


Afro Elements – Out Of The Centre

Esplorando qua e là nel web,  capita di imbattersi in un gruppo dal nome interessante, ma di quel gruppo non si conosce niente, non si ha avuto occasione di ascoltare nulla. Però la band incuriosisce e allora si cercano informazioni, si approfondisce e con i canali disponibili si scopre anche la musica che fa: ed il sound a volte risulta subito confidenziale, addirittura può succedere che coincida con i propri gusti personali. Questo mi è successo con gli Afro Elements: un collettivo jazz funk britannico di cui ignoravo l’esistenza ma che, dopo un primo ascolto,  mi ha convinto e conquistato. La formula è quella classica del groove, dell’acid jazz, del funk: ovvero ritmo, basso pulsante, fiati, piano elettrico, chitarre taglienti, arrangiamenti secchi e qualche indovinato intervento vocale.  Ecco perché questi musicisti mi sono sembrati immediatamente familiari. E non solo, leggendo meglio ho scoperto che molti dei membri principali degli Afro Elements hanno avuto esperienze di studio o in tour con i Down To The Bone, i Crusaders, I Brecker Brothers, The Sunburst Band e perfino con gli Incognito. Cioè con il meglio proprio dell’acid jazz e del jazz funk: qui ovviamente il cerchio si chiude. Emergono due cose prima di tutto: questo è il tipo di musica matura, energetica e frizzante e tuttavia mai banale che continua a piacermi molto e poi la qualità della proposta che, per quanto si possa definire leggera, è senza dubbio di prim’ordine, grazie proprio alla bravura indiscussa di chi la suona. Con Out of the Centre, gli Afro Elements rispondono ad entrambe i requisiti: sono dieci solchi, in gran parte strumentali, che faranno la felicità di tutti gli appassionati dei suoni vintage, così in voga negli ’70 e ’80, ma risulteranno di grande attrattiva anche per tutti coloro che sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Come detto, il batterista Phil Nelson, il bassista Simon T. Bramley, il tastierista Neil "Laboratoire" Hunter e i due trombonisti Tim Smart e Jörgen Vedeler sono tutti fantastici strumentisti, e ci sono anche i chitarristi Andreas Haglioannu, Benny Finnerty (Crusaders, Brecker Brothers) e Tommy Emmerton, riescono a regalare qualcosa in più a questo Out of the Centre. Nel disco ci sono cover strumentali tanto inattese quanto originali, come la rielaborazione funk di "Eleanor Rigby" dei Beatles oppure dei bellissimi originali come "Formosa" (di ispirazione EW&F) . Presto ci si accorge che gli Afro Elements suonano con calore e brillantezza ma confezionano tutto con eleganza e rigore, grazie alla proprietà ed alla classe degli arrangiamenti. Una parte importante del merito va al lavoro  delle tastiere di Hunter (in particolare il suo piano elettrico non è da sottovalutare) ed il suo contributo è decisivo anche a livello compositivo: la sua scrittura offre lo spazio perfetto al bassista Simon Brmaley e a tutti i chitarristi coinvolti per far volare le loro agili dita. Ma una menzione va data anche alla parte ritmica di stampo afro-latino di Phil Nelson, che con il suo drumming dà una connotazione originale alla band. Come per la maggior parte dei collettivi funk e acid jazz, sono poi i fiati a delineare il sound e gli Afro Elements non fanno eccezione: grazie alla loro insostituibile presenza risulta più chiara la differenza con l’R & B contemporaneo ed il neo soul, aggiungendo  quell'incisività e quell’impatto che è esattamente ciò che lo specifico genere richiede. Il trombettista Graeme Flowers, i sassofonisti Mike LeSirge e Andy Ross (già con gli Incognito) si uniscono ai trombonisti Tim Smart e Jörgen Vedeler per formare una completa e potente sezione fiati. Questo non fa che arricchire i brani più veloci come "It Feels So Good", che si avvale anche dei vocalist Cherri Voncelle e Frances Jowle, o dominare la scena come ad esempio nello strumentale "Kamura San", uno dei pezzi più brillanti dell’intero album. Le due canzoni trainanti di Out Of The Centre sono tuttavia quelle cantate dalla bravissima Frances Jowle: "Lift Your Life" rimanda subito agli Incognito grazie alle ricche armonie vocali che l’arrangiamento pone in primo piano davanti ad un poderoso mix di fiati, bassi funky e chitarre accattivanti. L’assolo di sax è seducente e fantastico è anche l’intervento di Rhodes di Neil Hunter.  "(You're Just A) Waste of Time" replica le stesse atmosfere, con un ritmo più veloce e un favoloso tiro funky, in un approccio da dance acid jazz di quelli che catturano al primo ascolto. La chiusura dell’album è affidata a “The Sheriff parts 1 e 2” che è un magnifico strumentale pieno di tutte quelle alchimie tanto care alla musica black degli anni ’70. Un compendio di retro jazz funk nello stile dei film polizieschi di quel periodo: clavinet, piano elettrico, synth, fiati e ritmo sincopato si inseguono in un vortice musicale assolutamente irresistibile. Gli Afro Elements sono una fantastica scoperta, ma con un gruppo di musicisti così validi ed esperti era difficile sbagliarsi od anche solo trovare dei difetti. Si tratta di un vero collettivo musicale formato da gente, che nel mondo dell’acid jazz, milita senza dubbio nella massima categoria. In definitiva Out Of Centre è un album caldamente raccomandato.