John Coltrane And Johnny Hartman


John Coltrane And Johnny Hartman

Di John Coltrane ho già parlato molte volte e non è un mistero che lo ritenga in assoluto uno dei più grandi geni musicali della storia della musica contemporanea. Nella sua vastissima discografia ci sono opere di importanza vitale per tutto il movimento jazzistico, molte delle quali possono essere considerate dei capolavori immortali. Tuttavia, in questo sconfinato repertorio di album registrati con tutti i più grandi artisti in circolazione tra il 1950 e la metà degli anni ’70, c’è un lavoro che, nella carriera del maestro di Hamlet, rappresenta una mosca bianca proprio per la sua singolarità. Questo straordinario album è di fatto l’unico che Coltrane abbia mai inciso con un vero cantante all’interno della propria band: esso è il frutto di una collaborazione, mai più replicata, con il vocalist Johnny Hartman, un vecchio amico di John che il sassofonista conosceva fin dai tempi nei quali entrambi suonavano nella band di Dizzy Gillespie, a fine anni quaranta. Era il 7 marzo 1963, quando John Coltrane realizzò uno dei suoi dischi più toccanti, nel quale condivideva la ribalta, non con un altro strumentista, ma insolitamente con un cantante. Inizialmente, quando il produttore Bob Thiele avvicinò Hartman portando la richiesta di Coltrane di registrare un album insieme, il cantante si dimostrò esitante poiché non si considerava all’altezza e soprattutto non pensava che lui e Coltrane fossero in quel momento compatibili musicalmente. Ma Thiele non si perse d’animo ed invece incoraggiò Hartman ad andare ad ascoltare Coltrane che si esibiva nel famoso locale “Birdland” di New York. Johnny rimase entusiasmato del concerto, e dopo l'orario di chiusura del club, lui e Coltrane, insieme al pianista McCoy Tyner, si misero a provare qualche canzone. Fu così che poco dopo Coltrane e Hartman decisero di registrare 10 brani da includere in un album di cui loro due fossero i leader in coabitazione. Successe però che sulla strada verso lo studio, alla radio ascoltarono Nat King Cole che cantava Lush Life, e Hartman decise subito che anche quella canzone doveva far parte del loro disco. Il giorno stesso l'album venne registrato al Van Gelder Studio di Englewood Cliffs, nel New Jersey. Una particolarità in merito a questa incisione fu che la band suonò una sola volta per ogni brano, eccetto che per “You Are Too Beautiful”, che richiese due registrazioni perché Elvin Jones ruppe una delle sue bacchette durante la prima. Dunque quando arrivarono in studio non avevano alcun programma, nessun accordo specifico e la registrazione risultò diretta ed immediata, anche se ovviamente tutti i musicisti conoscevano letteralmente a memoria queste canzoni . Il disco si erge come uno dei migliori di John Coltrane, un lavoro di grande bellezza lirica e carico di una palpabile intensità emotiva. Questo è dovuto al fatto che la voce baritonale di Johnny Hartman si fonde perfettamente con il sax tenore di Coltrane quasi a diventare una sorta di estensione vocale del bellissimo album precedente del sassofonista, intitolato “Ballads”. 'Lush Life', che come detto è stata un'aggiunta dell'ultimo minuto all'album, è una canzone che racconta al meglio la magica alchimia di questo insolito abbinamento tra un sax ed una voce maschile. Ad unirsi a Coltrane e Hartman quel giorno del 1963 furono il pianista McCoy Tyner, il bassista Jimmy Garrison e il batterista Elvin Jones, ovvero le fondamenta del quartetto di John. Dalle battute iniziali di 'They Say It's Wonderful', sulla quale McCoy Tyner incanta da par suo al piano, si intuisce che questo è un album con qualcosa di speciale. Quando Johhny Hartman entra in scena e canta, la prima sensazione è del tutto confermata; poi è la pura poesia del sassofono tenore di Coltrane a mettere il suggello ad un duetto magico. Coltrane sciorina un assolo di pura perfezione formale ed incomparabile passionalità. Tutte le canzoni sono cover di standard del jazz, tra le quali 'Dedicated To You', 'My One and Only Love', 'You Are too Beautiful' e 'Autumn Serenade', e ognuna di queste merita attenzione e rispetto. L’interplay tra i due leader e il trio di fenomenali accompagnatori è assolutamente strepitoso. Sulla bravura ed il genio dello straordinario John Coltrane non credo occorra aggiungere altro. Ma per completare la disamina dell'album va sottolineato come la voce profonda e morbida di Johnny Hartman sia bellissima, al pari della sua intonazione, sempre perfetta, e dell'interpretazione dei brani che suona tanto rimarchevole quanto passionale. Hartman è stato senza dubbio un cantante di jazz sottovalutato dal grande pubblico, anche se in verità conobbe una grande stima da parte della critica. Qui ci sono 31 minuti di jazz sublime e sofisticato che tutti dovrebbero ascoltare o meglio ancora che tutti dovrebbero possedere: John Coltrane And Johnny Hartman è un’autentica gemma senza tempo della musica del secolo scorso.